Austria: gli obiettivi di riuso e il DRS alle porte spingono i produttori ad ampliare l’offerta ricaricabile

L’esigenza di raggiungere gli obiettivi nazionali di riuso, il fatto che questi non siano raggiungibili se non attraverso un sistema di vuoto a rendere, e un DRS alle porte, spingono l’industria delle bevande austriaca verso un’ampliamento dell’offerta delle bevande in vuoto a rendere e anche nei formati.

Nel 2021 l’Austria è stato il primo paese europeo che ha introdotto delle quote obbligatorie di riuso (legally-binding refillable quotas) per i contenitori per bevande a partire dal 1 gennaio 2024 nella sua nuova legge di gestione dei rifiuti. La stessa legge, prevede l’avvio di un sistema di deposito cauzionale obbligatorio per i contenitori di bevande monouso che partirà con il 2025.

L’introduzione di quote obbligatorie di riuso che i produttori devono perseguire è stata una novità per il panorama europeo, e non solo, in quanto i sistemi di vuoto a rendere finalizzati al riuso sono stati generalmente gestiti su base volontaria dall’industria delle bevande.

Così come raccontato nel nostro articolo Dal vuoto a rendere delle bottiglie in vetro ai sistemi di deposito cauzionale per contenitori di bevande monouso” il deposito iniziò ad essere applicato alle bottiglie di vetro nei primi dell’ottocento dai produttori di bevande analcoliche del Regno Unito perché i tassi di restituzione dei contenitori erano scesi al punto che i produttori dovettero correre ai ripari, per una mera questione economica.

Anche in Austria i maggiori produttori di bevande commercializzano da sempre alcune loro referenze in bottiglie di vetro ricaricabili – e in PET più recentemente – ma per una quota residuale rispetto al loro immesso sul mercato.

Nel settore delle birre il formato più piccolo di bottiglia ricaricabile sino a pochissimo tempo fa è stato quello da mezzo litro, con il formato da 0,33 litri disponibile solamente come bottiglia monouso.

Tuttavia, l’obbligo di raggiungere obiettivi di riuso per legge e il fatto che questi non siano raggiungibili se non attraverso un sistema di vuoto a rendere hanno fatto sì che l’industria delle bevande decidesse di estendere l’opzione del vuoto a rendere a nuovi prodotti e formati. A velocizzare il processo decisionale c’è stato quasi certamente l’imminente avvio previsto per l’anno prossimo del sistema di deposito cauzionale per contenitori monouso che, sostanzialmente, avvalendosi di punti di raccolta in comune per la restituzione degli imballaggi vuoti e il recupero della cauzione permette ai consumatori di scegliere tra due opzioni entrambe soggette ad un deposito. Una condizione di maggiore parità tra le due opzioni che penalizza molto meno l’imballaggio riutilizzabile rispetto alla comodità del monouso percepita dal consumatore (prima dell’entrata in vigore del DRS).

L’avvento sul mercato per le bottiglie di birra in vetro da 0,33 litri non è fatto attendere. Il birrificio austriaco Stiegl, il principale birrificio indipendente del paese che raggiunge quote di riutilizzo del 72,6% – contro una media del settore del 58% –  è stato il primo ad introdurle.

Tale formato nella versione a rendere prima disponibile solamente nel circuito Horeca è ora in vendita presso supermercati e negozi anche per marche classiche come Goldbräu e Hell. Ma anche marche come Pils, Bio Paracelsus Zwickl e Bio Paracelsus Glutenfrei e la nuova limonata “Stieglitz” saranno disponibili dal prossimo aprile nel nuovo formato ricaricabile da 0,33 litri.

La nuova bottiglia a rendere da 0,33 litri in vetro leggero temprato pesa 205 grammi e non è solamente più leggera del 40%, ma anche più resistente alla rottura rispetto alle bottiglie ricaricabili precedenti. È anche molto più durevole, in quanto può essere riempita fino a 60 volte invece delle 20 precedenti.

La bottiglia a rendere da 0,33 litri è sicuramente il contenitore del futuro e una grande opportunità per l’intero settore della birra in termini di sostenibilità“, spiega Christian Pöpperl, capo mastro birraio di Stiegl e responsabile del team per l’efficienza delle risorse. “Con questo nuovo formato, aumentiamo ulteriormente la nostra quota di riutilizzo e creiamo un’offerta aggiuntiva interessante e una vera alternativa per i consumatori“, aggiunge Pöpperl, che quest’anno sta investendo circa 800.000 euro in questa opzione riutilizzabile.

Un formato da 0,33 litri ricaricabile per tutto il settore della birra

Come riporta sempre sullo stesso tema un articolo del media di settore Regal , Brau Union Österreich e Vetropack hanno annunciato di avere compiuto un passo importante verso il raggiungimento delle quote di riutilizzo nazionali con l’introduzione di una bottiglia standard da 0,33 litri a disposizione di tutti i produttori.

Questa nuova soluzione presentata come innovativa dai proponenti è stata pensata per mettere a disposizione dell’intero settore della birra una bottiglia standard che si avvale di una tecnologia che l’ha resa più leggera.

La birra è di gran lunga la categoria di bevande che più frequentemente raggiunge i clienti in contenitori riutilizzabili che possono essere riempiti fino a 40 volte. Dovendo aggiungere come nuovo materiale in ogni rotazione solamente i tappi e le etichette si risparmiano risorse preziose, con una notevole riduzione dell’impronta di carbonio dell’opzione ricaricabile rispetto a quella monouso.

Pochi sanno che l’acquisto di bottiglie riutilizzabili al posto di quelle usa e getta consente di risparmiare fino al 75% delle emissioni di CO₂“, spiega Gabriela Maria Straka, Director Corporate Affairs & ESG Sustainability di Brau Union Österreich. “Per tutti coloro che avevano obiezioni sulla forma, dimensioni o peso della bottiglia riutilizzabile comunemente usata è ora disponibile una valida alternativa” è ora disponibile una valida alternativa”.

Anche il produttore Gösser ha introdotto questo formato a rendere per la sua birra biologica Gösser Biostoff acquistabile in cassa da 12 bottiglie.

Sistemi di vuoto a rendere per bottiglie in PET

Già da due anni, infatti, è stato introdotto in Austria un sistema di vuoto a rendere volontario per bottiglie in PET da 1 litro da Vöslauer, primo produttore di acqua minerale dell’Austria. La bottiglia sviluppata può sostenere almeno 12 rotazioni /riutilizzi consentendo un risparmio dell’80% di plastica. A distanza di un anno dal lancio di questa opzione , era stato registrato un aumento delle vendite del 22%, a riprova dell’alto grado di accettazione da parte dei consumatori.

Austria precursore a livello europeo

Con la nuova legge sulla gestione dei rifiuti il paese si appresta a diventare il precursore di una misura di policy che l’Unione Europea ha preso in considerazione all’interno del nuovo Regolamento imballaggi e rifiuti da imballaggio PPWR all’art. 26 che stabilisce obiettivi di riuso al 2030 e 2040 per il settore delle bevande confezionate.

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