Natural Mineral Waters Europe (NMWE) e UNESDA Soft Drinks Europe hanno recentemente lanciato in un comunicato congiunto la pubblicazione del “DRS Playbook: Tutto ciò che devi sapere sullo sviluppo, il finanziamento e la gestione dei Sistemi di Deposito ( DRS Playbook Everything you need to know about developing, financing, and operating a Deposit Return Scheme) commissionata a OLHC Consultants.
Si tratta di una guida progettata per supportare, dalla A alla Z , l’implementazione di Sistemi di Deposito Cauzionale (DRS) efficaci in tutta Europa. Un supporto che arriva in un momento cruciale nel panorama europeo degli imballaggi con il recente via libera al Regolamento Imballaggi e Rifiuti di Imballaggio (PPWR) e con un numero maggiore di Stati membri in procinto di considerare l’adozione di un DRS, oppure di implementarlo o riprogettare un sistema già esistente.
Lo sviluppo dei DRS è in corso da diversi anni e le esperienze in essere, 18 in Europa da ottobre di quest’anno, dimostrano che, se ben progettati e implementati, possono migliorare significativamente sia i tassi di intercettazione degli imballaggi per bevande, che la qualità del riciclo.
“Non può esserci una soluzione universale per i DRS. Ogni sistema dovrà tenere conto del contesto specifico del paese. Ma con questo Playbook, speriamo di fornire gli elementi essenziali per costruire schemi efficaci. Lavorando insieme e condividendo le lezioni chiave e le migliori pratiche esistenti, possiamo costruire soluzioni che garantiranno la circolarità nella gestione degli imballaggi per bevande in tutta Europa“, ha affermato Patricia Fosselard, Segretario Generale di NMWE.
“Siamo entusiasti di pubblicare questa guida. È un grande sforzo collaborativo che attinge alla nostra vasta esperienza e conoscenza sui sistemai cauzionali con l’obiettivo di ispirare e guidare i portatori di interesse del sistema affinché implementino nuovi DRS efficaci in tutta Europa. Questo è un passo importante per accelerare il progresso verso un’economia circolare per gli imballaggi per bevande“, aggiunge Nicholas Hodac, Direttore Generale di UNESDA.
Il Playbook in perfetto allineamento con le previsioni del Regolamento Europeo Imballaggi e Rifiuti da imballaggio PPWR, fornisce un’informazione dettagliata su:
- Come progettare un sistema efficiente e a misura di consumatore
- Come finanziare e garantire la sostenibilità a lungo termine
- Come gestire sistemi che garantiscano alti tassi di restituzione e un riciclo pulito a ciclo chiuso
Il DRS Playbook riflette il posizionamento e l’impegno del settore delle bevande per un riciclo a ciclo chiuso che garantisca che le bottiglie e lattine siano raccolte per essere riciclate in nuove bottiglie e lattine, riducendo il consumo di materie vergini e massimizzando la circolarità del settore.
La tempistica del lancio coincide con la Presidenza del Consiglio dell’UE che passa alla Danimarca — un paese noto per le alte prestazioni del suo DRS.
Questo contesto politico – come si legge nel comunicato stampa – offre le condizioni ottimali per condividere competenze e promuovere progressi armonizzati a livello europeo nell’implementazione dei nuovi sistema cauzionali.
Con l’avvicinarsi della scadenza del 2029 stabilita nella Direttiva sulla Plastica Monouso SUP per la raccolta del 90% delle bottiglie per bevande in plastica, il DRS Playbook mira a supportare gli Stati membri nel raggiungere — e potenzialmente superare — questi obiettivi.
In realtà considerando come scadenza il 1° gennaio 2029 il raggiungimento del 90% di intercettazione per bottiglie e lattine per Paesi come l’Italia è tutt’altro che scontato, considerando anche il tempo a disposizione è di due anni e di una manciata di mesi che ci separano dalla fine del 2025.
