Questa iniziativa, lanciata dall’Associazione Comuni Virtuosi insieme alle organizzazioni partner, si prefigge di favorire la transizione verso un’economia circolare nel settore degli imballaggi. La campagna si pone come obiettivo l’introduzione di un sistema di raccolta efficiente dei contenitori per bevande, volto a migliorare il sistema di raccolta e riciclo attuale e ridurre sensibilmente l’inquinamento ambientale.
“A Buon Rendere – molto più di un vuoto” è una campagna che punta a sensibilizzare i cittadini, la politica, l’industria delle bevande e della distribuzione sui benefici di un Sistema di Deposito Cauzionale per i contenitori di bevande.
A tal fine, la campagna ha realizzato diverse iniziative, tra le quali: due sondaggi che hanno rilevato che oltre l’80% degli italiani appartenenti a tutte le aree politiche è a favore di un Deposito Cauzionale; uno studio sui costi e benefici derivanti dall’introduzione di un deposito in Italia; uno strumento come ABR Radar a disposizione dei cittadini per mappare le marche di contenitori maggiormente dispersi nell’ambiente; un documentario sul caso di successo del DRS slovacco; e questo sito ricco di studi, approfondimenti e informazioni inedite sui DRS.
“A Buon Rendere – molto più di un vuoto” con il coinvolgimento di associazioni, movimenti, aziende ed istituzioni, a distanza di due anni dal suo lancio, sta tenendo fede all’obiettivo che la campagna si era posta: diventare una voce autorevole nel dibattito italiano sui sistemi cauzionali in modo da potere contribuire alla velocizzazione dei tempi di approvazione di una legge nazionale in tal senso.
Evitare lo spreco di 7 miliardi di contenitori di bevande che ogni anno sfuggono al riciclo per finire dispersi nell’ambiente o, conferiti in discarica con danni ambientali ed economici. Nell’attuale contesto di crisi globale questi contenitori potrebbero invece alimentare l’economia e ridurre il consumo di materia vergine ed energia.
Ridurre le tonnellate di plastica che finiscono annualmente nel Mar Mediterraneo uccidendo la fauna marina e danneggiando l’economia della pesca e l’industria del turismo. Secondo lo studio “The Mediterranean: Mare plasticum” tra i 33 Paesi del bacino del Mediterraneo sono 3 i paesi responsabili di più della metà della plastica che finisce in mare: Italia (34.000 ton/anno), Egitto (circa 74,000 ton) e Turchia (24.000 ton).
Aumentare i tassi di riciclo, migliorando la qualità della materia raccolta e la circolarità degli imballaggi. Nel caso della plastica ridurre la tassa che l’Italia paga ogni anno come Plastic Tax all’Unione europea per gli imballaggi in plastica che non ricicla. Si tratta di circa 800 milioni di euro di cui oltre 100 milioni sono imputabili alle sole bottiglie in PET.
Allineare le politiche nazionali sui rifiuti alle previsioni delle direttive europee del pacchetto Economia Circolare e del “Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio” (PPWR) al fine di evitare possibili procedure d’infrazione.
Ridurre i costi a carico dei Comuni e dei cittadini che non devono più sostenere gli oneri della raccolta differenziata per i contenitori di bevande. Questo flusso viene preso in carico dal DRS finanziato dai produttori di bevande e il servizio di raccolta comunale può essere ottimizzato nel suo complesso come costi.
Dal 2024, quando i produttori di bevande dovranno coprire il 100% dei costi di raccolta e rimozione del littering oggi in capo ai Comuni, un DRS potrebbe essere più conveniente in termini di contributo ambientale dovuto per l’avvio a riciclo dei propri contenitori (in applicazione della responsabilità estesa del produttore – EPR). Infatti il contributo ambientale attualmente versato dai produttori ai consorzi per finanziare l’avvio a riciclo degli imballaggi dovrebbe come minimo raddoppiare.