Vallonia: qual è il costo del littering e perché il Belgio non ha ancora un Sistema Cauzionale

Nella Vallonia il costo annuale per la rimozione del littering a carico dei Comuni e contribuenti vale 84 milioni di euro. Un terzo dei rifiuti dispersi nell’ambiente è costituito da lattine e bottiglie di plastica. Un’inchiesta televisiva del canale RTBF ha indagato sul perché il Belgio non ha ancora un Sistema Cauzionale per contenitori per bevande che si sono dimostrati efficaci in altri 14 Paesi Europei.

Il programma televisivo Investigation dell’emittente RTBF ha condotto un’inchiesta sui rifiuti da imballaggio per contenitori di bevande in Vallonia per cercare di scoprire quanti rifiuti vengono dispersi in natura, quanto costa la loro rimozione, e soprattutto perché in Belgio un Sistema Cauzionale è stato bloccato per anni. Ogni anno, la regione dichiara di raccogliere 30.000 tonnellate di rifiuti dispersi nell’ambiente – di cui un 1/3 sono lattine e bottiglie di plastica – spendendo 84 milioni di euro, di cui solamente 5 milioni sono coperti da Fost Plus. Nel servizio viene intervistato Carlo Di Antonio, che nel 2014 da ministro dell’ambiente in Vallonia ha cercato di introdurre il sistema che spiega come il settore dei produttori di bevande e della Distribuzione Organizzata abbia opposto resistenza per anni.

Fost Plus [il PRO Producer Responsability Organizer in Vallonia, ovvero l’ente che come il nostro Conai che assolve all’EPR per conto dei produttori allo scopo di finanziare i costi di raccolta differenziata] si oppone da sempre ad un DRS investendo in altre iniziative di meno comprovata efficacia come mostra il servizio approfittando anche del fatto che in Belgio i rifiuti appartengono a Fost Plus in quanto PRO. Le aziende intercomunali che agiscono come subappaltatori del servizio di raccolta non hanno grande voce in capitolo e non incassano neanche i proventi della vendita dei materiali. In Italia i Comuni si occupano di organizzare la raccolta differenziata degli imballaggi [tramite i gestori del servizio incaricati] , sono proprietari dei rifiuti ma i proventi della vendita dei materiali li incassano i Consorzi Conai a seconda dei materiali. I Comuni ricevono dei corrispettivi sulla base del peso a parziale copertura dei costi sostenuti per la raccolta basati sulla qualità e pulizia degli imballaggi che consegnano alle piattaforme dei consorzi Conai.

Nell’inchiesta viene intervistato anche un allevatore di bestiame che ha perso una mucca per aver ingerito i frammenti di una lattina di bibita. Le lattine e bottiglie buttate nei prati vengono triturate dai mezzi meccanici tosaerba ed ingerite accidentalmente dagli animali da pascolo. La federazione degli allevatori stima che ogni anno in Vallonia muoiano di conseguenza 3.000 vacche. Per evitarlo, Luc Willemart, veterinario di Beauraing, rivela che è pratica comune far ingoiare alle mucche dei magneti. “Rimangono nello stomaco per tutta la vita. In questo modo si evita che le schegge di lattine taglienti vaghino per il corpo e causino lesioni fatali.”

Per vedere il servizio clicca qui.

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Manifestazione con poster degli allevatori che denunciano la morte dei loro capi di bestiame

Il rifiuto categorico dell’industria dell’imballaggio

In Belgio, i distributori automatizzati inversi (Reverse Vending Machines, RVM) installati su base volontaria per la raccolta automatizzata delle bottiglie in vetro della birra non accettano altre tipologie di contenitori. Eppure sarebbe sufficiente riprogrammare queste macchine per raccogliere anche bottiglie in plastica e lattine, come già avviene in altri paesi, massimizzando i costi e sottraendo all’ambiente le 10.000 tonnellate di lattine e bottiglie di plastica che vanno perdute ogni anno.

