
Grazie al dashboard di What we Waste messo a disposizione recentemente da Reloop è possibile esplorare dati e tendenze relative a vendite e consumo di bevande nei diversi tipi di contenitori e quantificare quanti imballaggi non vengano intercettati per il riciclo in oltre 210 Paesi che rappresentano il 98% della popolazione globale.
La versione aggiornata del dashboard What we Waste mette a disposizione dati quali l’immesso al consumo di bevande nelle diverse tipologie di contenitore nei vari mercati e i tassi di riciclo dei diversi paesi presenti nel database che consentono di permettono di conoscere quanti contenitori non sono stati intercettati per il riciclo ( sprecati) e, verosimilmente, smaltiti con il rifiuto indifferenziato, oppure dispersi nell’ambiente.
Si tratta di dati che coprono il periodo dal 1999 al 2029 e che vengono man mano aggiornati quando nuovi dati vengono resi disponibili. Al momento si tratta di dati storici sino al 2023, e di proiezioni per quanto riguarda il periodo 2024-2029.

In questa nuova versione del dashboard è possibile stimare anche le perdite economiche associate allo spreco dei materiali più usati nel settore come vetro, PET e alluminio, le emissioni di CO2 in atmosfera correlate, e quali miglioramenti potrebbe apportare l’implementazione di un DRS ad un paese che ne è ancora sprovvisto se implementato in un anno da qui al 2029.
I dati possono essere visualizzati in maniera aggregata a livello globale o regionale, oppure in maniera disaggregata, sia a livello dei singoli paesi che relativamente alla tipologia di contenitori.
QUALCHE NUMERO SULLA SITUAZIONE ITALIANA
L’immesso al consumo
I dati storici e i trend attuali di vendita mostrano che in Italia il PET è il materiale più scelto dall’industria. I dati sulle vendite del periodo 1999-2029 dell’infografica seguente ci dicono che in Italia al 2029 saranno state vendute un totale di 722.7 miliardi di unità, di cui quasi la metà (47%) sono bottiglie in PET.

Selezionando invece il comparto delle vendite dei soli contenitori per acqua minerale venduti nello stesso periodo si vedrà che il comparto delle acque con 344,4 miliardi di unità immesse al mercato rappresenta circa la metà del mercato dell’immesso nei 30 anni. Di questi, quasi 270 miliardi risultano essere bottiglie in PET monouso, quasi 9 miliardi di bottiglie in vetro monouso, circa 66 miliardi bottiglie in vetro riutilizzabili, e in misura minore contenitori per bevande in metallo o in cartone per liquidi, come da immagine seguente.
L’Italia, al primo posto in Europa per consumo di acqua in bottiglia, è il paese europeo che utilizza maggiormente il PET come si può vedere anche nella seguente tabella che confronta le nostre vendite con quelle di 6 paesi europei. Si tratta dei primi quattro paesi membri per numero di abitanti messi a confronto con altri tre per dare un’idea delle differenze esistenti tra i mercati.
Partendo dall’utilizzo del PET per bibite e acque minerali ci sono due dei paesi della tabella che riutilizzano le bottiglie in PET: la Germania leader del riuso e la Danimarca. Per quanto riguarda il consumo di birra Italia e Francia utilizzano in primis il vetro monouso, mentre la Germania il vetro ricaricabile. Lo stesso dicasi anche se in quota minore per la Slovacchia e la Danimarca.
Come vedremo nel prossimo capitolo a determinare quanto e cosa viene sprecato nei singoli paesi abbiamo, ovviamente, la caratteristica dell’offerta immessa al consumo (tipologie di contenitori) e la presenza (o meno) di un sistema di deposito cauzionale.
Tra i paesi a confronto solamente in Italia, Francia e Spagna ( sino al 2026) non vi è un sistema cauzionale.
