I Sistemi di Deposito Cauzionale (deposit return system – DRS) sono utilizzati in tutto il mondo per incentivare i cittadini alla raccolta ed al riciclo degli imballaggi per bevande monouso, quali bottiglie in plastica, vetro e lattine.
Nei sistemi di deposito il consumatore è incentivato a partecipare al processo di raccolta selettiva dei contenitori per bevande attraverso il pagamento di una cauzione che viene aggiunta al prezzo di vendita della bevanda. La cauzione, che in Europa si aggira solitamente tra i 0,10 – 0,25€, viene restituita nella sua totalità al consumatore nel momento in cui riporta l’imballaggio in un punto di raccolta, in genere presso un rivenditore. In sostanza, il consumatore compra il contenuto e prende in prestito l’imballaggio.
In Italia si riscontra la tendenza a confondere il Sistema Cauzionale DRS finalizzato al riciclo dei contenitori monouso, con il sistema di vuoto a rendere finalizzato al riuso di contenitori che in genere sono bottiglie. Anche se possono entrambi coesistere in un Sistema Cauzionale, senza che per il cittadino nulla cambi rispetto ai punti di raccolta e l’aggiunta del deposito al prezzo della bevande, la differenza è sostanziale. La spiegazione la trovi alla Faq nr. 10 appositamente dedicata al quesito.
Al fine di aumentare la raccolta selettiva degli imballaggi, ridurne la dispersione nell’ambiente (c.d. littering) e favorire un processo di riciclo di alta qualità, è consigliabile introdurre un Sistema di Deposito che sia il più inclusivo possibile e che prenda in esame la tipologia di imballaggio (plastica, metalli e vetro) da assoggettare al sistema, anziché il contenuto (ovvero la tipologia di bevande).Le tipologie di bevande solitamente parte del sistema sono: acque minerali, bibite analcoliche, succhi, birre, sidri, energy drinks e bevande alcoliche. I sistemi DRS attivi in Finlandia e Lituania sono considerati degli esempi lodevoli ed efficaci in quanto tutte le tipologie di bevande, che siano confezionate in PET, lattine o vetro, sono tutte coperte dal deposito. Al fine di favorire al meglio la comprensione del sistema da parte dei consumatori, rispetto a quali imballaggi sono inclusi o meno , è consigliabile limitare sensibilmente le eccezioni allo schema. In molti paesi, ad esempio, il latte e le bevande affini sono escluse dal DRS.
Il valore del deposito rappresenta un elemento fondamentale per il successo del sistema DRS. Un importo ben calibrato incentiva la partecipazione dei consumatori e garantisce tassi di raccolta elevati. In Germania il valore del deposito di 0,25€ permette infatti di raggiungere un’intercettazione vicina al 98% dei contenitori per bevande immessi sul mercato. Al contrario, un valore del deposito troppo basso fa venire meno l’interesse da parte del consumatore nel riportare l’imballaggio vuoto per riscattare il deposito.
Nel Connecticut, infatti, un deposito di 0,05$, si traduce in un tasso di raccolta dei contenitori del 50% contro il 91% della media europea dei paesi che hanno un sistema paesi in vigore. È consigliabile un valore del deposito fisso per tutte le tipologie di imballaggi coperte dal sistema. Inoltre, il deposito non deve essere soggetto all’IVA.
È fondamentale sottolineare che il deposito non è una tassa in quanto questo viene riconosciuto nella sua totalità al consumatore al momento del conferimento dell’imballaggio vuoto.
I sistemi DRS sono attivi in più di 40 paesi al mondo in diversi stati europei, USA, Canada, Australia, Oceania ed in Medio Oriente. Nel 2020 all’incirca 291 milioni di cittadini avevano accesso ad un sistema DRS ed è previsto che entro la fine del 2023 altri 207 milioni dovrebbero aggiungersi (fonte: Global Deposit Book 2020, Reloop platform).
In Europa vi sono attualmente 13 sistemi di deposito attivi (Aprile 2022). I paesi, con i rispettivi anni di introduzione, sono: Svezia (1984), Islanda (1989), Finlandia (1996) Norvegia (1999), Danimarca (2002), Germania (2003), Paesi Bassi (2005), Estonia (2005) Croazia (2006), Lituania (2016), Slovacchia e Lettonia (2022), Malta (Aprile 2022).
Altri 13 paesi europei hanno deciso di introdurre un sistema DRS entro il 2025 (Portogallo, Irlanda, Romania e Turchia nel 2022, Grecia, Scozia ed Ungheria nel 2023, Inghilterra nel 2024, Austria nel 2025, Cipro, Lussemburgo e Bielorussia con data da destinarsi).
Le bottiglie di plastica per bevande rientrano nella classifica dei dieci oggetti maggiormente dispersi nell’ambiente e più presenti sulle spiagge e nelle aree marine europee. Al fine di ridurre l’inquinamento da plastiche, nel 2019 l’Unione europea ha adottato la direttiva sulle plastiche monouso (direttiva 904/2019) SUP, che impone, tra le altre misure, un obiettivo di raccolta selettiva delle bottiglie in plastica del 90% entro il 2029, con un target intermedio del 77% entro il 2025 ed una percentuale di materiale riciclato nella fabbricazione di nuove bottiglie del 30% entro il 2030, con un target intermedio del 25% entro il 2025.
Tali obiettivi ambiziosi di raccolta e di contenuto riciclato sono raggiungibili esclusivamente attraverso l’introduzione di un sistema di deposito cauzionale ed è per questo motivo che la quasi totalità dei paesi membri dell’Unione europea ne sta considerando l’introduzione.
