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Con l’entrata in vigore del regolamento imballaggi europeo il 12 febbraio scorso, il sistema di deposito cauzionale per gli imballaggi per bevande potrebbe diventare obbligatorio anche in Francia. Diverse associazioni e attori industriali dell’economia circolare chiedono al governo di riprendere senza indugi il dibattito per definire quale modello implementare nel paese.
A distanza di cinque anni dall’adozione della legge AGEC (legge anti-spreco per un’economia circolare), che prevedeva già l’implementazione da parte dello Stato di un sistema di deposito cauzionale, il regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio 2025/40 (PPWR) non lascia spazio a dubbi circa l’obbligo di introduzione per i Paesi Membri che non raggiungessero entro il 2029 il 90% di intercettazione selettiva per bottiglie in plastica e lattine.
La Francia, come tutti i Paesi UE senza un sistema di deposito è ben lontana da questo obiettivo considerato che attualmente meno di una lattina su due (45% nel 2022) e poco più di una bottiglia su due (60% nel 2022) vengono intercettate per il riciclaggio, e che meno del 3% delle bottiglie per bevande viene riutilizzato.
Ecco perché dodici associazioni ambientaliste e professionali, industriali ed eco-organizzazioni come Citeo la PRO (producers responsibility organization) corrispondente al nostro consorzio Conai, chiedono al governo di “avviare una consultazione dei diversi portatori di interesse per decidere sulla tipologia di sistema da attuare” in quanto la situazione attuale “non è accettabile per la tutela dell’ambiente, né soddisfacente dal punto di vista della sovranità industriale del paese”.
Per le 12 organizzazioni firmatarie – Reloop, Citeo, Réseau vrac et réemploi, EC2027, Syndicat des boissons sans alcool, Maison des eaux minières naturelles, La Boîte boisson, Lemon tri, Constellium, Aluminium France, Tomra, associazione MerTerre – un sistema di deposito misto per gli imballaggi delle bevande, finalizzato al riciclaggio e al riuso, costituisce “il punto di partenza imprescindibile per un’economia circolare per gli imballaggi di bevande” che consentirebbe di raggiungere rapidamente un tasso di raccolta elevato, “di almeno il 90%”.
Un sistema di deposito che comprenda imballaggi monouso e riutilizzabili consentirebbe inoltre di conseguire sia l’obiettivo di raccolta selettiva al 2029 per le bottiglie di plastica monouso e lattine del 90% prima citato, che l’obiettivo del 10% di riuso per i contenitori per bevande entro il 2030: obiettivi che appaiono oggi fuori portata senza un sistema di deposito.
I firmatari pongono l’accento sui vantaggi che i sistema cauzionale apporta ai soggetti che ne sarebbero coinvolti: i riciclatori che potrebbero accedere ad un flusso costante di contenitori non contaminati da altri imballaggi, e quindi di qualità. Gli operatori del riutilizzo che acquisterebbero certezza sulla redditività economica dei loro investimenti e sul raggiungimento dell’obiettivo di riuso al 2030 come già accennato. E di conseguenza anche i produttori di bevande che verranno così messi in condizione di raggiungere gli obiettivi europei di raccolta e di contenuto riciclato da incorporare negli imballaggi. “La quota di riutilizzo degli imballaggi per bevande deve aumentare, così come il riciclo che deve migliorare nelle prestazioni e nella circolarità, e i rifiuti di bevande abbandonati devono scomparire dalle nostre spiagge, fiumi e foreste”, sintetizza Alexis Eisenberg, direttore di Reloop in Francia.
Le dodici organizzazioni rimarcano anche la potenzialità di riduzione del sistema della “tassa sulla plastica”, oggi pari a circa 1,5 miliardi di euro all’anno, che la Francia versa ogni anno all’Unione Europea a causa delle sue scarse prestazioni nel riciclo degli imballaggi in plastica. La Francia, ricordiamo, è al primo posto tra i paesi contribuenti seguita da Germania e Italia.
Anche se il regolamento prevede la possibilità di usufruire di una deroga qualora la raccolta delle bottiglie in PET arrivi all’80% nel 2026, i firmatari ritengono questa evenienza “improbabile con l’attuale sistema di raccolta differenziata degli imballaggi domestici”.
A questo proposito va detto che questa deroga su cui punta anche il governo italiano, è puramente fittizia, in quanto non esenta gli Stati Membri dal raggiungimento degli obiettivi stabiliti al 2029.
Il tempo stringe perchè i tempi di preparazione sono lunghi
Da qui l’appello delle organizzazioni a riprendere le discussioni, il cui ultimo ciclo si è tenuto nel 2023: “È urgente che lo Stato riprenda l’argomento e consulti i diversi attori interessati sulla costruzione di un sistema di deposito per il riutilizzo e il riciclaggio in Francia“. E a seguire l’esempio dei diciassette Paesi europei che hanno già un sistema cauzionale in vigore, dove si è verificato “un balzo nelle performance di intercettazione“, tenendo però conto che le esperienze in corso dimostrano che prima di arrivare a definire il sistema sono necessari due o tre anni.
I precedenti che hanno bloccato la discussione sul DRS promosso dal precedente governo
Come abbiamo raccontato in un precedente articolo con dovizia di particolari l’opposizione ad un sistema di deposito in Francia è stata principalmente cavalcata dalle autorità locali e loro associazioni, per timori di ordine economico, che hanno indotto il Ministro alla Transizione – scriveva Le Monde nel settembre del 2023 – a fermare il processo. La legge anti-spreco per un’economia circolare del 10 febbraio 2020 prevedeva invece che la decisione fosse presa entro la fine del 2023.
Christophe Béchu aveva dichiarato che siccome il sistema di deposito non stava ricevendo un pieno sostegno nel paese avrebbero dovuto essere attivate altre leve per raggiungere gli obiettivi europei, ad esempio estendendo e migliorando la raccolta differenziata, e precisato che “non procederemo ad istituire il sistema ma lo terremo come opzione a scaffale”.
Francia e Italia: i numeri dello spreco a confronto
Un confronto tra lo spreco che avviene in Francia in termini di imballaggi per bevande che non vengono riciclati e nel nostro paese è reso possibile dal dashboard di What we waste di Reloop. Se rapportiamo lo spreco di imballaggi a livello pro-capite nel 2023 come totale tra imballaggi per bevande in vetro, plastica e metallo siamo a 126 in Francia ( poco più di 68 milioni di abitanti) e 139 in Italia ( vicina ai 59 milioni).
Possiamo quindi ricavare il dato annuo di contenitori sprecati che vale in Francia circa 8,5 miliardi e in Italia 8,2 nel 2023 (dato storico). Sulla base dei dati riferiti al 2024 (proiezione) si passerebbe invece a 141.
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Altre informazioni sul tema si possono trovare sul sito della campagna francese Oui la consigne.