Portogallo: produttori e grande distribuzione sollecitano il governo per una rapida istituzione di un DRS

In Portogallo i produttori e la grande distribuzione si sono uniti per formare SDR Portugal, un’entità no-profit che si candida a gestire il futuro sistema di deposito cauzionale per contenitori di bevande monouso. In un’intervista ad Ambiente Magazine il direttore generale di SDR Portugal Miguel Aranda da Silva invita il governo ad agire velocemente per l’implementazione del sistema cauzionale: “Gli impatti di non farlo o di farlo in ritardo sono grandi e non c’è motivo per cui debbano continuare a peggiorare”.

Il Portogallo e la Grecia si apprestano ad essere i primi paesi Mediterranei (Sud Europa) ad implementare un DRS su larga scala e ad interrogarsi sul come conciliare la raccolta dei contenitori di bevande con punti vendita della distribuzione organizzata più piccoli rispetto al Nord Europa. In entrambi i paesi è attivo un dibattito riguardo l’installazione di macchine automatiche per la il recupero dei contenitori (Reverse Vending Machines, RVMs) anche in spazi pubblici.

Costituita formalmente nel 2021, SDR Portugal è un’entità no-profit composta dalle principali aziende dell’industria delle bevande e della distribuzione al dettaglio che operano in Portogallo e sin dal 2019 lavora allo “studio, ricerca, sviluppo e valutazione della soluzione” che ritiene essere “il modello più efficace e sostenibile” per il futuro sistema di deposito cauzionale (Sistema de Depósito e Reembolso, SDR) per contenitori di bevande monouso. Rappresentando il 90% dell’industria delle bevande alcoliche (Coca-Cola, Central de Cervejas, Sumol+Compal, Super Bock Group e Unilever, riunite in Circular Drinks) e l’80% dell’intero mercato della distribuzione portoghese (i marchi Auchan, Intermarché, Lidl, Mercadona, Pingo Doce e MC riuniti in SDRetalhistas), l’ente si è candidato a gestire il futuro DRS.

In un’intervista a Ambiente Magazine, il direttore generale di SDR Portugal Miguel Aranda da Silva dice che queste aziende ritengono di dover agire in quanto sono loro a sostenere i costi della gestione dei rifiuti di imballaggio secondo il principio della responsabilità estesa del produttore (EPR): “Sono i principali interessati all’efficacia e all’efficienza del funzionamento del DRS, in quanto dovranno far fronte all’impatto sulle vendite dei prodotti soggetti a deposito; dovranno garantire l’equilibrio finanziario del sistema attraverso le rate finanziarie; saranno obbligati a raggiungere gli obiettivi fissati per gli imballaggi in plastica per bevande; e sosterranno, direttamente o indirettamente, l’onere delle nuove risorse proprie dell’UE (Tassa sulla plastica) indirizzate al raggiungimento degli obiettivi europei“. Aranda da Silva dice che l’insieme delle entità associate ha già investito più di un milione di euro nello sviluppo tecnico dell’architettura del sistema da loro sostenuto e per il quale hanno avuto “il contributo di consulenti esperti e di fama internazionale con una vasta esperienza in questo settore e che ci hanno anche sostenuto nello studio di altri sistemi DRS già in funzione“.

Per raggiungere gli obiettivi europei: oltre 100 milioni di euro di investimenti, creazione di 1500 posti di lavoro e impiego di 3600 RVM

Il direttore generale di SDR Portugal è sicuro che il sistema di deposito portoghese contribuirà a raggiungere gli obiettivi della direttiva europea sulle plastiche monouso SUP, ovvero l’obbligo del 90% di raccolta selettiva per le bottiglie in PET entro il 2029 e un contenuto minimo del 30% materiale riciclato entro il 2030. “Sosteniamo un sistema gestito da un’entità di gestione che abbia come attività principali la definizione di standard e regole operative e la prevenzione delle frodi, l’implementazione di sistemi e protocolli di comunicazione e interazione tra tutti gli agenti della catena del valore e un processo di compensazione robusto e agile. L’entità di gestione garantisce l’affidabilità, la sicurezza e la tracciabilità delle banche dati e delle informazioni in esse contenute, ed è responsabile della stesura delle specifiche per tutte le fasi della catena del valore del sistema, ovvero Produzione, Commercializzazione, Ritiro, Consolidamento, Conteggio, Selezione e Riciclaggio” dice Aranda da Silva. “La soluzione che sosteniamo, una volta implementata, raddoppierà il riciclaggio degli imballaggi per bevande monouso in Portogallo, il che è molto significativo per raggiungere gli obiettivi europei”.

L’implementazione del DRS, secondo Miguel Aranda da Silva comporterà investimenti per oltre 100 milioni di euro, di cui 70 milioni dovrebbero essere realizzati nei primi due anni – periodo minimo di implementazione del sistema dopo l’assegnazione della licenza o della concessione – e la creazione di oltre 1.500 posti di lavoro diretti e indiretti. Su tutto il territorio nazionale, il sistema proposto da SDR Portugal prevede l’implementazione di 3.600 RVM per la raccolta automatizzata dei vuoti e mira a garantire la raccolta degli imballaggi in più di un terzo della totalità dei 90.000 punti di vendita esistenti nel commercio tradizionale e nel canale HORECA.

