Obiettivo 90% di raccolta e DRS, una strategia per un settore delle bevande più circolare

Pubblicato oggi da Reloop Platform il rapporto Target 90: The dual-action approach for circular drinks packaging in Europe, che analizza i vantaggi ambientali ed economici di un approccio combinato nella gestione del fine vita dei contenitori per bevande che preveda un tasso di raccolta separata vincolante del 90% per tutte le tipologie di materiale: alluminio, plastica e vetro.

I risultati che emergono dallo studio, che ipotizza uno scenario in cui si raggiunga un tasso di raccolta vincolante del 90% per tutti gli imballaggi per bevande, vengono descritti dagli autori dello studio come estremamente convincenti. Per perseguire tale obiettivo di intercettazione sarebbe ovviamente necessario implementare in tutti i 27 Stati membri dell’UE un Sistema di Deposito Cauzionale (ove non già presente). Un DRS obbligatorio per legge per gli imballaggi monouso di bevande, è inoltre una misura che permette agli Stati membri di promuovere un maggiore uso di bottiglie ricaricabili, in quanto l’infrastruttura di un Sistema Cauzionale viene messa al servizio di tutti i contenitori per bevande (monouso e ricaricabili) con una ottimizzazione a livello di costi e operatività. Un Sistema Cauzionale per imballaggi di bevande monouso – si legge nello studio – è un prerequisito per un sistema di riutilizzo di successo, come dimostrano le esperienze di diversi Paesi come Germania, Estonia, Finlandia, Lituania e Paesi Bassi dove i contenitori vuoti possono essere restituiti dai cittadini presso gli stessi punti di raccolta.

L’impatto netto complessivo consiste in una riduzione della domanda di materiali vergini in tutta l’UE, che a sua volta si traduce in una significativa riduzione delle emissioni di carbonio. Impatti che grazie ai benefici che una maggiore circolarità racchiude in sé non potranno che aumentare con il tempo.
La proposta include soluzioni comprovate che fanno bene al clima e aumentano la
resilienza dell’Europa in termini di garanzia di accesso alle risorse (materiali ed energia). Questa opportunità è quanto mai allineata all’attuale contesto geopolitico in Europa, dove l’approvvigionamento energetico e l’accesso alle risorse sono diventati sempre più critici.

Raggiungere l’obiettivo del 90% di raccolta per i contenitori di bevande in Europa riduce il consumo di 1,6 milioni di tonnellate di PET vergine, quasi 400 mila tonnellate di alluminio vergine e oltre 20 milioni di tonnellate di vetro vergine. Ciò consente di compensare 10 milioni di tonnellate di CO2 equivalente entro il 2030.

Nel rimandarvi alla lettura dello studio che contiene dati e proiezioni interessanti per le tre tipologie di materiale da imballaggio: plastica, alluminio e vetro, vi proponiamo un assaggio di quanto troverete nello studio.

Qualche numero sui benefici del piano Obiettivo 90 per tutti gli imballaggi delle bevande:

Secondo le stime elaborate dallo studio sulla base dei dati del 2019 di GlobalData, qualora tutti gli Stati membri implementassero un DRS tra il 2022-2029, l’impatto cumulativo sul periodo 2022-2030 sarebbe di 170 miliardi di contenitori sprecati in meno rispetto allo status quo.

L’impatto in termini di contenitori che verrebbero salvati da inceneritori e discariche per aumentare i relativi tassi di riciclo è visualizzabile nelle seguenti tabelle per tipologia di contenitore.

Se il modello venisse esteso per altri 10 anni fino al 2041, gli impatti positivi dell’aumento della raccolta e della maggiore circolarità dei contenitori per bevande si moltiplicherebbero ulteriormente.
Sebbene ci siano molti modi per ridurre le emissioni di anidride carbonica per raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE i risultati emersi suggeriscono che entro il 2040, data in cui le emissioni totali dovrebbero scendere a 1 milione di tCO2e, l’adozione di Target 90 potrebbe eliminare le emissioni equivalenti a ben il 4,3% della riduzione richiesta per quell’anno (vale a dire, la riduzione necessaria per raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE). Di questo 4,3%, la maggior parte di queste riduzione sarà ottenuta dagli Stati membri che attualmente hanno bassi tassi di raccolta dei contenitori per bevande e che adotteranno l’obiettivo target 90.
L’impatto maggiore dell’adozione di Target 90 si avvertirebbe in Francia, Italia, Polonia e Spagna, che insieme rappresenterebbero oltre il 60% di tali emissioni. Questo è dovuto al fatto che questi Stati membri – che rappresentano una quantità significativa di vendite annuali di imballaggi – hanno anche un basso tasso di raccolta per il riciclaggio e una bassa circolarità all’interno delle tre categorie di materiali.
I risultati delle analisi sono chiari – si legge nel rapporto – il raggiungimento dell’obiettivo 90 per gli imballaggi delle bevande offre molteplici vantaggi in tutti i settori:

  • Meno rifiuti: da oggi alla fine del 2030, il piano Target 90 dovrebbe eliminare oltre 2 milioni di tonnellate di PET che vengono ancora sprecate, 515.000 tonnellate di lattine di alluminio e oltre 13 milioni di vetro.
  • Riduzione dell’estrazione di materiale vergine per i produttori di bevande: da oggi al 2040 i produttori di bevande avrebbero bisogno di 11,7milioni di tonnellate in meno di plastica vergine, 5,8 milioni di tonnellate in meno di alluminio vergine e oltre 100 milioni di tonnellate in meno di vetro vergine.
  • Riduzione netta dell’estrazione di materiale vergine per tutti i produttori: Per l’intero periodo di studio (2022-2040) l’uso complessivo di plastica vergine nell’UE diminuirebbe di 8,8 milioni di tonnellate. L’uso complessivo di alluminio vergine e vetro vergine diminuirebbe rispettivamente di 1,9 milioni di tonnellate e 46 milioni di tonnellate.
  • Meno emissioni: Sostituendo il materiale vergine utilizzato per la produzione di contenitori per bevande con materiale riciclato, l’impatto in termini di emissioni di carbonio evitate è equivalente ad oltre 2,7 milioni di CO2e/anno entro il 2030 e ad oltre 4,3 milioni di tCO2e/anno entro il 2040.

L’approccio complessivo suggerito – si legge nelle conclusioni dello studio – può aiutare l’Unione Europea a raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050, riducendo i rifiuti e mantenendo le risorse a disposizione dell’economia entro i propri confini. In un mondo alle prese con la crisi climatica e con gli oceani soffocati dai rifiuti non possiamo più permetterci il lusso di contrastare o dilazionare nel tempo l’implementazioni di misure e soluzioni ormai ampiamente collaudate che hanno dimostrato di funzionare. Esiste un’enorme opportunità in Europa per compiere reali progressi verso un’economia più circolare che non va sprecata.

Per visionare tutti materiali correlati come video, presentazioni ed altro vai alla pagina dedicata sul sito di Reloop.

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