Deposito su cauzione, un convegno per facilitare la scrittura della norma attuativa

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Risultati, best practice, strategie di comunicazione: resoconto del primo convegno italiano dedicato al deposito su cauzione

Fonte: EconomiaCircolare.com

Martedì 7 giugno si è tenuto a Roma il “primo convegno nazionale dedicato ai Sistemi di Deposito Cauzionale” (DRS, nella sigla inglese). Organizzato dalla campagna nazionale “A Buon Rendere-molto più di un vuoto”, promossa dall’Associazione Comuni Virtuosi e sostenuta da numerose altre associazioni, ha visto la partecipazione di Silvia Ricci, responsabile Rifiuti ed economia circolare dell’associazione Comuni Virtuosi e responsabile della campagna; Enzo Favoino, coordinatore scientifico di Zero Waste Europe e della campagna; Duccio Bianchi, fondatore di Ambiente Italia; Clarissa Morawski, fondatrice e amministratrice delegata di Reloop, la piattaforma europea multi-stakeholder che promuove politiche e modelli di business basati sull’uso consapevole e circolare delle risorse; Bengt Lagerman, amministratore delegato di Returpack, e Gintaras Varnas, direttore generale di USAD (Užstato Sistemos Administratorius), soggetti che rispettivamente in Svezia e Lituania gestiscono il sistema di deposito su cauzione. Tra i partecipanti, inoltre, rappresentati delle ONG aderenti alla campagna, parlamentari, diversi soggetti istituzionali e imprenditoriali.

Norme attuative

Speriamo che questo dibattito sia utile per la messa a punto del tanto atteso decreto attuativo della norma che ha introdotto nella nostra legislazione il deposito su cauzione”, ha detto il direttore editoriale di EconomiaCircolare.com, Raffaele Lupoli, che ha moderato l’incontro. Nel nostro ordinamento, infatti, il deposito su cauzione è entrato grazie ad un emendamento al decreto Semplificazioni, senza però diventare operativo: perché entro novembre 2021 il ministero della Transizione ecologica avrebbe dovuto emanare un regolamento per dettagliarne funzionamento e tempistiche. “Ma non tutti i ritardi vengono per nuocere – ha sottolineato il coordinatore scientifico della campagna, Favoino –: possono dare invece la possibilità di discutere meglio dettagli, struttura, caratteristiche e obiettivi dei sistemi di deposito cauzionale. In questo solco, con la nostra campagna abbiamo voluto inserirci per supportare come facilitatori le migliori decisioni possibili”.

Riciclo e crescita dei consumi

Il senso dell’incontro romano lo ha spiegato lo stesso Favoino: “In Italia abbiamo introdotto sistemi di raccolta differenziata secondo modelli che si stanno dimostrando molto performanti se comparati con modelli esteri. Ora, per riuscire a perseguire ulteriormente il concetto della circolarità, i materiali che intercettiamo li dobbiamo usare il più possibile per le stesse funzioni e scopi per le quali sono stati prodotti, il cosiddetto closed loop”, da bottiglia a bottiglia. E poi “la direttiva SUP ha fissato degli obiettivi di raccolta differenziata per le bottiglie per bevande: le evidenze che arrivano dagli scenari internazionali mostrano che l’unico modo raggiungere quegli obiettivi sono i sistemi di deposito cauzionale”.

A confermare le parole di Favoino sono arrivati, durante l’incontro, i dati forniti da Duccio Bianchi. Nell’EU a 27, ha spiegato, il riciclo degli imballaggi scende dal 66,5% del 2014 al 64,4% del 2019, mentre per gli imballaggi plastici è rimasto statico (40,6% nel 2019). Tuttavia l’incremento del riciclo non ha sinora compensato la crescita dei consumi; il rifiuto residuo continua a crescere in particolare per gli imballaggi”.

Perché gli imballggi per bevande

Clarissa Morawski di Reloop [uno dei partner internazionali della campagna A Buon Rendere] ha spiegato alcuni dettagli dei meccanismi che presiedono ai sistemi DRS. Perché, ad esempio, si applicano agli imballaggi per bevande e non ad altri contenitori? Perché, chiarisce, oltre a rappresentare un volume significativo nel flusso di rifiuti urbani, bottiglie e lattine per bevande sono acquistati e consumati on-the-go: “Circa il 25-40% di tutte le bevande vendute viene consumato fuori casa”. Questo stesso dato, oltre alle difficoltà legate alla purezza delle plastiche intercettate dalle raccolte domestiche, rende queste ultime poco adatte a catturare il flusso degli imballaggi per bevande. E poi gli imballaggi per bevande sono al centro dei DRS per l’alto tasso di abbandono: “Una media del 14-40% dei rifiuti abbandonati sono contenitori per bevande”. Non a caso, aggiunge la fondatrice di Reloop, “il 75-90% dei 10 articoli da imballaggio più rinvenuti nell’ambiente marino sono contenitori per bevande”. Morawski, citando 27 diversi studi internazionali, spiega anche che le amministrazioni locali non devono temere i DRS: “Tutti i 27 studi mostrano ‘risparmi netti’ per i Comuni”.

