“Ogni Lattina Vale” : a condizione che venga raccolta e riciclata

Una ricerca globale commissionata da Every Can Counts (ECC) ha indagato sulle abitudini e attitudini rispetto al riciclo delle lattine coinvolgendo oltre 16.000 intervistati in 16 Paesi, tra cui l’Italia.

Every can counts” è un’iniziativa promossa dai produttori di alluminio e di lattine per bevande, attiva in 16 Paesi europei ( in Italia “Ogni lattina vale”) ed extra europei da 15 anni, con l’obiettivo di incoraggiare i consumatori a raccogliere le lattine per il riciclo, e in particolare quelle consumate fuori casa.

Per dovere di cronaca va evidenziato che solamente da un paio di anni o poco più, il settore dell’alluminio per bevande, sostenitore della campagna, ha riconosciuto pubblicamente la necessità di avere un sistema cauzionale, mentre in passato l’accento e le aspettative rispetto al raggiungimento degli obiettivi venivano posti esclusivamente su iniziative di sensibilizzazione verso i vari pubblici e l’organizzazione di raccolte estemporanee durante grandi eventi e concerti.

I risultati del sondaggio sono tutti molto interessanti e anche perché applicabili anche ad altre tipologie di imballaggi. Un risultato, che è forse giunto inaspettato all’industria del settore, è quello riferito alla percezione dei consumatori rispetto alla sostenibilità dell’imballaggio che non premia le lattine nel confronto con gli imballaggi per bevande in vetro, plastica e cartone.

Un dato che suggerirebbe al settore di lavorare sulla comunicazione e informazione, ma anche di rispondere nei fatti alle aspettative dei consumatori [ uscite chiare e forti dal sondaggio ]che chiedono ai produttori di packaging e di bevande di immettere al commercio solamente contenitori progettati in chiave circolare e di contribuire ad aumentare il tasso riciclo insieme agli altri soggetti chiave: aziende che gestiscono la raccolta dei rifiuti e governi. Nonché, anche se non è reso esplicito nell’indagine, di adottare sistemi di deposito cauzionale ove non presenti che, come l’indagine conferma, godono del sostegno dei cittadini, arrivando ad intercettare sino al 98% dell’immesso al consumo.

LA RICERCA: “Global Recycling Habits and Attitudes 2025

“Global Recycling Habits and Attitudes 2025” realizzata da “Made with Insight” ha coinvolto un totale di 16.195 intervistati in 16 Paesi: Belgio, Brasile, Repubblica Ceca, Francia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Serbia, Spagna, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Stati Uniti.

Partendo dalle questioni ambientali più sentite da tutti i Paesi partecipanti il sondaggio ha indagato quale fosse la più sentita come ordine di importanza in ordine di priorità tra: cambiamento climatico, inquinamento da plastica e rifiuti, deforestazione e l’inquinamento atmosferico.

Mentre la maggioranza degli intervistati in tutti i Paesi considera tutte le questioni come importanti, spicca il 90%/72% attribuito all’inquinamento da plastica.

Entrando nel merito dei risultati da parte dei 16 Paesi limitata al tema del cambiamento climatico e all’inquinamento da plastica la figura sotto mostra la percentuale che include coloro che ritengono da molto a estremamente importante i due temi.

L’importanza attribuita al cambiamento climatico e inquinamento da plastica è costantemente elevata in tutti i mercati, con il Brasile in testa (85% per il clima, 89% per l’inquinamento da plastica), mentre la Repubblica Ceca (48%) e gli Stati Uniti (52%) mostrano l’interesse più bassa per il cambiamento climatico e l’inquinamento da plastica ( 48% e 57% rispettivamente).

Quando però si considerano le risposte date da coloro che ritengono importante ( net important) le quattro questioni le differenze tra i Paesi sono meno marcate. Rimane per l’Italia al primo posto come preoccupazione l’inquinamento da plastica (93%) seguito dall’Inquinamento ambientale e dalla Deforestazione (entrambi al 92%) e infine il cambiamento climatico all’88%.

COSA SI INTENDE PER PACKAGING CIRCOLARE

Per il 57% degli intervistati l’imballaggio circolare (1) è quello che a fine vita viene riciclato nello stesso tipo di imballaggio. Questo concetto/associazione diventa più importante con avanzare dell’età degli intervistati: dal 51% della Gen Z al 65% dei Baby Boomers+ (di seguito Boomers).

(1) NdR. In realtà uscendo dal contesto della ricerca commissionata da ECC, un’iniziativa promossa dal settore degli imballaggi per bevande in lattina ( che possono essere solamente riciclati) l’economia circolare va oltre al solo riciclo abbracciando strategie come la prevenzione, la riduzione e il riuso. Pertanto l’imballaggio riutilizzabile è pienamente circolare essendo il riciclo l’opzione ambientalmente meno vantaggiosa della prevenzione e del riuso secondo la gerarchia europea di gestione dei rifiuti.

DEFINIZIONE DI RICICLABILE

Il 57% di tutti gli intervistati nei 16 Paesi collega la riciclabilità dell’imballaggio alla sua progettazione in chiave circolare. Oltre un terzo lo collega all’utilizzo di materiali riciclati o rinnovabili, o alla facilità di riciclo domestico.
L’associazione tra riciclabilità e progettazione per la circolarità aumenta con l’età, da poco più della metà della Generazione Z (51%) a quasi due terzi dei Boomer+ (65%).

Come si può vedere dalla figura sotto, per i rispondenti dall’Italia (62%) il dato è superiore alla media globale (57%), ma inferiore a Paesi come il Brasile (71%) [che è il Paese che collega maggiormente la riciclabilità di un imballaggio alla sua “progettazione per la circolarità”] o dell’Ungheria (66%).

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