Il governo del Regno Unito ha pubblicato la normativa necessaria per proseguire nel travagliato percorso per un sistema di deposito cauzionale armonizzato per le sue quattro nazioni. Nonostante la decisione del Galles di soprassedere per il momento non condividendo la decisione di escludere il vetro dal sistema cauzionale.
Il sistema di deposito cauzionale ( Deposit Return System – DRS ) per contenitori di bevande monouso del Regno Unito avrebbe dovuto entrare in vigore nel 2025, ma era stato posticipato ad ottobre 2027 allo scopo di armonizzare e sincronizzare le legislazioni di Irlanda del Nord, Scozia, Galles e Inghilterra rispetto ad un DRS.
La legislazione è consultabile online e si applica all’Inghilterra, Scozia e all’Irlanda del Nord.
La mossa del Governo è stata accolta con favore dal Defra (Department for Environment, Food & Rural Affairs) che l’ha definita un importante passo avanti e dai sostenitori del programma come un chiaro segnale di determinazione da parte dei governi di Inghilterra, Scozia e Irlanda del Nord nel voler procedere con l’implementazione del sistema nell’ottobre del ottobre 2027 come da programma.
Nonostante l’annuncio scioccante della scorsa settimana che il governo gallese si stava ritirando dai piani il Defra ha fatto sapere che è sulla buona strada nei preparativi che porteranno, nell’aprile del 2025 a nominare l’ente che amministrerà il sistema (Deposit Management Organisations – DMO). Come scrive il media britannico The Grocer sono stati tenuti incontri tra il Defra e le aziende coinvolte nella candidatura dell’operatore del sistema di deposito (DMO), tra cui i principali produttori di bevande, supermercati e associazioni di categoria per trovare una via d’uscita. La decisione del Galles di ritirarsi mina infatti l’interoperabilità del DRS in tutto il Regno Unito.
Un recente sondaggio commissionato da Alupro e condotto da Yonder su 2000 adulti del Regno Unito, ha rivelato che quasi tre quarti degli intervistati ritiene che si debba implementare un DRS senza ulteriori ritardi e che oltre l’80% ritiene che il partito laburista debba promuovere politiche ambientali chiave cercando di “correggere gli errori” del precedente governo conservatore. Inoltre il sondaggio ha rivelato che i britannici vogliono un sistema di deposito interoperabile nel Regno Unito che includa tutti i materiali.
Ogden-Newton, amministratore delegato di Keep Britain Tidy, ha commentato che l’ente sostiene da tempo un DRS che includa tutti i materiali. “Abbiamo sentito innumerevoli testimonianze su persone e animali domestici messi in pericolo dai vetri rotti dispersi nel littering e anche dai nostri volontari che tentano di rimuoverli “.
Jenni Hume, direttrice per Regno Unito e Irlanda presso l’organizzazione non-profit per l’economia circolare Reloop, ha affermato: “Siamo lieti di vedere i progressi del nuovo governo del Regno Unito con il prossimo sistema di deposito per Scozia, Inghilterra e Irlanda del Nord, che contribuirà a rendere molto più pulite le nostre comunità, e a creare un’economia circolare per gli imballaggi.”
Hume ha affermato inoltre che, mentre i tassi di raccolta per i contenitori di bevande languono a una media del 70% nel Regno Unito mentre altri Paesi quali la Germania, hanno raggiunto tassi di raccolta che arrivano al 98%. Aggiungendo che, nonostante i vantaggi che si avrebbero dall’inclusione delle bottiglie di vetro nel sistema, sono allo stesso tempo evidenti i benefici ambientali dall’avere un DRS per plastica e lattine (considerando anche l’esclusione del vetro) che supererebbero di gran lunga quelli dovuti all’attuale situazione senza un DRS.
John Lee, vicepresidente per gli affari pubblici nel Regno Unito e in Irlanda di Tomra, produttore leader di macchine per la raccolta automatizzata dei contenitori, ha affermato: “Accogliamo con favore la pubblicazione del Regolamento per il DRS per l’Inghilterra e l’Irlanda del Nord. Abbiamo chiaramente visto il successo degli schemi in altri paesi, con tassi di riscossione superiori al 90%. Avere una legislazione in atto è il primo passo cruciale per garantire che il Regno Unito possa sviluppare un DRS ad alte prestazioni che fornirà significativi benefici ambientali“.
Gavin Partington portavoce della British Soft Drinks Association ha dichiarato: “Accogliamo con favore l’incessante impegno del governo del Regno Unito nei confronti del DRS. La normativa presentata in parlamento segna un ulteriore passo verso un’economia circolare e il fermo impegno nell’implementare un DRS per lattine e bottiglie PET entro l’ottobre del 2027″.
