Spagna: molte discariche e poco riciclo secondo un nuovo rapporto

Un rapporto di Rethinking e Greenpeace sui rifiuti da imballaggi domestici ha scoperto che il tasso di raccolta dell’84,4%, dichiarato dai Sistemi di responsabilità estesa del produttore per gli imballaggi in Spagna non corrisponde al tasso reale che si attesta invece al 37,3%.

Rethinking e Greenpeace hanno realizzato un nuovo rapporto sulla produzione, raccolta e riciclo degli imballaggi domestici in Spagna. Tra le principali conclusioni, mostra che la percentuale di imballaggi raccolti è falsata, in quanto la quantità di imballaggi immessi al consumo in Spagna è superiore a quella dichiarata dai Sistemi Collettivi di Responsabilità Estesa del Produttore EPR (Sistemas Colectivos de Responsabilidad Ampliada del Productor, SCRAP), principalmente Ecoembes ed Ecovidrio (vetro), che sono gli enti incaricati della gestione dei rifiuti.

Particolarmente significative sono le discrepanze con i dati pubblicati da Ecoembes evidenziati dallo studio se si guarda al tasso di raccolta dichiarato per gli imballaggi dell’84,4% che vengono ridotti al 37,3%.

Secondo le dichiarazioni di Julio Barea di Greenpeace: “I dati forniti dimostrano ancora una volta i sotterfugi che usa Ecoembes per evitare di pagare ai Comuni i costi di gestione della raccolta degli imballaggi di sua competenza, arrivando persino a falsificare i dati. Questo ha un impatto diretto sui costi che vengono sostenuti dai cittadini, come abbiamo visto nelle precedenti indagini in cui i due sistemi non rimborsavano i Comuni per circa 1,7 miliardi ogni anno. Nel caso dei soli imballaggi in plastica, la differenza tra quanto dichiarato da Ecoembes come raccolto e quanto rilevato da questo studio è superiore al 54%. È quindi importante che vengano messi in atto sistemi di deposito cauzionale per garantire una maggiore intercettazione, trasparenza dei dati ed escludere frodi”.

La negligenza di Ecoembes nella gestione degli imballaggi (si parla di imballaggi leggeri ad includere plastica, alluminio, carta e cartone per bevande) per due decenni, ha fatto si che i costi ricadessero sui Comuni e sui cittadini.

L’aspetto deleterio di questa gestione con la maggior parte degli imballaggi conferiti con la frazione “residua” (cassonetto grigio) e non nei cassonetti per la plastica e per il vetro, significa che gli obiettivi di raccolta differenziata fissati dall’attuale legge sui rifiuti non vengono raggiunti. Questo dimostra che il sistema attuale che gestisce gli imballaggi ha raggiunto il suo limite decenni fa senza alcun miglioramento.

“L’automazione degli impianti di trattamento della frazione residua dei rifiuti urbani, insieme agli studi merceologici sulla sua composizione condotti dalle Pubbliche Amministrazioni, stanno rivelando l’enorme quantità di imballaggi contenuti in questa frazione. Dato che implica una produzione di rifiuti di imballaggio domestici molto superiore a quella finora riconosciuta da Ecoembes. Ciò dimostra che il modello di gestione degli imballaggi (con cassonetti stradali) , in vigore da 25 anni, ha fatto il suo tempo. Per il futuro dovremo optare per la raccolta porta a porta e per sistemi di deposito cauzionale se vogliamo davvero raggiungere gli obiettivi legislativi“, ha dichiarato Francisco Peula, presidente di Rethinking.

Tasso di riciclaggio effettivo inferiore a quello ufficiale

Se guardiamo alla percentuale di imballaggi recuperati rispetto alla produzione totale di imballaggi per ogni materiale, ci sono differenze molto significative tra i numeri forniti da Ecoembes ed Ecovidrio e quelli stimati in questo studio che . Complessivamente i dati dei due sistemi per l’EPR per gli imballaggi in plastica e vetro indicano un tasso di raccolta del 76,6%, mentre lo studio stima che questo tasso non superi il 45,2%.

