Cosa dice lo studio di fattibilità per un DRS in Spagna?
Per uscire dall’impasse, il governo spagnolo ha commissionato lo scorso anno uno studio indipendente di fattibilità sull’implementazione di un sistema DRS per contenitori monouso di bevande alla società pubblica Tragsatec. Pubblicato nel 2021, lo studio di fattibilità per il DRS in Spagna considera tre scenari: raccolta differenziata (tramite i “cassonetti gialli”) che corrisponde al sistema attuale , DRS1 (che include tutti i tipi di contenitori di bevande monouso) e DRS2 (che include solo bottiglie in plastica e lattine in alluminio). La quantità di imballaggi per bevande soggetti al DRS1 corrisponderebbe a 900.268 tonnellate (65% vetro, 17% plastica, 15% metallo e 2% cartoni per bevande) e 18.347 milioni di unità (43% metallo, 34% plastica, 15% vetro e 8% brik).
Mentre la quantità di imballaggi per bevande soggetti allo scenario DRS 2 corrisponderebbe a 292.420 tonnellate (53% plastica e 47% metallo) e 14.189 milioni di unità (44% plastica e 56% metallo).
L’implementazione di un DRS in Spagna porterebbe a raccogliere 778.371 tonnellate di contenitori per bevande all’anno nello scenario DRS1 e 252.827 tonnellate nel DRS2) che significa che il materiale recuperato annualmente aumenterebbe di 242.356 tonnellate di imballaggi con il DRS1 e di 80.430 tonnellate con il DRS2.
La frazione residua di imballaggi che non sono contenitori per bevande non conterrebbe più di 341.228 tonnellate di imballaggi all’anno nella DRS1 e 140.050 tonnellate nella DRS2 che resterebbero a carico dell’attuale regime di EPR gestito da Ecoembes e Ecovidrio per il vetro.
Lo studio di Tragsatec stima anche che l’implementazione di un sistema DRS per bottiglie e lattine ridurrebbe la quantità di rifiuti dispersi nell’ambiente poco meno di 2.200 tonnellate ogni anno corrispondenti a circa 122 camion dal carico di 18 tonnellate. Se si includessero nel DRS anche i contenitori di vetro, la riduzione della quantità di rifiuti dispersi nell’ambiente sarebbe di oltre 6.750 tonnellate annue (375 camion).
Lo studio avverte che con il modello attuale, basato sulla raccolta tramite i cassonetti gialli la Spagna “non raggiungerebbe nessuno degli obiettivi netti di raccolta selettiva delle bottiglie di plastica per bevande” stabiliti dalla direttiva europea sulle plastiche monouso SUP ( 77% al 2025 e 90% al 2029).
L’introduzione di un DRS aumenterebbe non solamente la quantità di materiale recuperato, ma anche la “purezza” di ciò che viene raccolto rendendo possibile un riciclaggio a ciclo chiuso bottle to bottle can to can che garantisce la vera circolarità dei materiali, si legge nel rapporto. Inoltre, si avrebbe un risparmio di emissioni di gas climalteranti pari a mezzo milione di tonnellate di anidride carbonica che corrisponde a un miglioramento dell’impatto ambientale di circa il 45% rispetto alla gestione attuale. “dovuto principalmente all’aumento del riciclo dell’alluminio e del PET (e di altri materiali), che evita le emissioni associate alla produzione primaria di questi materiali“.
Lo studio di fattibilità dimostra infine che grazie all’introduzione di un sistema DRS la Spagna riuscirà a raggiungere gli obiettivi della direttiva SUP sia di raccolta per le bottiglie in PET al 2029 che di contenuto minimo di materiale riciclato per le bottiglie in plastica al 2025 e al 2030.
Dallo studio emerge a questo proposito che sebbene l’attuazione dello scenario DRS1 consenta di raggiungere gli obiettivi di riciclaggio per il 2030 per tutti i materiali previsti dalla Direttiva (UE) 2018/852, (ad eccezione di carta e cartone) l’implementazione dello scenario DRS2 non raggiungerebbe nemmeno l’obiettivo di riciclaggio del 70% del vetro al 2030. Per recuperare i 5 punti che mancherebbero si dovrebbe includere tra le tipologie di bevande coperte dal DRS la categoria di bevande dei vini e spumanti, che rappresentano un peso significativo dei contenitori monouso per bevande immessi sul mercato.
L’attuale sistema (SCRAP-Sistemas Colectivos de Responsabilidad Ampliada del Productor) non raggiungerà – secondo lo studio – gli obiettivi di raccolta al 2025 per l’alluminio, e neanche gli obiettivi al 2030 per acciaio, vetro, carta e cartone previsti dalla stessa direttiva.
Avendo già pronta la proposta di legge che sostiene l’introduzione di un DRS la Spagna è quindi sulla buona strada per anticipare l’obbligo contenuto nella bozza di regolamento europeo di avere implementato un sistema cauzionale al 2028 che è stato presentato alla Commissione europea lo scorso maggio. Oltre a potere più facilmente raggiungere gli obiettivi di riciclo europei e una maggiore circolarità nel settore degli imballaggi per bevande.
L’Italia, invece, che ancora non ha neanche iniziato una discussione costruttiva sul DRS, rischia di non raggiungere neanche gli obiettivi della direttiva SUP al 2029 e diventare il fanalino di coda dell’Europa rispetto all’implementazione di un DRS.
Leggi anche :
Quanto c’è di ecologico nella gestione attuale degli imballaggi in Spagna ?
L’ente che detiene il monopolio nella gestione degli imballaggi in Spagna, si profila come un modello di gestione opaco, poco efficiente o ecologico ma molto redditizio. Un articolo scritto nel 2017 ancora valido.