La manipolazioni sui dati di raccolta e riciclo dovrebbero suonare come un campanello d’allarme per il ministro Teresa Ribera e spingerla ad istituire immediatamente un sistema di deposito cauzionale per i contenitori di bevande, come prescrive la legge. Questo l’allerta che arriva da uno studio diffuso oggi in Spagna che indica la manipolazione dei dati nazionali come “paradigmatica” rispetto alle attuali tendenze nell’Unione Europea.
Uno studio presentato oggi rivela che Ecoembes la PRO (Producer Responsability Organizer) ha manipolato i dati sulle performance di raccolta delle bottiglie in plastica dichiarando un tasso di raccolta del 71% , mentre secondo le stime dello studio si attesterebbe sul 36%, ben al di sotto dell’ambizioso obiettivo del 70% imposto dalla legge spagnola per il 2023.
Questa non conformità non è di poco conto in quanto, come previsto dalla legge, il paese dovrebbe implementare immediatamente un sistema di deposito cauzionale (DRS) per lattine, bottiglie e cartoni per liquidi.
Le associazioni che hanno commissionato lo studio, Zero Waste Europe e Zero Waste Alliance, si appellano pertanto a Teresa Ribera, ministro spagnolo della Transizione ecologica e della sfida demografica a prendere atto dell’insolvenza e di adottare un DRS, che rappresenta l’unico sistema che ha dimostrato di poter superare il 90% di raccolta per i contenitori di bevande.
“Questo triste 36% è un campanello d’allarme per il governo spagnolo. Ammettiamo che abbiamo mancato il bersaglio! Come previsto dalla legge spagnola sui rifiuti, è giunto il momento di implementare il sistema di deposito per i contenitori di bevande”, hanno affermato i portavoce delle due associazioni Zero Waste.
Le Ong descrivono la manipolazione dei dati sul riciclaggio da parte della Spagna “paradigmatica” rispetto alle attuali tendenze dell’UE, e annunciano di volere presentare le evidenze contenute nel rapporto alla Commissione Europea in modo che la stessa possa vigilare sui dati forniti dai Paesi Membri ed evitare che vengano usati per bloccare l’attuazione politiche di prevenzione e riduzione dei rifiuti.
Joan Marc Simon, direttore di Zero Waste Europe, ha infatti espresso preoccupazione per l’allarmante mancanza di dati sulla gestione degli imballaggi, dichiarando:
“La continua manipolazione dei dati da parte del settore ostacola l’adozione di politiche rifiuti zero. Ecco perché non ci resta altra scelta se non quella di portare queste prove alla Commissione Europea, esortando l’Eurostat a respingere queste cifre inventate che bloccano il progresso”.
Dallo studio “Analisi del tasso di raccolta differenziata delle bottiglie di plastica per bevande fino a tre litri in Spagna” condotto dalla società di consulenza Eunomia emergono tre conclusioni:
- i dati riferiti ai rifiuti di imballaggio della Spagna presentano limiti significativi nei processi di elaborazione e monitoraggio da cui emerge una cronica mancanza di trasparenza. Situazione che mina di fatto l’attendibilità di tali dati e statistiche;
- manca una solida metodologia di calcolo imposta dal Ministero per determinare i tassi di raccolta e che sia in linea con la decisione europea come metodo utilizzato per rendicontarli. Condizione essenziale per determinare se la Spagna raggiunge gli obiettivi europei e nazionali di raccolta selettiva;
- mancano dati affidabili forniti dall’industria delle bevande sull’immesso al consumo.
Nel 2019 l’Unione Europea (UE) ha adottato la Direttiva sulla plastica monouso (SUP) che, tra le tante
altre misure, ha stabilito obiettivi obbligatori di raccolta selettiva per le bottiglie per bevande fino a tre litri. Ha inoltre stabilito degli obblighi di rendicontazione associati e, nel 2021, regole di calcolo dettagliate attraverso un decisione di esecuzione (UE) 2021/175.2 Queste disposizioni della SUPD sono state recepite nel diritto spagnolo attraverso l’articolo 59 della Legge 7/2022 sulla raccolta differenziata delle bottiglie di plastica.
La SUP richiede che gli Stati membri dimostrino di aver raggiunto entro il 2025 un tasso di raccolta selettiva del 77% per le bottiglie in PET.
La legislazione spagnola non solamente richiede che il monitoraggio e la rendicontazione avvengano rispetto agli obiettivi della SUP, ma specifica inoltre che non viene raggiunto entro il 2023 il tasso di raccolta del 70% debba essere introdotto un DRS a garantire che vengano intraprese azioni sufficienti prima dell’obiettivo dell’UE per il 2025.
Secondo quanto prescritto dalla legge il Ministero deve verificare e rendere pubblico entro il 31 ottobre 2024 lo stato dell’arte rispetto al raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2023 per quanto riguarda il tasso di raccolta delle bottiglie secondo la metodologia stabilita nella decisione di esecuzione (UE) 2021/1752 .
Per calcolare il tasso di raccolta delle bottiglie in PET raccolte separatamente si considera in Spagna il peso delle bottiglie target che vengono conferite da famiglie e imprese nei contenitori gialli oppure in un flusso chiamato “fuori casa” (fuera del hogar) che comprende punti di raccolta selezionati.
Il denominatore è il peso dei materiali target immessi sul mercato (POM) che riguarda tutte le bottiglie per bevande di interesse SUP vendute ai consumatori in Spagna.