Gli altri ospiti internazionali del convegno hanno descritto alla platea fisica e virtuale due best practice di DRS.

Il caso svedese

Returpack è il soggetto responsabile dei sistemi di deposito su cauzione svedesi per lattine e bottiglie in PET per bevande. Nasce nel 1984 per gestire le lattine, dal 1994 gestisce anche le bottiglie. Posseduta al 50% dalla Swedish Brewery Association (i produttori di bevande) e al 25% ciascuna dalla Swedish Food Retailers Association e Swedish Grocery Stores Association (retail alimentari) ha raggiunto, grazie ai sui 12.000 punti di conferimento, un tasso raccolta pari all’88,2% (2,4 miliardi di lattine e bottiglie) e un riciclo del 99,5% del raccolto, spiega l’ad Bengt Lagerman. Le reverse vending machine (RVM) attive in Svezia, quelle che permettono di riconsegnare l’imballaggio e ricevere indietro la cauzione, sono 4.260, la gran parte in negozi alimentari (nei 3.160 esercizi coinvolti avviene il 93% della raccolta). E poi sono parte attiva del sistema 8.000 tra ristorantipizzeriecamping, e anche festival, eventi, associazioni sportive e stadi. La raccolta frutta, in termini di materia, 22.745 tonnellate di alluminio, 22.000 di PET trasparente e 1.800 di PET colorato, e poi 1.376 di HDPE dei tappi. Questo, calcola Returpack, ha permesso di risparmiare all’atmosfere l’emissione di 180 mila tonnellate equivalente di CO2l’anno (dati 2021). Altra informazione interessante fornita da Lagerman durante il convegno organizzato dalla campagna “A buon rendere” è il tempo necessario per passare dalla decisione di avviare un DRS ad un DRS operativo: “Il passaggio dalla decisione all’implementazione – ha spiegato – richiede due anni”. E poi l’amministratore delegato di Returpack ha parlato di marketing: “Riciclare coi DRS deve diventare qualcosa di cui essere fieri. Con la nostra comunicazione puntiamo ad influenzare i comportamenti, a semplificare e rendere più accessibili i sistemi di riciclo e continuare a ispirare, e ringraziare tutti coloro che partecipano rendendo possibile il riciclo dei materiali”.

Il caso lituano

Il sistema DRS in Lituania (2,8 milioni di abitanti) è gestito da USAD (Užstato Sistemos Administratorius). Gintaras Varnas, direttore generale di USAD, spiega che il deposito su cauzione (che riguarda contenitori in vetro, lattine, bottiglie in plastica da 10 cl a 3 litri) è stato approvato in Lituania nel 2014 ed è stato lanciato due anni dopo (come ha sostenuto Lagerman). I fondatori di USAD – Lithuanian Brewers Association, Association of Lithuanian Trade Enterprises, Lithuanian Natural Mineral Water Manufacturers’ – rappresentano circa il 90% dei produttori e rivenditori di bevande.

Sono 1.250 le RVM installate in 1.100 diverse postazioni, 1.700 invece sono i punti con raccolta manuale, per un totale di 2.700 punti di raccolta che gestiscono ogni anno (grazie ad una cauzione di 10 centesimi a contenitore) 730 milioni di imballaggi. Prima dell’introduzione del DRS, sottolinea Varnas, il PET intercettato era pari al 30% dell’immesso al consumo, col DRS si arrivava già nel 2017 a superare il 90%.

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In 6 anni sono stata raccolti 3,4 miliardi di contenitori, pari a 140 mila tonnellate di materiali: il 100% è stato riciclato e avviato alla produzione di nuove bottiglie o lattine. Quanto all’opinione dei consumatori, il direttore generale di USAD racconta che il 94% si dichiara soddisfatto del sistema, e una quota analoga ritiene che l’abbandono di imballaggi nell’ambiente si sia ridotto dopo l’introduzione del DRS.

L’84% dei lituani, aggiunge, afferma che il DRS ha avuto un effetto traino per una corretta raccolta differenziata anche per gli altri materiali.

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Le presentazioni dei relatori sono disponibili alla pagina Studi e Rapporti.

9 giugno 2022

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