Il modello scozzese del deposito su cauzione
La legislazione che regola il sistema di deposito scozzese è considerata un esempio di legislazione avanzata per più di un motivo, ad esempio per l’approccio basato sui materiali, invece che sulla categoria di bevande, che definisce quali contenitori di bevande vengono assoggettati al sistema. In virtù di questo approccio tutti i contenitori di bevande in plastica (PET), in metallo (lattine) e vetro – indipendentemente che si tratti di bevande alcoliche o salutistiche – sono incluse nel sistema scozzese.
I produttori devono perseguire per legge degli obiettivi minimi di intercettazione incrementabili per i contenitori che immettono ogni anno nel mercato. Il 70 % richiesto per il primo anno sale all’80 % nel secondo anno e al 90% nel terzo anno. Dal terzo anno in poi il tasso di raccolta deve essere mantenuto e possibilmente superato come è prassi consolidata in diversi sistemi europei.
L’importo del deposito (o cauzione) che viene applicato sul prezzo di vendita delle bevande è lo stesso per tutti i tipi di contenitore con formato compreso tra i 50 ml e i 3 litri: 20 centesimi, che vengono rimborsati ai consumatori per ogni imballaggio vuoto restituito a un punto di raccolta designato.
I contenitori potranno essere restituiti presso i punti di raccolta designati, manualmente oppure attraverso distributori automatici: i reverse vending machine (RVM), che leggendo i codici a barre contabilizzano l’importo dei depositi ai consumatori che possono recuperarli sotto forma di contanti alla cassa, voucher oppure digitalmente. Sul sito di Zero Waste Scotland sono disponibili le linee guida del governo a disposizioni di rivenditori o altre organizzazioni per potere installare una RVM.
Tutti i rivenditori al dettaglio sono obbligati a partecipare al sistema (tranne qualche rara eccezione) ritirando i contenitori di bevande, rimborsando i relativi depositi e stoccando gli imballaggi da consegnare ai canali di riciclo o riuso. L’obbligo vale anche per i rivenditori online che dovranno fornire un servizio di ritiro dei vuoti per i consumatori. E’ inoltre possibile proporsi come punti di raccolta volontari a fronte di determinati requisiti come può essere il caso dei centri commerciali o delle stazioni ferroviarie e terminal dei bus.
Il ruolo di controllo e monitoraggio del sistema di deposito è stato affidato all’agenzia scozzese per la protezione dell’ambiente (Scottish Environment Protection Agency – SEPA) che ha il compito di vigilare ed elevare misure sanzionatorie nei casi di inadempienza.
L’ente che amministra il sistema di deposito è un ente indipendente che si finanzia attraverso un contributo economico che arriva dai produttori per ogni imballaggio gestito; dalle vendite dei materiali ai riciclatori; e con i contributi pagati dai produttori per quegli imballaggi che non sono stati restituiti.
Il gestore del deposito su cauzione: Circularity Scotland
Rivenditori, associazioni di categoria e produttori di bevande hanno unito le forze per creare Circularity Scotland, un nuovo soggetto senza scopo di lucro per gestire un DRS nel paese. Qualora approvato dal governo scozzese, l’ente avrà il compito di collaborare con le aziende della catena di approvvigionamento – produttori, rivenditori, aziende del settore dell’ospitalità e grossisti – per far funzionare un sistema che dovrà intercettare e gestire l’avvio a riciclo di oltre il 90% dei contenitori di bevande nel paese entro il terzo anno di operatività.
I primi membri ad avere aderito a Circularity Scotland includono catene del retail come Co-op, Tesco, Lidl e Marks & Spencer, associazioni di categoria come , Association of Convenience Stores, British Soft Drinks Association e Natural Source Waters Association, produttori di bevande come Budweiser Brewing Group, Coca Cola European Partners e Heineken UK.
“Questo è un momento importante nella costruzione di un sistema di deposito su cauzione”, ha dichiarato Donald McCalman, direttore di Circularity Scotland: “Abbiamo una visione condivisa per un programma che offra benefici ambientali importanti e contribuisca a un’economia circolare in Scozia. Siamo fiduciosi nel fatto che Circulararity Scotland possa contribuire a far funzionare un DRS vantaggioso per tutti che apporterà enormi vantaggi ambientali al Paese e accelererà l’impegno del governo scozzese a raggiungere zero emissioni nette di carbonio entro il 2045”.
Le dichiarazioni degli aderenti a Circularity Scotland apparse sui media includono anche soggetti che sono stati in passato strenui oppositori oppure critici verso un sistema di cauzionamento: come l’industria delle bevande e le grandi catene dei supermercati.
Tuttavia dopo un anno di lavoro congiunto, si sono trasformati – a leggere le dichiarazioni – in un coro unanime di approvazione per l’entrata in vigore di un DRS che definiscono ora come necessario e non più rimandabile in Scozia. Tra i produttori di bevande merita citare la Coca Cola che è stata protagonista nel 2017 di un’inversione di marcia definita come “U-turn” dai tabloid del Regno Unito. Trattasi di una dichiarazione che ha aperto proprio in Scozia uno spiraglio di portata internazionale ai sistemi di cauzionamento da parte di una multinazionale che aveva alle spalle decadi di opposizione feroce. Ma non è possibile ancora interpretare questa apertura della Coca Cola nei paesi dove un DRS era ormai inarrestabile come in Scozia come un via libera in tutti i Paesi.
L’associazione Natural Source Waters Association ha rimarcato il ruolo chiave che ha un sistema di deposito nel rendere disponibile materia prima seconda di qualità per realizzare nuove bottiglie dichiarando: “Tutti i nostri associati usano plastica riciclata nelle loro bottiglie, sino al 100% in alcuni casi, e vorrebbero usarne di più. Un sistema di deposito ben disegnato ci permetterà di contribuire a creare un’economia circolare e ridurre l’impatto della plastica nel packaging”.
Coerente con il passato è stata la dichiarazione di Stuart Reddish, presidente nazionale della federazione dei retailers indipendenti NFRN quando dichiara: “Come prima associazione di commercio al dettaglio ad avere sostenuto da subito l’introduzione di DRS in Scozia, siamo lieti di aver raggiunto questo importante traguardo. I nostri membri – rivenditori di notizie e minimarket in tutta la Scozia – lavoreranno per fornire punti di restituzione nelle loro comunità per contribuire agli obiettivi di raccolta previsti”.
Articolo di Silvia Ricci precedentemente pubblicato su EconomiaCircolare.com
Pubblicato il 18 marzo 2021