Perché il Belgio è un’eccezione? Nel 2014, Carlo Di Antonio, l’allora ministro vallone dell’Ambiente, aveva cercato di includere un DRS nel programma dei rifiuti della Regione, ma i produttori e i distributori di imballaggi hanno rifiutato categoricamente. “I settori sono senza dubbio intervenuti presso i negoziatori per dire: pericolo per l’economia, pericolo per i supermercati che dovranno recuperare queste lattine, pericolo per i clienti che pagheranno di più perché dovranno pagare un deposito, anche se poi lo recupereranno” ha detto Di Antonio. Nella legge regionale vallone era stato tuttavia specificato che “il Ministro dell’Ambiente istituirà un DRS di concerto con il settore, o qualsiasi altra alternativa“, spiega l’ex ministro. Conseguentemente il settore degli imballaggi ha fatto firmare un accordo al Ministro nel quale questi si è impegnato a mettere in pausa fino al 2022 una decisione su un eventuale DRS. In cambio il settore si è impegnato a ridurre del 20% la quantità di rifiuti da bevande nel littering, finanziando campagne di sensibilizzazione e raccolte per un ammontare di 5 milioni di euro annui.

“Piccioni raccoglitori”

Da questo accordo è nata l’organizzazione no-profit BeWapp Wallonia plus propre. Migliaia di cittadini volontari, muniti di giubbotti gialli, guanti e pinze che, con grande dimostrazione di solidarietà, danno l’esempio. Ogni anno questi cittadini raccolgono gratuitamente tonnellate di rifiuti in tutta la Vallonia con il titolo “ambasciatori del pulito“. Ma poco è cambiato nell’atteggiamento dei cittadini commentano i volontari nel servizio : “La gente è disgustosa, è davvero orribile”. “Abbiamo trovato molte lattine. Chiaramente la gente beve in macchina e poi le getta dal finestrino”.

Ironia della sorte, raccogliendo gratuitamente i rifiuti lungo le strade per cinque anni, i volontari finiscono per contribuire positivamente all’obiettivo dell’industria di una riduzione del 20% del littering. Anche Mooiemakers – l’equivalente programma fiammingo di BeWapp – ha lavorato per cinque anni per educare i cittadini attraverso campagne di raccolta. Tuttavia l’impegno non è stato ripagato in termini di riduzione del littering dal momento che secondo l’OVAM, l’agenzia pubblica fiamminga per i rifiuti, è invece aumentato del 14%. Non ci sono elementi per scommettere su una maggiore virtuosità della Vallonia. Sensibilizzazione, raccolta, educazione, fumo negli occhi? Per Régine Florent, ““. Ex ambasciatrice della pulizia BeWapp a Dinant, ha poi creato il gruppo dei Piccioni raccoglitori. “Mi sono resa conto che, raccogliendo, stiamo contribuendo a minimizzare il problema e a far sì che le autorità e gli industriali possano dire: ‘Beh, non è poi così grave’. Mentre è proprio l’industria ad aver creato il problema inondandoci di imballaggi monouso a rischio dispersione che non esistevano 40-50 anni fa”.

Responsabilità estesa del produttore

Tuttavia, l’industria si sta assumendo la sua parte di responsabilità, e lo fa dal 1994. Nello stesso anno è stata recepita in tutti i Paesi europei una direttiva europea basata sul principio chi inquina paga, ovvero la responsabilità estesa del produttore (EPR). “I produttori e i distributori di imballaggi devono finanziare la raccolta e il trattamento dei rifiuti che creano. Nella maggior parte dei Paesi europei questo significa, tra le altre cose, l’aver istituito un sistema di deposito cauzionale. In Belgio, invece, le industrie hanno preferito creare un’organizzazione senza scopo di lucro, la Fost Plus, e basare l’intero sistema sul famoso ‘sacco blu’” spiega Tom Zoete della Alliance pour la consigne un’iniziativa lanciata da Recycling Netwerk Benelux nel 2017 (Partner internazionale della nostra campagna A Buon Rendere).

Fost Plus è finanziata dai produttori e distributori di imballaggi attraverso il ‘punto verde’, un programma identificabile dal simbolo delle due frecce intrecciate tra loro a formare un cerchio, visibile su ogni confezione. Un simbolo che, nonostante la somiglianza con il simbolo del riciclo, non significa che l’imballaggio sarà riciclato, ma che è stato pagato un contributo a Fost Plus dal produttore perché questi si occupi della gestione del suo fine vita per suo conto. Il consiglio di amministrazione di Fost Plus comprende grandi marchi come Coca-Cola, Unilever e Spadel, catene di supermercati come Delhaize, Colruyt e Carrefour, nonché associazioni del settore alimentare del commercio e dell’industria del packaging e della plastica.