I Nove Principi Cardinali dell’architettura di un DRS efficace
In sintesi, il “DRS Playbook” fornisce la mappa e gli strumenti necessari per l’industria per implementare schemi, che non solo rispettino gli ambiziosi obiettivi di raccolta europei della Direttiva SUP (per le bottiglie in plastica) e del, Regolamento UE PPWR (come il prima citato 90% di tasso di raccolta per le bottiglie in plastica e le lattine, ma che assicurino anche una gestione sostenibile e circolare per gli imballaggi per bevande. L’implementazione di un Sistema di deposito Cauzionale è un’impresa complessa, che tocca le legislazioni, la finanza, la logistica e il comportamento dei consumatori. Per potere navigare al meglio in questa complessità, gli “architetti del sistema” hanno definito Nove Principi Cardinali di Progettazione per garantire il successo e l’efficienza dei DRS:

1. Guida e gestione obbligata da parte dell’Industria : Il DRS deve essere gestito e finanziato dall’industria delle bevande, attraverso un ente non-profit da loro formato, per potere così coprire i costi di gestione dei loro rifiuti da imballaggio, in linea con i principi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR).
2. Massimizzazione dei benefici ambientali: l’obiettivo primario è aumentare i tassi di raccolta e riciclo, assicurando la massima qualità (evitando il downcycling) e riducendo l’inquinamento.
3. Un solo sistema di gestione centralizzato a livello nazionale: è di cruciale importanza avere un unico DRS che copra l’intero Paese senza eccezioni, per evitare frodi (come il “traffico di depositi”) e la confusione tra i consumatori.
4. Ambito di applicazione chiaro: il DRS deve avere un ambito ben definito come prodotti, materiali e formati dei contenitori assoggettati allo schema. L’ambito di applicazione (come richiesto dal PPWR) deve deve includere bottiglie in plastica monouso e lattine in metallo sotto i 3 litri, ma può essere esteso ad altri materiali come il vetro. L’inclusione di prodotti e materiali tra loro concorrenti è preferibile per evitare distorsioni del mercato (vedasi il caso olandese dove alcuni produttori sono passati a contenitori in cartone per bevande per eludere il deposito).
5. Forte Governance: la struttura decisionale deve essere robusta e supportata da un quadro legale chiaro. L’industria delle bevande dovrebbe mantenere la leadership (generalmente possedendo una quota di maggioranza dei voti) poiché detiene la responsabilità finanziaria del sistema.
6. Gestione trasparente ed equa dei ricavi: tutte le entrate del sistema come l’ammontare dei depositi non riscossi ( ovvero i depositi non riscattati da parte dei consumatori che non restituiscono i contenitori) e i ricavi dalla vendita dei materiali raccolti, devono rimanere all’interno del DRS per finanziare e migliorare il sistema.

7. Controllo efficiente dei Costi: il DRS deve essere orientato al miglioramento continuo in termini di efficienza nel raggiungere gli obiettivi. Le compensazioni ( o commissioni) di gestione (Handling Compensation – HC) pagate ai rivenditori che gestiscono punti di raccolta [ e che rappresentano il costo maggiore: circa il 45-70% dei costi totali] ) devono coprire solo i costi netti di gestione, senza generare profitti. È fondamentale inoltre che non vi sia un sussidio incrociato tra i diversi materiali.
8. Consapevolezza e partecipazione dei consumatori: essenziali per il successo del sistema sono continue campagne di comunicazione/sensibilizzazione e la presenza capillare di punti di restituzione accessibili. I prezzi delle bevande a scaffale devono essere comunicati separatamente rispetto al costo del deposito “prezzo del prodotto + deposito” per evitare la percezione di un aumento di prezzo nei consumatori.
9. Accesso prioritario ai materiali raccolti: l’industria che finanzia e gestisce il DRS dovrebbe avere un diritto di accesso prioritario ai materiali raccolti che permettono un riciclo di alta qualità, indispensabile per raggiungere gli obiettivi UE di contenuto riciclato ( vedasi il caso del r-PET ad uso alimentare ottenibile dalle bottiglie in PET raccolte selettivamente).