Tuttavia, le autorità spagnole non hanno ancora chiarito a sufficienza come questi requisiti debbano essere applicati nella pratica per produrre stime trasparenti e affidabili.
Ad oggi, il Ministero non ha infatti ancora implementato la metodologia richiesta della Decisione di Esecuzione (UE) 2021/1752 per consentire alle Comunità Autonome di riportare i dati richiesti, che sono essenziali per garantire una rendicontazione affidabile, omogenea e attendibile degli obiettivi dell’articolo 9 della direttiva SUP.
Le attività di Ecoembes sono da tempo oggetti di critiche anche severe
Le critiche nei confronti del gestore unico del sistema integrato per la gestione dei rifiuti di imballaggio risalgono a diverso tempo fa e sono state oggetto di diversi articoli e indagini usciti a livello nazionale ed europei circolati qui prevalentemente tra gli addetti ai lavori.
Nel 2020 Greenpeace Spagna con la pubblicazione del rapporto Ecoembes miente aveva denunciato le opacità e carenze del sistema di gestione monopolista del PRO dai risultati a dir poco discutibili. Ecoembes, nata nel 1996 con uno statuto no-profit è formata al 60% da imprese che utilizzano imballaggi del settore alimentare, al 20% da aziende produttrici di materie prime per l’imballaggio e al 20% dal settore del commercio e della distribuzione organizzata.
Nell’aprile del 2023 un’inchiesta di Investigate Europe pubblicata in 12 Paesi aveva smontato punto per punto “Reciclos” un sistema di raccolta per contenitori di bevande introdotto in Spagna da Ecoembes con l’obiettivo di aumentarne la raccolta ed evitare l’introduzione di un DRS. Il sistema di raccolta incentivante, gestito tramite smarphone consente agli utenti di ricevere punti/bonus per i contenitori di bevande conferiti presso punti di consegna prestabiliti. Questo sistema promosso da Ecoembes come “un’iniziativa tecnologica all’avanguardia” presenta in realtà diversi punti deboli come il fatto che uno stesso imballaggio possa essere (virtualmente) conferito più volte con accrediti di punti multipli, senza garanzie che sia stato messo nel contenitore della raccolta differenziata, e quindi avviato ad un reale riciclo. Un limite che accomuna Reciclos ad un sistema simile proposto in Belgio con lo stesso obiettivo.
Successivamente nel settembre del 2023 è uscito un’indagine di Rethinking e Greenpeace Spagna sui rifiuti da imballaggi domestici che aveva che il tasso di raccolta dell’84,4%, dichiarato dai PRO (Sistemi di responsabilità estesa del produttore) principalmente Ecoembes ed Ecovidrio (per il vetro)si attestava invece al 37,3%.
E l’Italia come si colloca in quanto a rendicontazione e perseguimento obiettivi SUP ?
Venendo all’Italia, a differenza della Spagna, non abbiamo previsto l’adozione di un DRS e neanche alcuna raccomandazione o misura che faccia il punto della situazione circa il raggiungimento degli obiettivi della direttiva SUP prima dello scadere dei termini.
Nonostante gli obiettivi al 2025 siano dietro l’angolo: sia per quanto riguarda l’obiettivo di raccolta del 77% che di contenuto riciclato PCR nelle bottiglie in PET (25%).
E nonostante il fatto che siamo drammaticamente ben distanti, e soprattutto dal secondo obiettivo con una percentuale di PCR nelle bottiglie in che si attesta al 10% o poco più.
Il nostro paese ha assunto la posizione di non considerare ancora un DRS nella speranza che un sistema di raccolta selettiva incentivante che prevede l’installazione di eco-compattatori (del programma Mangiaplastica finanziato dal MASE) e di Reverse Vending Machine (RVM) del programma RecoPeT (finanziato con fondi del PNNR), possano permetterci di raggiungere gli obiettivi della SUP già recepiti nell’ordinamento nazionale. Nonostante non esista alcun caso al mondo che abbia dimostrato che sia possibile arrivarci senza un DRS.
Venendo al punto della metodologia di calcolo delle bottiglie in PET punto centrale del dibattito spagnolo, oggetto l’Italia non ha adottato, al contrario della Francia, una metodologia allineata alla Decisione di esecuzione (UE) 2021/17521 che colloca il punto di misurazione delle bottiglie in PET a valle dei centri di selezione CSS (in uscita), invece che a monte, in entrata. La scelta di posizionare il punto di misurazione a monte degli impianti di selezione, e quindi di contabilizzare come intercettate per il riciclo le bottiglie in PET delle raccolta tradizionali degli imballaggi in plastica che vengono poi scartate durante il processo di selezione è particolarmente controversa in quanto ha forti ripercussioni sul dato finale. Per l’Italia la quantità di bottiglie scartate vale circa 12 punti percentuali, che porterebbero il tasso attuale di intercettazione per il riciclo delle bottiglie in PET per bevande a circa il 57% sull’immesso al consumo, e ben lontano dal 77% dell’obiettivo di intercettazione della SUP al 2025 che in Italia viene dato come “a portata di mano”.
Per approfondire l’argomento e conoscere come viene calcolata la percentuale di riciclo degli imballaggi in plastica nazionale, basata su stime dei tassi di raccolta, si può leggere la nostra analisi completa qui.