Per adempiere all’obbligo EPR di raccolta e trattamento dei rifiuti, Fost Plus ha sviluppato il sistema del ‘sacco blu’ e negli ultimi anni ha investito più di 60 milioni di euro in nuovi centri di smistamento in grado di trattare il contenuto del ‘sacco blu esteso’. Un successo secondo la no-profit che presenta cifre record per il riciclaggio, facendo del Belgio un leader a livello europeo. Per Valérie Bruyninckx, portavoce di Fost Plus, con un sistema così efficiente non c’è bisogno del deposito. “Il deposito è un sistema di raccolta alternativo per alcuni imballaggi, come lattine e bottiglie. Il sistema di raccolta del ‘sacco blu esteso’, invece, offre una soluzione di riciclaggio non solo per questi contenitori di bevande, ma anche per molti altri tipi di imballaggi. Avere due sistemi di raccolta paralleli (cioè il Sistema di deposito cauzionale e il sacco blu esteso) genererebbe notevoli costi aggiuntivi” ha risposto Bruyninckx via e-mail alla redazione del servizio.

Il sacco blu è efficace per l’ambiente?

Per sapere se il sacco blu è efficace nella lotta all’inquinamento ambientale, la redazione di Investigation ha chiesto i dati a Fost Plus, ma non avendo ricevuto risposte precise è andata a cercare i dati altrove. Ogni anno, la Regione Vallonia dichiara di raccogliere 30.000 tonnellate di rifiuti dispersi di ogni tipo. Secondo le statistiche di BeWapp, le lattine e le bottiglie di plastica rappresentano un terzo di questa cifra. Ciò significa che, nonostante il sacco blu, ogni anno circa 10.000 tonnellate di lattine e bottiglie di plastica sono disperse nell’ambiente.

Un mostro che ha bisogno di plastica e alluminio

Negli anni Fost Plus ha investito così tanto nel sacco blu che gli è difficile immaginare di investire nuovamente in un DRS. In uno dei più grandi centri di smistamento del Belgio, quello di Valtris a Charleroi, un anno fa è stata inaugurata una nuova ala: “Si tratta di un investimento complessivo di 30 milioni da parte di Fost Plus“, spiega Philippe Teller, vicepresidente della COPIDEC (Federazione vallone delle aziende intercomunali per la gestione dei rifiuti) e amministratore del centro di smistamento di Valtris. Perché Fost Plus sta investendo in una società intercomunale? Perché in Belgio i rifiuti appartengono a Fost Plus dall’A alla Z. Ciò significa, come anticipato prima, che le aziende intercomunali agiscono solo come subappaltatori e si sono dovute adeguare alla scelta di Fost Plus di investire nel sacco blu esteso.

Trattiamo 40.000 tonnellate di rifiuti in plastica, metallo e cartone all’anno, di cui le bottiglie e le lattine rappresentano circa il 35-40% del totale. Quindi, in termini concreti, se ci fosse un DRS su bottiglie in PET e lattine, ci sarebbe il 40% di rifiuti in meno” spiega Teller. Il 40% di rifiuti in meno per il centro di smistamento di Valtris (e quindi per Fost Plus), significherebbe avere un impianto che funziona a metà della sua capacità. Fost Plus ha creato un gigante che ha bisogno di inghiottire una quantità fenomenale di plastica e alluminio per far fruttare l’investimento, commenta il giornalista di Investigation, e le intercomunalità non hanno altra scelta che tenere il passo.

84 milioni pagati dai contribuenti

Attraverso Fost Plus i produttori e distributori di imballaggi finanziano il sistema di raccolta domiciliare di tali imballaggi che avviene tramite il sacco blu. Ma qual’è il suo contributo alla pulizia delle città ? Come già accennato l’industria delle bevande mette sul piatto cinque milioni di euro all’anno per le attività di sensibilizzazione e pulizia in Vallonia. Cinque milioni non sono molto rispetto agli 84 milioni di euro di pulizia delle aree pubbliche finanziata ogni anno dai contribuenti valloni per rimuovere un terzo di quei rifiuti tra lattine e bottiglie che sfuggono al sacco blu.

Una nuova direttiva europea

In risposta a questa osservazione, Nicholas Courant, portavoce della federazione dell’industria alimentare, ricorda che: “Si tratta soprattutto di un problema comportamentale per il quale non è ancora stata trovata una soluzione duratura. Questo nonostante i settori dell’industria e del commercio si stiano assumendo da tempo la responsabilità, tra l’altro attraverso il finanziamento integrale delle attività dei volontari di BeWaPP”. Courant aggiunge inoltre che il settore dovrà presto pagare di più anche per la rimozione del littering: “Dal gennaio 2023, le aziende che vendono prodotti confezionati dovranno pagare il costo riferito alla quota degli imballaggi presenti nei rifiuti. Si tratta di un’estensione dell’ambito di applicazione della responsabilità estesa del produttore, stabilita dalla direttiva europea sulle plastiche monouso SUP. L’attuazione della direttiva SUP nelle tre regioni del Paese è attualmente in fase di negoziazione”.