Nel caso degli imballaggi in plastica, Ecoembes dichiara un tasso di recupero dell’89,2%, mentre nel presente studio questa percentuale scende al 34,8%. Nel caso degli imballaggi in metallo, il tasso di recupero secondo Ecoembes è dell’85,8%, mentre nello studio è solo del 46,6%. Le differenze sono maggiori per i cartoni per bevande, con il 91,8% secondo Ecoembes, rispetto al 39,7% dello studio. Allo stesso modo, secondo Ecoembes, il recupero per gli imballaggi in carta e cartone è del 78,8%, contro il 37,7% dello studio.

Per quanto riguarda il recupero degli imballaggi in vetro, il risultato più vicino è quello fornito da Ecovidrio, con il 66,2%, rispetto al 60,7% dello studio.

L’ambiguità della legge sui rifiuti

D’altra parte, l’applicazione del nuovo metodo di calcolo per il riciclaggio degli imballaggi, come stabilito dalla legge sui rifiuti (Ley de Residuos), recentemente approvata, ha portato ad una sostanziale diminuzione dei tassi di riciclo pubblicati fino a oggi. Ciò comporta il mancato raggiungimento degli obiettivi normativi fissati per il riciclo di questi imballaggi. Per riassumere la situazione attuale: gli imballaggi immessi al consumo sono molto più numerosi di quelli dichiarati, se ne intercettano pochi e il riciclo è poco e di scarsa qualità.

Dallo studio si possono trarre le seguenti conclusioni:

  • La produzione di imballaggi domestici in Spagna nel 2022 ammontava a 5,1 milioni di tonnellate, ovvero il 47,23% in più rispetto agli imballaggi dichiarati da Ecoembes ed Ecovidrio (3,4 milioni di tonnellate). La maggiore discordanza tra i dati delle due fonti si riscontra negli imballaggi in plastica, dove le stime dello studio sono doppie rispetto a quelle di Ecoembes.
  • Nel 2022 sono stati raccolti in modo differenziato solo due milioni di tonnellate di imballaggi domestici, ovvero solo il 39,6% del totale dei rifiuti di imballaggi domestici prodotti e non il 61,9% come si può dedurre dai dati pubblicato da Ecoembes ed Ecovidrio.
  • Secondo questo studio, il recupero per il riciclaggio degli imballaggi domestici rappresenta il 45,2% del totale dei rifiuti di imballaggi domestici generati e non il 76,6% come indicato dai sistemi collettivi per l’EPR.
  • Per gli imballaggi leggeri, il tasso di raccolta differenziata secondo questo studio è del 31,1%, mentre Ecoembes afferma che è del 66,4%.
  • Dato che il Regio Decreto 1055/2022 fissa la raccolta differenziata complessiva degli imballaggi al 60% per il periodo transitorio fino al 2025, i risultati di questo studio mostrano che questo obiettivo   – dichiarato come già raggiunto nel 2022– è, un anno dopo, ancora ben lontano dall’essere raggiunto.
  • Non ci sono dati di Ecoembes o delle amministrazioni pubbliche sulla raccolta delle bottiglie di plastica monouso. Secondo i dati di questo studio, nel 2022 sono state prodotte 275.078 tonnellate, di cui 91.773 tonnellate sono state raccolte separatamente, cioè solo il 33,4%. Per il 2023 l’obiettivo normativo è del 70%.

Fonte: Greenpeace Spagna

AGGIORNAMENTO (5 ottobre 2023)

La Spagna fallisce sul riciclaggio. Dopo avere ricevuto un “avvertimento preventivo” dalla Commissione europea per il mancato raggiungimento degli obiettivi è arrivato il parere dell’Autorità indipendente per la responsabilità fiscale (AIReF). Nello studio di valutazione sulla gestione dei rifiuti delle municipalità ha confermato che, effettivamente, la percentuale di rifiuti differenziati e preparati per il recupero o il riciclaggio ha raggiunto il 40,5% nel 2020, un obiettivo ben lontano da quello UE del 50%.

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