I dati di un nuovo studio sfatano il mito che i sistemi di deposito causino cali nelle vendite di bevande

I risultati di un nuovo studio basato sulla comparazione di dati empirici relativi alle vendite nei mercati dove è presente un DRS su scala globale non ha rilevato alcuna evidenza definitiva sul fatto che l’introduzione di nuovi sistemi DRS, o l’espansione di sistemi esistenti, abbia un reale impatto sulle vendite di bevande.

Uno studio pubblicato ieri da CRI Container Recycling Institute e dal nostro partner internazionale Reloop non ha riscontrato alcuna evidenza definitiva circa un’eventuale impatto negativo dovuto all’introduzione di nuovi sistemi di deposito cauzionale (Deposit Return System, DRS) per contenitori di bevande (o una loro espansione) sulla vendite di bevande. Suggerendo così che i timori dell’industria delle bevande circa un calo delle vendite a seguito dell’implementazione di un DRS, siano di fatto infondati.

Lo studio delle due organizzazioni no-profit, intitolato “The Impact of Deposit Return Systems on Beverage Sales” utilizza dati reali e provenienti da quasi una dozzina di mercati DRS in tutto il mondo, confrontando le vendite prima e dopo l’introduzione o l’ampliamento dei sistemi DRS, e a seguito di un aumento dell’importo della cauzione.  Con la pubblicazione di questo rapporto le due organizzazioni hanno voluto contribuire all’arricchimento di un dibattito sugli impatti che i DRS possono avere sulle vendite di bevande in quanto le conoscenze basate su dati concreti sono fondamentali per permettere ai decisori politici e industriali e altri stakeholder del settore di fare scelte informate.

I timori dell’industria non risultano fondati

I risultati principali dello studio possono essere riassunti in tre punti :

  • Primo, nessuno dei casi studio analizzati fornisce prove definitive che suggeriscono che l’introduzione o l’espansione di un sistema DRS abbia causato un calo delle vendite di bevande o abbia avuto un effetto sui prezzi di vendita. Le fluttuazioni delle vendite osservate rientrano infatti nell’ambito delle normali variazioni e in linea con le tendenze regionali;
  • Secondo, molti fattori complessi e sfaccettati contribuiscono alle variazioni delle vendite di bevande, il che significa che qualsiasi aumento o diminuzione delle vendite non può essere esclusivamente attribuito alla presenza o attivazione di un nuovo deposito cauzionale (vedi infografica);
  • Terzo, alcuni dei precedenti studi possono apparire inaffidabili come risultati, soprattutto quando sono stati utilizzati approcci speculativi invece di dati storici reali.

Secondo Reloop e CRI, i risultati dello studio sottolineano la necessità di acquisire una comprensione completa della complessa interazione dei fattori che influenzano le vendite di bevande che vengono riassunti nella seguente infografica.

In buona sostanza nei casi studio esaminati in cui è stato introdotto un sistema di deposito – o ampliato uno esistente –  i prezzi e vendite delle bevande apparivano come il risultato di una complessa interazione di fattori tra i quali: Competizione esistente nel mercato delle bevande, Investimenti su marketing e advertising da parte delle aziende, Domanda stagionale condizionata anche dai periodi di vacanze ed eventi nazionali di grande rilevanza, Stato della domanda e offerta e propensione dei consumatori nella spesa, Tendenze su temi salutari e preoccupazioni correlate nei consumatori, Cambi nelle preferenze dei consumatori e modelli di acquisto, Tipologia del punto di vendita e posizionamento sul territorio che determina i prezzi effettuati, Promozioni sconti da parte di rivenditori, distributori e/o produttori, Tasse e regolamentazioni che incidono sulle vendite di bevande contenenti zucchero, Ricerca di un maggiore profitto, Temperature stagionali, Aumenti dei costi di produzione: materie prime lavoro trasporto e packaging, Interruzioni nella catena di distribuzione dovuti a eventi internazionali come pandemie, guerre e disastri naturali, Situazione economica del momento e inflazione in uno specifico mercato.

Inoltre le fluttuazioni delle vendite osservate nei casi studio rientravano nell’ambito di normali variazioni che tendevano ad allinearsi a quelle regionali.

