Paese che vai Coca-Cola che trovi…

Coca-Cola HBC si appresta ad immettere maggiori quantità di bottiglie di vetro a rendere sul mercato austriaco investendo in una nuova linea che potrebbe contribuire nel percorso della multinazionale verso la decarbonizzazione. Nel mercato rumeno l’investimento è invece sul riciclo per potere riciclare le quantità di imballaggi per bevande che il sistema cauzionale in fase di lancio intercetterà sottraendoli alle discariche.

In Italia Coca-Cola non ha reso nota la sua posizione ufficiale sul vuoto a rendere così come sui sistemi di deposito cauzionale per contenitori monouso. Quello che traspare dalle dichiarazioni di Assobibe è una certa riluttanza verso i sistemi di riuso e una negazione sull’utilità di implementare un Sistema Cauzionale in Italia.

Come si legge nell’articolo di Packaging Europe che riprendiamo parzialmente, Coca-Cola HBC ha investito 12 milioni di euro per l’apertura di una nuova linea ad alta velocità per le bottiglie di vetro ricaricabili nello stabilimento di Edelstal, un progetto che si spera possa aiutare l’azienda a raggiungere le emissioni nette zero entro il 2040.

Anche il Governo austriaco ha contribuito con un finanziamento di 4 milioni di euro al progetto di Coca-Cola nell’ambito del programma governativo mirato a rendere il mercato degli imballaggi per bevande più circolare in tutta la sua filiera.

Come abbiamo raccontato in questo articolo –  l’Austria è stata il primo paese europeo a introdurre quote di imballaggi riutilizzabili obbligatorie per legge. Una novità questa per il panorama europeo dove i sistemi di riuso sono sempre stati attuati e gestiti su base volontaria dall’industria delle bevande.

Nuova linea ad alta efficienza per il mercato austriaco come inizio

Secondo la multinazionale la nuova linea –  più efficiente nel consumo di acqua ed energia –  produrrà bottiglie di vetro da 400 ml a rendere e richiudibili per il mercato on-the-go e per il consumo a casa.

L’impianto che occupa un’area di 2.100 m2 può imbottigliare fino a 50.000 bottiglie all’ora, a seconda delle dimensioni. Le nuove bottiglie saranno inizialmente in vendita in Austria, uno dei ventinove mercati di Coca-Cola, si affiancheranno alle bottiglie di vetro da un litro attualmente disponibili per le bevande del gruppo come Coca Cola, Fanta e Sprite. La multinazionale conta sul fatto che maggiori volumi di contenitori contribuiranno a semplificare e ottimizzare la produzione e la logistica, inclusa quella inversa.

Considerando che gli imballaggi costituiscono il 34% delle emissioni di ambito 3 o Scope 3 della sua catena di fornitura, l’azienda prevede che l’investimento contribuirà a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni in tutta la sua catena di valore entro il 2040. Coca-Cola dichiara di avere già ridotto del 30% le proprie emissioni Scope 1, 2 e 3 negli ultimi dodici anni.

Zoran Bogdanovic, CEO di Coca-Cola HBC commenta così l’iniziativa industriale: “Da alcuni anni Coca-Cola HBC Austria è all’avanguardia nella ricerca di nuove soluzioni sostenibili e siamo lieti che la nostra attenzione agli investimenti, all’innovazione e alle partnership ci stia aiutando a raggiungere l’obiettivo di distribuire le nostre bevande in modo più sostenibile. L’Austria è già uno dei nostri mercati in più rapida crescita per quanto riguarda gli imballaggi riutilizzabili e questa nuova linea accelererà ulteriormente questo tipo di imballaggio, che è richiesto sia dai nostri clienti che dai consumatori. Poiché le opzioni di imballaggio a rendere offrono un’impronta di carbonio ridotta, questa nuova linea in Austria supporta ulteriormente il nostro obiettivo Net Zero entro il 2040. Siamo grati per la partnership con il governo austriaco, che ci permette di lavorare insieme verso l’obiettivo comune di un modello di business più verde e di un ambiente migliore“.

Obiettivo riuso non solamente in Austria

All’inizio del 2022, The Coca-Cola Company ha rivelato l’intenzione di convertire il 25% di tutti gli imballaggi per bevande del suo portafoglio globale in bottiglie e contenitori di vetro o plastica ricaricabili o a rendere entro il 2030.

Un altro investimento importante sul vuoto a rendere è stato realizzato in Germania da Coca-Cola Europacific Partners (CCEP) pari ad oltre 40 milioni di euro per ampliare la produzione di bevande acquistabili in bottiglie ricaricabili.

Inoltre, in Francia dal 2022 i marchi Fuze Tea, Tropico, Sprite, Fanta e Minute Maid di Coca-Cola Europacific Partners sono stati venduti in bottiglie standarizzate da 250 ml in alberghi, ristoranti e caffè che potevano essere restituite, igienizzate e ricaricate.

Coca-Cola HBC inaugura un impianto di produzione di rPET in Romania

Coca Cola Hellenic Bottling Company (HBC) ha annunciato di aver iniziato a produrre imballaggi in PET riciclato nel suo stabilimento in Romania. È la prima volta che un produttore di bevande produce rPET per i propri imballaggi in un paese dell’Europa orientale.

