La Francia sperimenta un sistema di deposito per prodotti in contenitori riutilizzabili in otto insegne di supermercati

Al via in Francia il progetto pilota ReUse: un sistema di deposito cauzionale per il riuso di bottiglie e contenitori in vetro promossa da CITEO, l’ente francese per la responsabilità estesa del produttore (EPR). Il progetto coinvolge 50 marche del settore agroalimentare, otto insegne della grande distribuzione e alcuni fornitori di servizi con l’obiettivo di raggiungere 16 milioni di consumatori entro la fine di ottobre.

Acqua minerale, bibite, succhi di frutta e una zuppa di pesce sono i prodotti già disponibili a scaffale in contenitori di vetro riutilizzabili, dal 12 giugno, in otto insegne della grande distribuzione presenti in Bretagna, Paesi della Loira, Normandia e Alta Francia. Le insegne partecipanti sono: Coopérative U, Intermarché, Auchan Retail, Carrefour, Monoprix, Coopérative Biocoop, E.Leclerc e La Brasserie du Bout du Monde.

Il progetto pilota “ReUse” è promosso da Citéo – la Producers Responsability Organisation (PRO) francese, l’ente corrispondente come funzioni al CONAI in Italia – per sperimentare un sistema di deposito finalizzato al riuso adattabile su larga scala. Hanno partecipato alla progettazione figure di spicco come Jean Hornain (Direttore Generale di Citeo), Celia Rennesson (Direttrice Generale di Réseau Vrac et Réemploi), Mahel COPPEY (consigliera municipale di Nantes) e i team di Tomra, Citeo, UEnseigne, GO! RÉEMPLOI e Refresco.

I contenitori soggetti al sistema, per ora flaconi e bottiglie in vetro, sono riconoscibili dal logo “Rapportez-moi” (Riportami indietro) su sfondo viola, il colore ufficiale dei contenitori riutilizzabili.

Al momento dell’acquisto i consumatori versano una cauzione di 10 o 20 centesimi, a seconda delle dimensioni del contenitore, che viene riscattata dal consumatore quando il contenitore viene restituito tramite accredito su carta o sotto forma di voucher spendibile. La raccolta dei vuoti avviene tramite RVM Reverse Vending Machines (RVM), installate presso i punti di vendita della grande distribuzione, oppure manualmente presso i piccoli rivenditori.  

“Oggi poniamo la prima pietra con degli imprenditori pionieri”, ha dichiarato Jean Hornain, CEO di Citéo durante l’inaugurazione officiale al supermercato Super U di Saint-Sébastien-sur-Loire.

Dai circa 80 punti vendita inclusi nel progetto a fine giugno si passerà ai quasi 750 a fine ottobre.

“Una volta consumato il prodotto, il cliente può restituire il contenitore in qualsiasi negozio partner, anche diverso da quello in cui è stato acquistato, grazie alla nostra ampia copertura locale”,  ha detto Ana Fernàndez, direttrice dei programmi di riutilizzo di Citéo spiegando che l’iniziativa è stata progettata per adattarsi alle abitudini di consumo riducendo significativamente l’impatto ambientale degli imballaggi.

Al momento sono otto i prodotti disponibili in contenitori riutilizzabili: l’acqua minerale Evian e l’acqua minerale Badoit (Danone), la limonata Lorina, la birra La Goudale, tre succhi di frutta a marchio U (prodotti da Refresco) e una zuppa di pesce U Saveurs. Questi prodotti sono venduti in confezioni standardizzate chiamate ” R-cœur” o in bottiglie iconiche come nel caso di Lorina.

Da qui alla fine dell’anno dovrebbero essere disponibili altri cinquanta prodotti in contenitori riutilizzabili e i promotori del progetto sperano in un effetto valanga, con l’adesione di sempre più marchi per garantire la più ampia offerta possibile.

Numerosi media, tra cui TF1, France 2, France 3 e Télénantes, hanno coperto il lancio, sottolineando l’importanza di questo “momento di svolta per il riutilizzo su larga scala in Francia“. Aggiornamenti in tempo reale su dove restituire le bottiglie e sui prodotti inclusi nell’iniziativa sono disponibili sul sito dell’iniziativa.