La ricerca che abbiamo condotto in questo studio è la più completa, approfondita e trasparente possibile e rappresenta le esperienze di tutto il mondo in un arco temporale di due decenni“, ha dichiarato Susan Collins, Presidente di CRI. “Riteniamo che i risultati dovrebbero mettere a tacere i timori dei produttori e dei distributori di bevande e contribuire a un discorso più informato sull’adozione, l’implementazione e l’espansione dei sistemi di deposito per i contenitori di bevande“.

I DRS rappresentano degli enormi vantaggi finanziari per i produttori

Susan Collins –  Presidente di CRI–  e Clarissa Morawski, –  AD di Reloop –  hanno dichiarato che decenni di dati dimostrano che i sistemi di deposito aumentano significativamente i tassi di riciclaggio dei contenitori, un fattore chiave per affrontare l’inquinamento da plastica, i rifiuti marini e la crisi climatica.

Inoltre, dato che in alcune giurisdizioni sono stati introdotti obblighi di contenuto riciclato, e che i marchi internazionali hanno dichiarato obiettivi di riduzione nell’impiego di materie vergini, i DRS offrono il mezzo più efficace per ottenere più materiali puliti e di alta qualità per la fabbricazione di nuovi prodotti.

Morawski ha osservato: “Sebbene i produttori spesso si oppongano all’introduzione di sistemi di deposito cauzionale perché ritengono, a torto, che abbiano un effetto negativo sulle vendite, le loro valutazioni d’impatto ignorano gli enormi vantaggi finanziari e di conformità derivanti dal recupero fino al 90% dei loro contenitori per un riciclaggio a ciclo chiuso -closed-loop“.

I vantaggi per l’Italia derivanti dall’introduzione di un DRS

Inoltre, l’implementazione dei DRS comporta risparmi significativi per diversi soggetti coinvolti in un DRS , come la riduzione dei costi dovuti all’ampliamento dell’EPR (responsabilità estesa del produttore) a carico dei produttori per gli imballaggi che immettono al consumo in Europa e Canada e la riduzione dei costi per la gestione del fine vita degli imballaggi che ricadono prevalentemente sui Comuni e i contribuenti. Ciò avviene grazie alla diminuzione degli imballaggi complessivamente da gestire e le spese correlate alle attività di avvio al riciclo, di svuotamento dei cestini stradali, di pulizia ambientale con rimozione del littering, di cui il 35% circa è costituito da contenitori per bevande. Forse non tutti sanno che, mentre la raccolta degli imballaggi è parzialmente coperta dai corrispettivi dei consorzi Conai, regolati dall’accordo quadro Anci-Conai, tutti gli altri costi dovuti alla raccolta e smaltimento del rifiuto indifferenziato e dell’organico e pulizia ambientale sono pagati dai cittadini attraverso le bollette dei rifiuti. Ergo gli imballaggi che finiscono nell’indifferenziato, vuoi per mancata differenziazione da parte dell’utente o perché provenienti dai cestini stradali e/o da rimozione del littering rappresentano un costo che pagano tutti i cittadini al 100%, anche chi non beve bevande confezionate.

A questo costo si aggiunge per i cittadini italiani il contributo annuo che l’Italia versa alla UE per i quantitativi di plastica non riciclata prelevato dal bilancio nazionale dello stato di circa 800 milioni di euro che non sono disponibili per altre necessità. Nel nostro studio “Sistema di deposito cauzionale: quali vantaggi per l’Italia e il riciclo” viene stimato che una somma tra i 115-135 milioni di euro sia riconducibile alle sole bottiglie in PET non intercettate per il riciclo che potremmo risparmiare con un un DRS anche in Italia. Ma non finisce qui in quanto a costi a carico della comunità perché, per provare a compensare le carenze del sistema attuale rispetto agli obiettivi stabiliti a livello europeo, lo Stato ha stanziato risorse economiche considerevoli per finanziare l’acquisto da parte dei Comuni dei cd. eco-compattatori pensati per integrare le raccolte tradizionali con raccolte selettive delle bottiglie in plastica per bevande.

Purtroppo questi investimenti, a considerare iniziative simili tentate all’estero, rischiano di rivelarsi “soldi sprecati” in quanto sono state tutte sospese per la loro insostenibilità economica e a fronte dei minimi risultati apportati nell’aumento del tasso nazionale di raccolta. La tecnologia di gran parte dei compattatori istallati in Italia non permette oltretutto un loro aggiornamento ed utilizzo qualora adottassimo un DRS in Italia.

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