L’azienda ha installato un’unità di decontaminazione delle scaglie di PET nel suo stabilimento di Ploiesti, a nord di Bucarest. Lo stabilimento è il secondo più grande del Gruppo Coca-Cola HBC, mentre il nuovo impianto di decontaminazione è il terzo in funzione nei 29 mercati di Coca-Cola HBC.

Il progetto è stato realizzato grazie ad un investimento di 11 milioni di euro, che comprende 3,5 milioni di euro di finanziamento statale che rende la Romania il primo mercato all’interno del gruppo a utilizzare bottiglie riciclate al 100% in tutto il suo portafoglio. Dal 30 novembre, come abbiamo raccontato in questo articolo partirà il sistema di deposito cauzionale (DRS) nel paese che garantirà flussi continui e puliti di bottiglie e lattine per un riciclo di qualità.

Coca-Cola HBC supporta infatti l’introduzione dei sistemi di Deposito Cauzionale. Nei mercati in cui è presente ci sono già cinque DRS in funzione ai quali de ne aggiungeranno altri sei entro il 2025.

Quest’anno, Coca-Cola HBC Romania ha iniziato a offrire imballaggi 100% rPET per il suo intero portafoglio di bevande analcoliche, tra cui Coca-Cola, Fanta, Sprite, Schweppes, Cappy, Cappy Pulpy, Fuzetea e Dorna.

Stiamo lavorando per produrre e consegnare le nostre bevande in modi più sostenibili e in imballaggi che abbiano una vita oltre il loro utilizzo iniziale – e la Romania è un ottimo esempio di come possiamo lavorare in collaborazione con i nostri stakeholder e l’industria in generale per creare un’economia circolare per il packaging”, ha affermato Zoran Bogdanovic.

Nel 2022, il 22% della plastica PET utilizzata nei mercati UE e svizzero di Coca-Cola HBC proveniva da materiale riciclato. Con l’investimento in Romania e il passaggio ai portafogli di bottiglie riciclate Coca-Cola HBC nei mercati di Svizzera, Austria, Italia, Irlanda e Irlanda del Nord, l’azienda è sulla buona strada per raggiungere quasi il 50% di rPET utilizzato nei mercati UE e svizzero entro la fine del 2023.

Una campagna del brand che si rivolge al consumatore quando sono passati solo circa 5 anni da quando Coca Cola ha smesso a livello europeo di opporsi ai Sistemi di Deposito Cauzionali.

In Italia ancora tutto tace in casa Coca-Cola

In Italia Coca-Cola non ha reso nota la sua posizione ufficiale sul vuoto a rendere, così come sui sistemi di deposito cauzionale per contenitori monouso. Lo stesso dicasi di Assobibe, l’associazione che raggruppa i produttori di bibite nazionali che non si è ancora allineata alla posizione di sostegno ai sistemi di deposito cauzionale di UNESDA loro associazione di riferimento europea. E’ dal 2021 che UNESDA, insieme a NMWE (Natural Mineral Water Europe) e altri portatori di interesse sollecita la Commissione Europea in tal senso.

Al contrario il presidente di Assobibe Giangiacomo Pierini – nonché Responsabile Affari Societari di Coca-Cola HBC –  ha espresso contrarietà all’implementazione di un sistema cauzionale in Italia in varie occasioni e interviste. Sulla stessa lunghezza d’onda e con lo stesso approccio di comunicazione si è espresso sull’argomento il Presidente di Mineracqua Ettore Fortuna: ovvero fare seguire ad una premessa in cui viene espressa neutralità rispetto al DRS fare seguire tutta una serie di obiezioni sul sistema alle quali la campagna “A Buon Rendere” ha già avuto modo di rispondere in varie occasioni pubbliche e con la pubblicazione di uno studio costi benefici per un sistema cauzionale in Italia.

Cosa ci sia di diverso nel mercato italiano che “impedisce” alle multinazionali di replicare progetti industriali con milioni di investimenti come in Austria o in Germania, non è dato saperlo al momento.

Quello che è invece accertato è il dato di fatto che non sia possibile raggiungere obiettivi di intercettazione che arrivano al 98% con alcun altro sistema, e che – come dichiara il responsabile di Coca-Cola HBC Zoran Bogdanovic – il riuso sia una strategia complementare al riciclo per raggiungere gli obiettivi climatici.

Il recente studio “Decarbonisation of Single-Use Beverage Packaging: Investigating 1.5°C future by 2050” ha rilevato che l’industria europea che utilizza imballaggi per bevande difficilmente raggiungerà gli obiettivi climatici con il rischio di non riuscire ad azzerare le emissioni di carbonio per nessuno dei materiali considerati nell’analisi (vetro, PET, alluminio). Secondo lo studio, per decarbonizzare il settore dei contenitori per bevande sarà necessario sviluppare sistemi di riuso, aumentare i tassi di riciclo, e soprattutto ridurre la domanda di materiali.  L’articolo che riprende i risultati principali dello studio si può leggere qui.

Tutte strategie di cui Coca-Cola – riconosciuta come la prima azienda a livello globale per l’inquinamento da plastica causato – ha bisogno, e anche in Italia.

 

CONDIVIDI LA NOTIZIA SUI SOCIAL

— Altre news

I NOSTRI PARTNER PRINCIPALI