L’obiettivo è di arrivare a coinvolgere nel progetto pilota 16 milioni di consumatori e fino a 55 milioni di contenitori. Gli organizzatori sperano di raggiungere rapidamente un tasso di ritorno tra il 50% e l’80%. Il progetto pilota durerà 18 mesi, fino alla fine del 2026. Se l’esperimento avrà successo, si procederà con un’espansione a livello nazionale con le opportune modifiche sulla base dei riscontri ottenuti nella fase di test. Pertanto sino ad allora l’impegno di Citéo si concentrerà sulla valutazione dell’efficacia del programma, della logistica, sul feedback dei consumatori e sulle prestazioni ambientali. “L’ambizione è che dopo il 2026 possiamo passare a un modello nazionale, adattato sulla base delle esperienze maturate nei territori pilota“, dice Ana  Fernández.

I formati di bottiglie attuali (sinistra) e i nuovi formati R-Couer per i barattoli e le bottiglie usati nell’ambito del progetto ReUse promosso da Citéo.

Logistica condivisa dal lavaggio al riconfezionamento

L’obiettivo del programma ReUse è quello di sperimentare su larga scala un sistema di riuso condiviso dai marchi partecipanti e sviluppato insieme ai soggetti coinvolti : i produttori, le catene della grande distribuzione, gli operatori preposti al lavaggio, ricondizionamento e riempimento degli imballaggi.

I contenitori restituiti ai rivenditori vengono raccolti da un operatore locale (come Bout à Bout a Carquefou, vicino a Nantes ma che varia nelle varie regioni) per essere poi sono trasportati in un centro di lavaggio e smistamento. I contenitori divisi per tipologia vengono igienizzati da macchine preposte, assemblati in pallet e inviati ai produttori per il riempimento.

“Con il riutilizzo dei contenitori si risparmia fino al 75-80% di energia e un terzo di acqua rispetto alla produzione di nuovi imballaggi. È un gesto forte per ridurre l’impatto dei nostri imballaggi, spiega Ana Fernandez. Secondo l’ADEME, l’agenzia per la transizione ecologica francese, dopo tre o quattro cicli, il riutilizzo diventa più virtuoso in termini di impatto ambientale rispetto al vetro monouso. Infatti l’impatto di CO₂ diventa significativamente inferiore rispetto a quello del riciclo.

La direttrice del programma per il riutilizzo di Citéo ha spiegato che la partecipazione al pilota ha richiesto ai rivenditori un lavoro preparatorio per potere integrare i “nuovi” prodotti nell’offerta a scaffale, formare il personale e investire nell’installazione delle macchine. Allo stesso modo anche i produttori hanno lavorato sulla loro offerta per potere fornire referenze compatibili con il riutilizzo.

Citéo sta valutando la possibilità di includere nel sistema anche imballaggi riutilizzabili in plastica e metallo che potrebbero essere adatti per alcuni formati e prodotti.

Carrefour promuove il riuso anche tramite una partnership con Coca-Cola

Poco prima del lancio del programma ReUse coordinato da Citéo, la catena di supermercati Carrefour ha lanciato in Francia una serie di accordi extra-finanziari con i propri fornitori per promuovere la sostenibilità. Nel mese di maggio, Carrefour ha infatti firmato con Coca-Cola Europacific Partners (CCEP) il primo Sustainability Linked Business Plan (SLBP) sviluppato congiuntamente per ridurre i rifiuti di imballaggio e le emissioni di carbonio. Nello specifico, l’accordo prevede l’ambizione comune di offrire prodotti a rendere in oltre 4.000 punti vendita e il riutilizzo di 1,5 milioni di bottiglie entro il 2030.

Questi accordi integrano i contratti commerciali esistenti e supportano gli sforzi aziendali sulla sostenibilità e, in questo caso, inizialmente con gli imbottigliatori Coca-Cola Europacific Partners (CCEP), Coca-Cola HBC e Coca-Cola FEMSA, in Francia, Romania e Brasile, ma saranno successivamente estesi ad altri paesi europei e latinoamericani.

Carrefour intende estendere questo modello di accordo a tutti i suoi rapporti commerciali, con l’obiettivo di firmarne 200 entro il 2030, e prevede il consolidamento di questi requisiti extra-finanziari nei criteri di selezione dei fornitori e dei prodotti a marchio proprio.

L’insegna è alla ricerca di fornitori che si impegnino a raggiungere almeno tre obiettivi definiti congiuntamente – a seconda della categoria di prodotto – come: la decarbonizzazione dei trasporti, l’eliminazione della plastica, lo sviluppo di alimenti a base vegetale e l’implementazione di pratiche agricole sostenibili.

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