Germania: cresce il PET riciclato nelle bottiglie ma la circolarità può ancora migliorare

Nel 2021 la componente di PET da riciclo nelle bottiglie è salita al 44,8% . Migliora anche il tasso di riciclo delle bottiglie in PET che si avvicina al 95% dell’immesso al consumo, grazie al sistema cauzionale. Tuttavia, considerando che il DRS è attivo da ormai venti anni, il tasso di circolarità risulta ancora relativamente basso.

Dallo studioOccurrence and recycling of PET beverage bottles in Germany 2021″ della Society for Packaging Market Research (GVM) emerge che l’utilizzo di rPET (PET riciclato) nelle bottiglie per bevande è cresciuto del 10% in due anni: dal 34,4% al 44,8% (2019-2021). Il tasso di riciclo complessivo delle bottiglie –  che include sia quelle con che senza deposito –  si è attestato sul 94,8% mentre nel caso delle bottiglie soggette a deposito ha superato il 97% di riciclo.

Lo studio, commissionato a GVM dal Forum PET, esce ogni due anni dal 2013 e prende in esame i dati sul riciclo di questo polimero nel settore delle bevande che include le bottiglie con e senza deposito, e quindi sia monouso che ricaricabili.

Bottiglie in PET più leggere

La tendenza ad alleggerire sempre più le bottiglie in PET viene considerata positivamente dallo studio che rileva un conseguente risparmio di materiale pari al 4,5%. A questa riduzione dei volumi complessivi impiegati di questo polimero hanno contribuito un calo della domanda e la sostituzione delle bottiglie in PET con bottiglie di vetro. Nel 2021, in Germania sono state consumate circa 17 miliardi di bottiglie per bevande in PET, pari a 446.000 tonnellate, quasi il 5% in meno rispetto al 2019. 

Aumenta la domanda di PET riciclato

Il 44,7% del PET riciclato è stato utilizzato per produrre nuove bottiglie di plastica, con una crescita del 7% rispetto al 2019. La richiesta di PET da riciclo è stata assorbita dal settore della produzione di film e imballaggi per alimenti che, sempre nel 2021, ha rappresentato il 26,8% delle applicazioni in PET riciclato. Altri settori ad impiegare rPET sono stati le produzioni di fibre tessili, bottiglie per detersivi, reggette in plastica e altre applicazioni di stampaggio a iniezione.

La richiesta di rPET ha finito per superare la sua disponibilità anche in Germania, e una domanda più che raddoppiata rispetto al 2017 ha costretto i produttori a fare ricorso all’importazione. “Da tempo si è scatenata una forte concorrenza per la materia prima seconda che si riflette anche sui prezzi. Ad esempio, il PET riciclato dalle bottiglie per bevande è stato per molti anni più costoso del materiale vergine“, ha spiegato Isabell Schmidt, direttore generale dell’associazione di categoria IK che riunisce le aziende produttrici di packaging in plastica in Germania.

L’industria delle bevande prevede un ulteriore aumento dell’utilizzo di rPET nei prossimi anni che potrebbe arrivare a superare il milione di tonnellate. Questo perché, se da un lato i produttori di bevande che utilizzano il PET vogliono raggiungere gli obiettivi di sostenibilità che si sono prefissati, dall’altro devono rispettare gli obiettivi vincolanti di contenuto riciclato dell’Unione Europea, che prevedono un contenuto medio di rPET del 25% nelle bottiglie in plastica monouso a partire dal 2025 e del 30% al 2030.

Migliorare il livello di raccolta

Per rispondere a questa maggiore domanda di rPET diventa necessario aumentare in Germania i volumi di riciclo del PET nei prossimi anni per quanto già elevati. Per raggiungere questo obiettivo dal 1° gennaio 2022 anche le bottiglie di succo di frutta sono state incluse nel sistema di deposito. Con l’aggiunta delle bottiglie di latte nel 2024, tutte le bottiglie per bevande in PET monouso o ricaricabili saranno soggette al sistema di deposito. “Sosteniamo pienamente l’espansione del sistema di deposito in Germania . In questo modo, l’industria delle bevande potrà disporre di una quantità ancora maggiore di materiale di riciclo di alta qualità. Vediamo un grande potenziale in tutta Europa per i sistemi di deposito e speriamo che anche altri Paesi europei li istituiscano” conclude a questo proposito Isabell Schmidt.

C’è bisogno di maggiore circolarità

Tuttavia c’è qualcosa che “non torna” nella situazione descritta dallo studio, ed è il basso indice di circolarità del PET. Con un tasso di riciclo del 97% delle bottiglie in PET soggette al deposito, un 44,8% di contenuto riciclato è davvero pochino. Questo significa che anche in Germania non essendoci un diritto di prelazione per i produttori di bevande per le bottiglie raccolte dal sistema, altri soggetti che sono più veloci o più influenti riescono ad accaparrarsi il PET per applicazioni meno nobili, come si può vedere nella figura 1.

Il modello di DRS adottato in Germania è gestito con un modello decentralizzato con la grande distribuzione che rimane proprietaria del materiale raccolto presso i propri punti vendita che può rivendere sul mercato, oppure usarlo per la produzione di imballaggi a marchio proprio. Questo sistema con diversi operatori che agiscono in competizione tra loro, per come è configurato, riesce difficilmente a garantire un level playing field, ovvero una condizione di gioco uniforme per tutti i partecipanti al sistema. Uno dei punti di debolezza attribuiti al modello decentralizzato, non diffuso in Europa, consiste nell’impossibilità di adottare un’organizzazione unica con regole e politiche condivise, condizione che può influenzare la gestione del sistema e le sue performance ambientali ed economiche. Per aumentare la circolarità delle bottiglie in PET in Germania, oltre ad aumentare la quantità di bottiglie soggette al deposito, servirebbe l’impegno di tutti gli operatori dei sistemi esistenti a destinare in via prioritaria le bottiglie in PET al riciclo bottle to bottle. Facile a dirsi, meno facile a farsi senza un regolamento cogente in tal senso.

Per massimizzare la circolarità nel suo futuro sistema cauzionale l’Italia dovrebbe, a nostro parere, ispirarsi al sistema slovacco. Al contrario del sistema tedesco il DRS slovacco che opera in un modello centralizzato ha previsto una clausola che obbliga i produttori di bevande –  che siedono nel board dell’ente no profit che amministra il sistema –  ad impiegare le bottiglie di plastica e le lattine raccolte esclusivamente per realizzare nuovi contenitori per bevande. Disposizione che si è tradotta in un vantaggio economico e organizzativo per i produttori di bevande slovacchi che si ritrovano con importanti quantità di materia prima seconda a loro disposizione.

 

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