Necessario che il governo definisca le regole di funzionamento del futuro DRS

Il direttore di SDR Portugal ricorda a Ambiente Magazine che in base alla normativa vigente, il DRS avrebbe dovuto già essere operativo al 1° gennaio 2022 ma, così come nel caso della Romania, il governo è in ritardo sulla definizione della struttura del DRS e sulla nomina dell’ente che sarà l’Amministratore di Sistema. Nel frattempo, dice l’esperto, l’intero settore della produzione di bevande e della Grande Distribuzione sta aspettando di sapere quale tipo di DRS sarà implementato: “Lo standard europeo è definito, così come gli obiettivi che dobbiamo raggiungere in relazione ai vari tipi di rifiuti, nel nostro caso i contenitori di bevande. Ora è necessario definire le regole in base alle quali funzionerà il futuro sistema di deposito cauzionale, in modo che tutti gli operatori del settore possano lavorare per un trattamento migliore, più efficace e più efficiente di questi imballaggi, rispettando così gli impegni stabiliti e migliorando l’ambiente del Paese e del mondo“. Secondo SDR Portugal, l’efficienza del sistema dipende dalla sua agilità e trasparenza: “Esistono tutte le condizioni per guadagnare efficienza nell’intera catena del valore e abbiamo a disposizione sistemi di gestione e controllo dei dati che consentano, in modo trasparente, sicuro e rigoroso, di conoscere le prestazioni totali del sistema“.

“Il Governo ha il ruolo di promuovere le condizioni legali e normative per un’adeguata implementazione del sistema, agendo in tempo perché la soluzione sia attuata in tempi utili e in modo da generare i risultati di cui il Paese ha bisogno, non solo dal punto di vista del raggiungimento degli obiettivi ma, soprattutto, in termini di impatto positivo generato a livello di ambiente e di qualità della vita per tutti. Gli impatti del non implementare un DRS o del ritardarlo sono grandi e non c’è motivo per continuare nel peggioramento. Esiste una soluzione strutturata, studiata e testata che può risolvere le sfide attuali e questa soluzione è la SDR Portugal” dice Aranda da Silva.

Uno studio di fattibilità mostra benefici diretti e indiretti dell’introduzione del DRS

Uno studio di fattibilità promosso dall’Agenzia portoghese per l’ambiente ed eseguito dalla società di consulenza 3drivers ha mostrato che un sistema di deposito cauzionale per contenitori di bevande in plastica, vetro, metallo e alluminio potrebbe fare raddoppiare il riciclaggio degli imballaggi per bevande monouso in Portogallo e generare benefici per i Comuni e i loro sistemi di gestione dei rifiuti (SGRU) e, di conseguenza, per i cittadini.

Citando lo studio di 3drivers, Miguel Aranda da Silva spiega che “la perdita di introiti per gli SGRU è nell’ordine di 8,0 milioni di euro, pari a circa il 3% degli introiti ottenuti con la gestione di questa tipologia di rifiuti [ma] i risparmi potenziali per i Comuni e gli SGRU ai aggirano tra i 9 e i 20 milioni di euro, con la riduzione dei costi di raccolta e selezione dei rifiuti di imballaggio di bevande come bottiglie in PET e lattine che transitano nel DRS”. Inoltre, dice il direttore generale di SDR Portugal, il sistema permetterà una riduzione dal 70 al 90% della quantità di imballaggi per bevande nel littering [e] una riduzione dal 30 al 40% riduzione dal 30 al 40% della quantità totale di littering.”

Lo studio di fattibilità affronta la “preoccupazione legittima” degli enti di gestione dei rifiuti urbani di vedere una riduzione degli introiti derivanti dalla mancata vendita del PET come materia prima seconda : “È importante considerare che il Sistema integrato di gestione dei residui da imballaggi (SIGRE) dovrebbe compensare tutti i costi associati alla gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio. Con la deviazione delle bottiglie in PET [ci sarà una riduzione degli incassi e] quindi sarà necessario aumentare il valore dei contributi ambientali sugli altri materiali (inclusi altri tipi di plastiche) per compensare i costi di raccolta, selezione e riciclo degli altri imballaggi [che non rientrano nel DRS]. A questo proposito, le entrate dei comuni e degli SGRU dovrebbero rimanere costanti, a condizione che i valori degli altri contributi ambientali siano aggiornati correttamente.

Lo studio mostra anche l’esistenza di benefici indiretti dell’introduzione del sistema DRS a livello di economia circolare, quali il miglioramento della qualità del materiale raccolto e la riduzione dei tassi di contaminazione, la riduzione delle emissioni di anidride carbonica e dei rifiuti marini.

Il Direttore Generale della SDR Portugal sembra inoltre non avere dubbi sul fatto che l’implementazione del sistema permetterà di “aumentare la tracciabilità dei flussi dei rifiuti garantendo un maggiore controllo della qualità, un migliore monitoraggio e una riduzione dei rischi di frode. [Inoltre] un monitoraggio continuo consentirà di anticipare e correggere rapidamente potenziali deviazioni“.

Si attende da parte del governo la pubblicazione del decreto attuativo del sistema DRS, che vada a delineare gli aspetti chiavi del sistema. Il decreto è atteso per la fine del 2022, in modo tale da permettere al sistema di essere avviato entro il 2024.

Fonte: Ambiente Magazine

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