La direttiva SUP sulle plastiche non fa chiaramente accenno al “sistema di deposito“, ma “questo è ciò che è scritto tra le righe“, afferma Tom Zoete della Alliance pour la consigne. Tanto che molti Paesi europei prevedono nel suo recepimento un Sistema Cauzionale per bottiglie di plastica e lattine (Lussemburgo, Austria, Irlanda, Portogallo, Scozia, ecc.). In Belgio, il dibattito si va accelerando con l’accordo tra l’industria e l’ex ministro dell’Ambiente Carlo Di Antonio che scade con questo anno. Anche se Céline Tellier, il nuovo ministro vallone dell’Ambiente, ha prontamente dichiarato che “questo contratto era vincolante solo per l’allora ministro Di Antonio” ed ha commissionato uno studio di fattibilità: “Si tratta di uno studio concreto che mira a valutare l’impatto che potrebbe essere causato dall’introduzione di un DRS domani. Rappresenterà un costo per il cittadino? E se sì, come può il settore degli imballaggi contribuire a questo costo? Ma ci sono anche questioni molto pratiche: quanto dovrebbe essere il deposito? 10 centesimi? 20 centesimi? Di più?”

Scansione dei rifiuti a casa

Il vento sta cambiando per il settore. I depositi non sono mai stati così vicini“, chiosa il giornalista di RTBF Quentin Ceuppens. Dopo numerose richieste di intervista Fost Plus capitola. Durante l’intervista, Wim Geens, direttore dell’organizzazione no-profit spiega che il settore ha un piano, ma non si tratta di un DRS, come è in funzione negli altri paesi europei: “Vogliamo offrire un sistema digitale, intelligente. Per scansionare la lattina o la bottiglia a casa con il proprio smartphone e recuperare il deposito direttamente accreditato sul proprio conto. Per gli anziani è prevista l’installazione di uno scanner.” Un modo, secondo Geens, per aumentare i tassi attuali di raccolta e riciclo evitando l’implementazione di un sistema di raccolta tramite le Reverse Vending Machines, mantenendo il sacco blu.

Quando Cueppens chiede come fanno ad essere sicuri che valga la pena di spendere qualche centinaio di milioni per un sistema che non esiste, quando ci sono le evidenze positive di altri paesi già a disposizione, ma soprattutto come si fa ad avere la prova che con questo sistema le lattine e le bottiglie di plastica saranno realmente messe nel sacco blu, il Ceo risponde “Se non lo fai, è perché sei in malafede“.

In pratica, con questo sistema, basato sulla buona fede dei cittadini, una persona “in malafede” potrebbe benissimo scannerizzare una bottiglia o una lattina per riscuotere il deposito sul proprio conto, per poi gettarla dalla finestra… Un’altra domanda che sorge nell’applicazione del deposito digitale è quella sulla a privacy.

L’industria avrà il vostro indirizzo, il numero di conto, l’ora in cui avete gettato la lattina… e quindi potenzialmente le statistiche sulle vostre abitudini di consumo“, osserva Tom Zoete di Alliance pour la consigne. Il direttore di Fost Plus smentisce immediatamente: “È impossibile, perché anche noi siamo soggetti al GDPR” (il regolamento europeo sulla protezione dei dati).

Incentivi “alimentari

Oltre al “DRS digitale“, il settore degli imballaggi offre anche un altro sistema basato sull’applicazione mobile “Clic”.  “Siamo convinti che le persone gettino o raccolgano i rifiuti più facilmente grazie a un sistema di ricompense“, spiega Wim Geens. In concreto, si scarica l’applicazione e si crea un account. Con questa applicazione è possibile scansionare i rifiuti che si consumano o che si trovano a terra. Si promette di mettere i rifiuti nel cestino e in cambio si ricevono dei “Circular U Coins“, una moneta virtuale che permette di ottenere premi nei negozi locali. Investigation ha fatto l’esperimento mettendosi nei panni di una persona “in cattiva fede” e ha scansionato la stessa bottiglia 300 volte senza mai metterla in cestino. Dopo tutto, non c’è l’obbligo di farlo. Non solamente i giornalisti di Investigation sono stati accreditati, ma sono anche stati premiati con un trofeo “super cliqueur“, mentre la bottiglia è ancora nella loro auto. Con questi crediti, sono andati a ritirare la ricompensa in un bar nella città di Namur, capitale della Vallonia e… sorpresa: “Lei è il primo in un anno, signore. Non ho mai avuto nessuno“, dice il barista. Per quindici lattine raccolte si ha diritto ad una piccola porzione di formaggio ordinando una bibita (un servizio spesso gratuito nella maggior parte dei locali).

