Raddoppia il prezzo del rPET : in crisi le aziende dei prodotti di largo consumo

I prezzi per le più comuni tipologie di plastica riciclata sono raddoppiati in un anno toccando nuovi record, mentre le aziende si contendono le forniture limitate. Situazione che mette a rischio gli ambiziosi obiettivi di contenuto riciclato negli imballaggi che si sono assunte le aziende dei prodotti di largo consumo.

Dal gennaio 2021 il costo delle scaglie in PET riciclato (rPET) è salito del 103% in Europa, arrivando a toccare i 1.690 euro a tonnellata. Il costo delle balle di bottiglie in PET , il materiale di partenza per realizzare le scaglie, è aumentato ancora più velocemente attestandosi ad oltre il triplo rispetto ai valori dello scorso anno. Stessa tendenza al rialzo è stata registrata anche negli USA.

Si tratta di numeri riportati dalla società di analisi ICIS che rivelano che a inizio gennaio 2022 il prezzo del rPET aveva superato persino quello del polimero vergine, e nonostante i recenti aumenti nei costi di produzione della plastica vergine. Secondo gli analisti il rincaro del rPET è dovuto alla crescente domanda di materiale riciclato da parte dei produttori di elettrodomestici, alimenti, bevande e abbigliamento. 

raddoppia il prezzo del rpet
How Circular is PET -ZWE & Eunomia 2022

Il PET è il tipo più comune di plastica riciclabile e riciclata ed è ampiamente utilizzato sia nella produzione di bottiglie per bevande, che nella produzione di fibre di poliestere nella produzione tessile. Grandi gruppi come Coca-Cola, PepsiCo, Nestlé, Keurig Dr Pepper e Danone si stanno attivando, non solamente per raggiungere gli obiettivi di contenuto riciclato nelle bottiglie in plastica della direttiva SUP ( 25% entro il 2025), ma per andare oltre in alcuni casi.

Nestlé, che ha nel gruppo alcuni noti marchi di acqua in bottiglia ha dichiarato che per raggiungere la piena circolarità delle bottiglie in PET “è necessario aumentare la quantità raccolta per il riciclaggio e garantire che il materiale raccolto sia usato per produrre nuove bottiglie in un ciclo chiuso ( bottle to bottle) , con un accesso prioritario ai materiali per i produttori di bevande.”

Il responsabile alla sostenibilità alla PepsiCo, Jim Andrew, ha spiegato che nel corso di quest’anno i prodotti chiave a marchio Pepsi passeranno al 100% di plastica riciclata in undici mercati europei. Secondo Andrew “mentre tutti gli imballaggi dovranno essere in grado di essere riciclati, compostati o riutilizzati entro il 2025, il recupero delle bottiglie in PET e l’aumento della disponibilità di rPET richiedono miglioramenti delle infrastrutture e politiche intelligenti”

PepsiCo, richiama spesso come esempio di impegno del gruppo sul riuso, SodaStream, che produce gassatori ad uso domestico. Un modello alternativo agli imballaggi monouso che permette l’utilizzo di contenitori ricaricabili con una drastica riduzione dei rifiuti di imballaggio e delle emissioni climalteranti correlate alla loro produzione.

Anche Coca Cola si è pubblicamente impegnata recentemente a commercializzare in contenitori riutilizzabili/ricaricabili almeno il 25% di tutte le bevande del suo portafoglio globale di marchi immesse sul mercato entro il 2030. 

Sue Garrard, consulente esperta in sostenibilità, spiega che ad oggi l’offerta di rPET non è sufficiente a soddisfare la domanda di acquisto da parte delle aziende perché l’industria del riciclaggio non riesce a fornire materiale riciclato abbastanza velocemente. Per far fronte alla scarsezza di materiale riciclato, a fine 2021 tre grandi gruppi industriali di produttori di bevande analcoliche hanno chiesto alla Commissione europea di avere un accesso prioritario alle bottiglie in plastica riciclate rispetto ad altri settori, come ad es. l’abbigliamento.

Secondo Sander Defruyt, che guida l’iniziativa New Plastics Economy della Ellen MacArthur Foundation, ha ammesso che spingere verso maggiori quote di contenuto riciclato nelle bevande e in altri imballaggi “diventerà più difficile anno dopo anno”, ma che i recenti progressi sono stati “senza precedenti e molto più alti rispetto agli anni passati “. 

Fonte: Financial Times

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