La Macchina Operativa: Flussi e Logistica
Il cuore pulsante del sistema è l’amministratore del DRS. La sua responsabilità include la registrazione dei produttori, dei prodotti (SKU) e l’organizzazione e supervisione dei punti di restituzione ( la maggior parte allestiti nei negozi e supermercati nel sistema di raccolta prevalentemente adottato “Return to Retail” e alcuni direttamente).
COME AVVIENE IL FLUSSO FINANZIARIO E DEI MATERIALI :
• Il Produttore/Importatore paga il deposito e una contributo EPR all’amministratore per ogni unità immessa sul mercato.
• Il Consumatore paga il deposito al punto vendita e lo riscatta interamente quando restituisce il contenitore vuoto.
• Il Punto di Restituzione (generalmente presso un rivenditore ) restituisce al cliente il deposito anticipato al momento dell’acquisto della bevanda (manualmente o tramite Reverse Vending Machine RVM). Il rivenditore riceve dall’amministratore del sistema sia un rimborso per i depositi restituiti ai suoi clienti che una compensazione ( o commissione) di gestione per ogni contenitore che ha raccolto/gestito.

• L’amministratore del DRS si occupa di tutta la logistica: dal trasporto dei contenitori raccolti dai rivenditori al centro di conteggio e selezione (dove vengono separati per materiale e imballati per essere consegnati ai riciclatori) sino alla vendita dei materiali ai riciclatori. La vendita dei materiali è una delle tre voci di finanziamento del DRS insieme ai depositi non riscossi e al contributo EPR pagato dai produttori di bevande per ogni imballaggio immesso al consumo.

Sfide e Innovazioni
Il DRS deve affrontare diverse sfide. La frode è una minaccia costante data la quantità di denaro in gioco, che viene contrastata attraverso sistemi resi possibili dalla tecnologia applicata alle RVM come l’uso di codici EAN univoci nazionali (per mitigare la frode transfrontaliera) e costanti ispezioni e controlli.
Infine, con il PPWR che spinge per obiettivi di riutilizzo nel settore delle bevande, i DRS devono considerare l’interazione con tali sistemi. Sebbene simili sotto l’aspetto dell’incentivo del deposito, i sistemi per il riutilizzo e per il riciclo hanno obiettivi diversi e così la logistica ( i contenitori riutilizzabili vengono igienizzati per essere nuovamente ricaricati) e anche le strutture finanziarie sono distinte tra loro. Qualsiasi integrazione tra i due sistemi deve tenere conto dell’efficienza in termini di costi e dell’accessibilità e comodità per il consumatore.
QUANTO TEMPO E’ NECESSARIO PER IMPLEMENTARE UN SISTEMA CAUZIONALE?
E infine per dare l’idea del tempo e dell’impegno richiesto per l’implementazione di un DRS ecco una tabella di marcia che include le tre fasi di attuazione che vengono in genere richieste nell’implementazione dei DRS.
Il lavoro necessario per creare le infrastrutture e i processi necessari per realizzare un sistema efficace ed efficiente richiede un impegno notevole, tenendo anche conto dei molti portatori di interesse che un DRS deve necessariamente coinvolgere.
Ecco perché anche nel nostro paese sarebbe auspicabile non attendere la fine del 2028 per realizzare che non abbiamo raggiunto come paese il 90% di intercettazione per bottiglie e lattine.
Con la prospettiva di dovere pertanto procedere frettolosamente da zero alla scrittura di una legge, senza avere già attraversato il necessario processo di ascolto e di negoziazione con tutti i soggetti che verrebbero coinvolti dal sistema. Ma anche senza avere coinvolto la società civile che, in tutti i paesi dove è stato istituito un DRS, è stata invece chiamata ad esprimere un parere sulle caratteristiche del sistema che si vorrebbe.