Tuttavia una certa preoccupazione serpeggia nel settore “È positivo vedere che i regolamenti vengono pubblicati come una dichiarazione di intenti da parte del governo”, ha dichiarato a The Grocer una fonte di un’importante produttore di bevande “Ma che non risolve gli enormi problemi causati dal ritiro del Galles (…) ora l’attenzione deve concentrarsi sul lavoro da fare per far funzionare l’ente che dovrà gestire il sistema. Resta la domanda su come l’industria può far funzionare questo schema di deposito e l’enorme impatto che potrebbe avere sui produttori e sui consumatori in Galles e sulle esportazioni dal Galles”.
Quando il meglio è nemico del bene
L’ultimo nostro aggiornamento dello scorso aprile induceva a presumere che le divergenze di opinione tra Irlanda del Nord, Scozia, Galles e Inghilterra potessero essere ancora ripianate, e che un DRS armonizzato potesse venire lanciato nell’ottobre del 2027 per le sole bottiglie in plastica e lattine
Non ha cambiato invece parere Huw Irranca-Davies il vice primo ministro e segretario per i cambiamenti climatici del Galles, che la scorsa settimana ha affermato che non aveva altra scelta se non quella di ritirarsi dal programma per la mancata inclusione del vetro.
Come si può leggere sul sito del Governo, il Galles, come secondo paese per tasso di riciclo nella classifica globale, si trova in una posizione unica per massimizzare gli sforzi e progressi compiuti e si impegnerà a sviluppare un DRS che guardi oltre al riciclo, e che permetta di compiere il passo successivo verso il riutilizzo.
Secondo il vice primo ministro Harris i problemi sono stati causati dall’Internal Market Act 2020 del Regno Unito che garantisce la libera circolazione delle merci indipendentemente dalle leggi locali (ereditato dalla precedente amministrazione) e dai tempi stretti a disposizione per arrivare allo sviluppo del sistema che in Galles supporti la transizione verso il riutilizzo per i contenitori per bevande, compresi quelli in vetro.
L’appello degli oppositori del sistema di deposito
Diversi nel settore, tra cui The Recycling Association (TRA), NAWDO (National Association of Waste Disposal Officers) e LARAC (Local Authority Recycling Advisory Committee) hanno chiesto che il DRS venisse sospeso o eliminato del tutto adducendo argomentazioni piuttosto deboli e non sostanziate utilizzate spesso dai soggetti che temono modifiche allo status quo che possano danneggiarli economicamente. In particolare il tema degli alti costi ” miliardi di sterline ” dovuti all’implementazione del sistema (senza precisare chi se ne farebbe carico per indurre a pesare che graverebbe su governi e cittadini) e dell’adeguatezza del sistema di raccolta esistente “cattura già con successo i contenitori per bevande in plastica e alluminio”.
Il direttore generale Paul Sanderson di The Recycling Association si è addirittura spinto a descrivere il DRS come “un completo disastro“, “una misura politica voluta solamente dai produttori di bevande e dai politici” e che se si considera che la maggior parte de cittadini già conferisce le proprie bottiglie e lattine nella differenziata “parrebbe improbabile che un deposito incentivi a riportare i vuoti al supermercato coloro che sono già troppo pigri per differenziare a casa “.
Si tratta nel complesso di affermazioni che vengono smentite dalle evidenze disponibili e dai risultati di raccolta dei 16 Paesi che in Europa hanno già implementato il sistema per la parte di performance di raccolta raggiunte solamente dove è in vigore un DRS. Per quanto riguarda invece il consenso esistente nel Regno Unito rispetto al DRS, oltre all’industria delle bevande c’è il sostegno pubblico con il recente sondaggio prima citato, l’appoggio delle ong ambientaliste e anche della Federazione dei rivenditori indipendenti che rappresenta oltre 10.000 rivenditori e piccole imprese.
Il problema del littering non conosce confini e non risparmia la vetta più alta del Galles
Sono stati rimossi in sei ore più di 2.700 rifiuti dal monte Yr Wyddfa nel Parco Nazionale di Snowdonia tra cui 800 contenitori per bevande di cui 274 bottiglie di plastica. Scalatori esperti hanno scalato i burroni di Trinity Wall, una popolare parete di arrampicata sulla montagna, per rimuovere i rifiuti, mentre i volontari hanno anche ripulito i sentieri che portano alla vetta. Dall’analisi dei rifiuti raccolti è risultato che che Lucozade, Red Bull, Coca Cola e Monster erano i marchi più presenti.