Lo scorso 30 novembre 2022 la Commissione Europea ha presentato la sua proposta di “Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio” (Packaging and Packaging Waste Regulation, PPWR).
La previsione di un sistema cauzionale è contenuta nell’articolo 44 della proposta, che ne stabilisce l’introduzione obbligatoria entro il 2029 per bottiglie in plastica e contenitori in metallo per liquidi alimentari fino a 3 litri (con l’esclusione di contenitori per latte e derivati, vino ed alcolici).
La proposta dovrà passare dal Parlamento Europeo e dal Consiglio e a seguire attraverso la cosiddetta fase di “Trilaterazione delle Decisioni” (Europarlamento, Consiglio, Commissione) per poi essere approvata, probabilmente a valle di alcune mediazioni, e infine venire applicata in tutti gli Stati membri.
I sistemi DRS apportano svariati vantaggi di natura ambientale, economica e sociale:
Con i suoi quasi ottomila chilometri di coste l’Italia è uno dei maggiori responsabili di sversamento di rifiuti plastici nel Mediterraneo. Un sistema di deposito cauzionale sugli imballaggi per bevande permetterebbe al paese di ridurre sensibilmente l’inquinamento ambientale, di raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei in materia di raccolta e riciclo prima citati, e di favorire il perseguimento di obiettivi di riuso per una reale transizione verso un’economia più circolare.
Il sistema di raccolta deve essere il più semplice e conveniente possibile per il consumatore, e idealmente deve rendere il conferimento dell’imballaggio vuoto facile quanto l’acquisto della bevanda stessa. A tal fine, il modello di raccolta che nei decenni ha dimostrato di raggiungere i risultati migliori con il plauso dei consumatori è il cosiddetto “return to retail”, ovvero un sistema dove gli imballaggi vengono restituiti agli stessi rivenditori. Tale sistema rende la raccolta degli imballaggi vuoti da parte dei consumatori semplice, intuitiva, accessibile ed equa.
Nei modelli con ritorno al rivenditore tutti i dettaglianti che vendono imballaggi per bevande sono obbligati a raccogliere tali imballaggi ed a rimborsare per intero la cauzione al consumatore.
I Sistemi di Deposito sono finanziati per intero dall’industria delle bevande in assolvimento della loro responsabilità estesa del produttore (EPR) e non necessitano di alcun finanziamento pubblico.
Questi programmi vengono finanziati attraverso tre fonti:
Nei sistemi centralizzati, l’operatore del sistema è responsabile della gestione del programma di deposito ed è formato da rappresentanti dell’industria delle bevande e della distribuzione organizzata.
Il Sistema di Deposito interessa gli imballaggi per bevande monouso (in PET, vetro e metalli) mentre il sistema di vuoto a rendere interessa principalmente i contenitori in vetro ricaricabili e riutilizzabili (fino a 50 volte) ed in alcuni casi anche le bottiglie in plastica durevole (solitamente in PET), specificamente progettate per sostenere più cicli di utilizzo (fino a 20 / 25 rotazioni). I due sistemi coesistono in diversi paesi europei (Estonia, Germania, Lituania, Lettonia, Paesi Bassi, Svezia, etc.) ed utilizzano la stessa infrastruttura di raccolta automatizzata, ovvero i dispositivi di raccolta dedicati (Reverse Vending Machine – RVM).
I sistemi DRS sono obbligatori per legge, mentre i sistemi di vuoto a rendere sono implementati su base volontaria dall’industria delle bevande.
No, almeno secondo i requisiti essenziali di un Sistema di Deposito Cauzionale (DRS) che abbiamo posto alla base della nostra campagna “A Buon Rendere – molto più di un vuoto”, e delle richieste ad essa connesse.
Tra i requisiti di un sistema DRS performante, ed allineato con i criteri operativi già adottati negli altri Paesi UE, che si sono dimostrati vincenti sotto il profilo operativo e di conseguimento dei risultati, ci sono:
Tali elementi non sono presenti nello schema operativo che fa capo alle attuali raccolte incentivanti, con particolare riferimento alla natura esclusivamente mono-materiale dello schema stesso, ma anche al fatto che il soggetto gestore non è tenuto a rispettare obiettivi di intercettazione ambiziosi come quelli della Direttiva SUP al 2029.
No, in quanto manca l’elemento fondamentale del deposito. Il sistema basato sugli eco-compattatori può essere più propriamente definito come un “sistema di raccolta incentivante”, in quanto, in assenza dell’elemento fondamentale del deposito, che viene restituito all’atto della riconsegna del contenitore, deve adottare altri sistemi di promozione della restituzione, quali buoni spesa, sconti ed altri possibili benefit.
Per quanto tali strumenti incentivanti possano sviluppare comportamenti conseguenti nelle fasce più sensibili della popolazione, costituiscono anche un elemento di precarietà del sistema, che – proprio per l’assenza di un soggetto responsabile a livello nazionale – dipende fortemente dalla persistenza di fattori di ordine operativo ed economico che consentano di definire gli incentivi e di mantenere la contabilità del sistema in equilibrio. Tali fattori, in genere transitori e dunque intrinsecamente precari, possono essere:
Accordi con la GDO per la localizzazione degli eco-compattatori in base alla previsione di aumento di accessi ai punti vendita da parte dei consumatori che intendono restituire i contenitori (tale elemento è tuttavia incerto e non assicura una partecipazione duratura da parte della GDO, che invece in un sistema DRS propriamente detto beneficia della “handling fee” o “commissione di gestione” per ogni imballaggio raccolto, la quale è parte integrante della contabilità di un sistema DRS).