Poco più avanti, i giornalisti fanno una prova in una paninoteca, stessa reazione del proprietario: “Siete i primi. Anche se è vero che una signora di Fost Plus mi ha chiesto, piuttosto insistentemente, di scaricare l’applicazione, dicendo che ci avrebbero dato 50 euro. Così ho accettato ma non ho mai ricevuto nessuno”. Nella paninoteca venti rifiuti raccolti danno diritto a un supplemento gratuito di farcitura. A condizione, ovviamente, che si compri un panino.

È strano che si possa cliccare la stessa bottiglia così tante volte, di solito non è possibile“, dice il direttore di Fost Plus a Investigation quando i giornalisti gli raccontano la loro esperienza. Pochi giorni dopo i giornalisti ricevono un’e-mail dal team di Clic “Vi chiediamo di utilizzare la nostra applicazione in modo corretto in futuro e di fare dei veri Clics”. Tutto questo tre mesi dopo la “sperimentazione” del sistema a Namur.

Alla domanda su quanto costerebbe questo sistema di deposito digitale con applicazione Clic Wim Geens risponde “un centinaio di milioni di euro” Per quanto riguarda invece l’estensione della cauzione alle lattine e alle bottiglie di plastica raccolte nel sacco blu il Ceo di Fors Plus risponde : ” Lo stesso, circa cento milioni di euro“.

Fost Plus preferisce quindi investire in due sistemi che non esistono altrove piuttosto che in un Sistema Cauzionale, e questo nonostante la crescente richiesta di tale sistema deposito da parte del pubblico.

A questo proposito, Tom Zoete – Alliance pour la consigne precisa “Già 1.250 comuni, organizzazioni e aziende si sono dichiarati a favore del sistema“. L’esperienza dell’Olanda insegna. Le bottigliette in PET di piccole dimensioni da quando sono state assoggettate al cauzionamento nel luglio del 2021 sono quasi sparite dal littering. Lo ha documentato l’evidenza raccolta da Dirk Groot alias Zwerfinator (contrazione di zwerf, rifiuto, e terminator) che da sei anni raccoglie e classifica i rifiuti che trova abbandonati lungo i bordi delle strade e nei giardini pubblici: “Il governo aveva chiesto all’industria di trovare soluzioni per ridurre il littering. Hanno fatto campagne di sensibilizzazione, di pulizia e raccolta, ma non ha mai funzionato. Alla fine il governo ha esteso il sistema di deposito ad includere le bottiglie in PET più piccole di 0,8L, e ora ci sono molti meno rifiuti in natura”

Inoltre, secondo uno studio di Test Achat condotto nel 2021, il 75% dei belgi approva l’idea di un Sistema Cauzionale per lattine e bottiglie di plastica.

Se dal punto di vista politico, il Ministro dell’Ambiente vallone deciderà se implementare o meno il DRS in Vallonia in base ai risultati dello studio di fattibilità, previsto per giugno 2023. Nel frattempo la commissione Ambiente del parlamento – dopo mesi di audizioni sul tema – ha effettuato una visita di lavoro al sistema di deposito olandese e sta emergendo all’interno del parlamento vallone un consenso trasversale tra maggioranza e opposizione verso un DRS.

Nelle Fiandre la ministra all’Ambiente Zuhal Demir mette sul tavolo del governo fiammingo l’introduzione di un DRS. I partiti partner della coalizione governativa CD&V e anche i partiti di opposizione Vooruit e Groen sono da tempo sostenitori dei Sistemi di Depositi. La ministra ha anche contattato i suoi omologhi della Vallonia e di Bruxelles, Céline Tellier e Alain Maron (entrambi di Ecolo e a favore di un Sistema Cauzionale per in tutto il Belgio. Sia l’accordo di coalizione vallone che quello di Bruxelles prevedono tra l’atro l’introduzione di un DRS in questa legislatura.

Fonte: RTBF

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