ASviS Live: “Ampia convergenza su un sistema di deposito cauzionale per l’Italia”

All’evento sulla dimensione ambientale dello sviluppo sostenibile, l’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile ha denunciato i ritardi su clima e biodiversità, evidenziando l’urgenza di un Piano di ripristino della natura e di accelerare sulle rinnovabili.

Riprendiamo alcune dichiarazioni dal resoconto di ASviS all’evento intitolato “Biodiversità al lavoro: attuare la legge Ue sul ripristino della natura e il deposito cauzionale (Drs)”, che si è tenuto il 17 novembre a Roma che ha messo tra i temi al centro del dibattito i ritardi dell’Italia nel recepire e attuare gli impegni europei e internazionali, in particolare in materia di decarbonizzazione, adattamento climatico e tutela degli ecosistemi.

La campagna è stata tra i relatori dell’evento ad intervenire sul sistema di deposito cauzionale con Enzo Favoino suo coordinatore scientifico.

Seguono alcune dichiarazioni dei relatori riprese da ASviS, qui invece il resoconto completo e la registrazione completa del live.

Eleonora Evi, deputata del Pd, è poi tornata sul discorso legato alle misure per agevolare la transizione ecologica: “La trasformazione che deve avvenire a livello globale e nazionale ci mette di fronte a difficoltà enormi. Quando si gioca a un gioco le cui regole sono truccate o interpretate in modo diverso da quanto indica la scienza, il rischio è quello di alimentare resistenze che nella società già esistono. Sono realtà con cui dobbiamo fare i conti, ma in modo pacato, togliendo di mezzo tutto ciò che inquina la discussione. Su molti fronti, anche all’interno del Partito democratico, c’è un lavoro enorme da fare per affermare con chiarezza che alcune cose non dovremmo più farle. Gli allevamenti intensivi, per esempio, tema che la politica ha a lungo trascurato, ci hanno portato sull’orlo di un baratro, basti pensare al rischio epidemico. Quando queste industrie vengono colpite da un virus e tutti i capi devono essere abbattuti, le sovvenzioni arrivano da fondi pubblici. Per fare cosa? Per continuare nello stesso modo. Io credo che serva una capacità di visione più solida, fondata sulle evidenze scientifiche. Possiamo fare le cose in modo diverso: le soluzioni le abbiamo già, e in molti casi sono semplici da attuare. Penso, per esempio, al sistema di deposito cauzionale (Drs). Lavoriamoci insieme, imprese e politica, perché è da qui che può partire un cambiamento reale”.

Sul Drs si è soffermato soprattutto Enzo Favoino, campagna A buon rendere. “Ungheria, Polonia, Irlanda e, tra poco, anche il Portogallo: l’Italia rischia di diventare l’ultima a introdurre un sistema di deposito cauzionale. E non si tratta solo di un beneficio legato al Goal 12. Il Drs contribuisce anche al Goal 13 sul clima, con una riduzione stimata di 600 mila tonnellate di CO2 all’anno, e porta miglioramenti significativi al Goal 14, tutela degli ecosistemi marini. Oggi, nel nostro Paese, otto miliardi di contenitori sfuggono ogni anno al riciclo e finiscono anche dispersi nell’ambiente. Nonostante questo ritardo, per l’Italia comincio a essere ottimista: la posizione sul tema sta diventando bipartisan. Si discute ormai non più se farlo, ma quando, e io spero il prima possibile. Sempre più Comuni stanno aderendo, perché hanno capito che così si elimina un problema enorme: il littering. Oggi il tasso di circolarità del riciclo del Pet è appena al 7%. Tutto il resto finisce nei filati destinati alla fast fashion, che a sua volta non viene riciclata. Dobbiamo recuperare molto più Pet: è questa la vera circolarità”.

Abbiamo bisogno di alzare il livello del confronto sui temi ambientali, perché le città sono un indicatore efficace di come stanno andando le cose”, ha affermato Edoardo Zanchini, responsabile dell’Ufficio clima del comune di Roma. “Guardando ai dati urbani, la riduzione delle emissioni è un trend reale, il che significa che le soluzioni ci sono. La rete C40, di cui Roma fa parte, accompagna le città con piani concreti di riduzione delle emissioni. Ci sono numeri che parlano da soli: il Pakistan ha installato 12 Gigawatt di solare semplicemente perché conviene economicamente, riducendo consumi ed emissioni di gas naturale liquefatto. L’Ungheria, oggi, è il Paese europeo con il maggior tasso di fotovoltaico pro capite per la stessa ragione. Sulle rinnovabili come sulla gestione dei rifiuti abbiamo tecnologie mature e a basso costo. La trasformazione è già in corso: il rischio è che l’Europa resti indietro. Per accelerare la transizione, ai Comuni va dato supporto tecnico ed economico, anche per dare continuità agli investimenti nella fase post Pnrr”.

Una visione critica ma non priva di fiducia è arrivata da Alessandra Prampolini, direttrice generale del Wwf Italia: “Lo sviluppo sostenibile non ha subito un vero arresto. Il problema è che come Europa stiamo perdendo il primato politico e industriale, mentre il resto del mondo non aspetta noi. L’impianto normativo europeo ha comunque permesso di andare avanti e pochi giorni fa si è chiuso il processo che definisce la governance per il recepimento della Nature restoration law in Italia. Ci sono lacune evidenti nella partecipazione, e non abbiamo mai visto un evento istituzionale dedicato: un segnale preoccupante. Un Piano nazionale di ripristino deve coinvolgere tutti, dai livelli centrali a quelli locali, e deve poggiare su una baseline chiara, che ancora manca. Parliamo di gestione del territorio, di lotta alle inondazioni: è necessario un lavoro collettivo.

A chiudere il quadro è stato l’intervento di Massimo Milani, deputato di Fratelli d’Italia: “Vogliamo lanciare un segnale positivo sull’impegno dell’Italia per l’economia circolare e la tutela dell’ambiente. La transizione è ormai patrimonio comune del pensiero politico: non vedo battute d’arresto, semmai un approccio più pragmatico, come quello del Clean industrial deal, che non mette in discussione la direzione intrapresa. Serve un equilibrio: proteggere l’ambiente, ma anche garantire la sopravvivenza dell’industria, che spesso non ha colto in tempo la portata di questa sfida. Sulla plastica siamo campioni nel riciclo, ma dobbiamo sapere come riutilizzarla, anche premiando il materiale riciclato rispetto alla materia vergine. Sul fronte delle rinnovabili il problema è che molti consumatori non percepiscono ancora i benefici economici dell’energia pulita: abbiamo sempre detto che conviene, ma ora deve diventare evidente per tutti. Sul Drs vedo una possibilità concreta per introdurlo nel Paese. E spero che nella prossima Legge di bilancio vengano rafforzate le misure per l’efficienza energetica, perché un’economia avanzata come la nostra non può prosperare senza energia a buon costo”.

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