Olanda: il DRS fallisce gli obiettivi di raccolta per le bottiglie in PET

Photo Credit: Dirk Groot-Zwerfinator

A due anni dall’estensione del sistema di deposito cauzionale ad includere le bottigliette in PET, i risultati riflettono il fallimento di una legislazione indebolita dalle pressioni dell’industria, con un tasso di raccolta fermo al 68%. Per raggiungere l’obiettivo di raccolta del 90% servono correttivi come un aumento del valore della cauzione e l’obbligo di partecipazione al DRS per tutti i tipi di bevande.

Il 1° luglio 2021 il sistema di deposito cauzionale olandese (in vigore dal 2005 per le sole bottiglie in PET da 1 l in su) è stato allargato ad includere anche le bottiglie in plastica di dimensioni inferiori a 0,8 l, ma il tasso di raccolta rivela che l’ampliamento del sistema non ha prodotto i risultati attesi. Il tasso di raccolta delle bottiglie in PET per l’anno 2022, infatti, è stato pari al 68%, di gran lunga inferiore all’obiettivo annuo prefissato del 90%, che coincide peraltro con l’obiettivo europeo della direttiva SUP al 2029.

Il sistema di deposito cauzionale rappresenta un ottimo strumento per migliorare le percentuali di raccolta, ma perché ciò accada, i politici devono dallo sviluppo di una legislazione efficace. Ad esempio, nel sistema olandese sono troppo pochi i luoghi in cui i consumatori possono riscattare la cauzione e l’importo della cauzione stabilito è troppo basso. Anche l’industria del settore non sta collaborando, visto che nel 2022 l’ente che amministra il DRS ha guadagnato 84 milioni di euro proprio non raccogliendo abbastanza.

Rob Buurman, direttore di Recycling Network (Ong europea partner della nostra campagna), ha pertanto dichiarato all’interno di un comunicato stampa diffuso recentemente : “La lobby delle imprese è riuscita a ottenere un deposito basso, pari a 15 centesimi di euro, ed è anche riuscita a negoziare il fatto che i punti vendita obbligati per legge a raccogliere in contenitori non sono però obbligati a restituire ai consumatori il deposito che hanno pagato, mentre in precedenza erano obbligati a farlo. Di conseguenza, ora ci sono solo 5.000 punti di raccolta in cui è possibile ottenere la restituzione del deposito al momento del conferimento del vuoto. In luoghi molto frequentati come cinema o parchi divertimenti restituendo i vuoti non si ottiene nulla”.

Inoltre, dal 2021 ci sono categorie di bevande come i succhi di frutta e i latticini che non sono stati inclusi nel DRS, per cui non è sempre chiaro ai consumatori quali siano i contenitori e le bevande soggetti al deposito. Secondo il rapporto appena reso pubblico dall’ente Afvalfonds Verpakkingen nel 2022 è stato raccolto solo il 58% delle bottiglie di plastica di dimensioni inferiori a 0,8 l mentre in Germania viene raccolto circa il 95% di tutte le bottiglie di plastica.

Le scarse prestazioni fanno guadagnare alle imprese 84 milioni di euro

Il settore commerciale che è nella governance del sistema viene obbligato per legge a raccogliere il 90% delle bottiglie in PET immesse sul mercato, ma per ogni bottiglia che non viene raccolta per il riciclo incamera del denaro ( ndr. trattasi del contributo EPR versato dal produttore al sistema per ogni unità immessa al consumo) perché non deve restituire la cauzione non riscattata dal consumatore. Il totale di tutte le cauzioni non riscattate costituisce una somma considerevole. Dei 700 milioni di bottiglie in PET con dimensioni superiori a 0,8 di l, il 12% non è stato raccolto, generando un totale di 21 milioni di euro. Per quanto concerne il miliardo di bottigliette in PET ( inferiori a 0,8 l) il 42% immesse al consumo ma non restituite, significa che l’ente si trattiene ben 63 milioni di euro. Per quanto concerne l’anno 2022 si tratta, quindi, di un totale di 84 milioni di euro.

Tutto questo denaro non viene però impiegato (come avviene in altri DRS europei) per ottimizzare e migliorare le prestazioni del sistema esistente. “È esattamente il contrario: questa fonte di reddito è proprio il risultato della mancanza di investimenti nel sistema di deposito attuale. In un sistema DRS ben funzionante come quello tedesco o norvegese, svedese, finlandese o lettone, al massimo il 5-10% delle cauzioni non viene riscosso. Invece nei Paesi Bassi le cose vanno male. Questo non ha nulla a che fare con la volontà dei consumatori olandesi, ma con la volontà dei politici olandesi di legiferare bene” spiega Rob Buurman.

Necessario un intervento legislativo

Negli ultimi anni Recyling Netwerk Benelux RNB ha ripetutamente segnalato ai politici e al Ministero delle Infrastrutture e della Gestione delle Acque senza alcun risultato quali fossero errori e punti di debolezza contenuti nella legislazione alla base del DRS. Ora, alla luce di questi deludenti risultati, RNB chiede al Segretario di Stato uscente Vivianne Heijnen di iniziare un processo di miglioramento della legislazione.

Innanzitutto, per RNB, l’Ispettorato per l’Ambiente e i Trasporti dovrebbe far rispettare la legislazione. Con un tasso di raccolta del 68% per le bottiglie di plastica (dati del rapporto pubblico di Afvalfonds Verpakkingen, l’organizzazione per l’EPR dei produttori olandesi per gli imballaggi), l’industria è molto indietro rispetto all’obiettivo legale del 90%. I depositi non riscattati che l’industria non restituisce ai consumatori (cioè 84 milioni nel 2022) dovrebbe essere restituito al governo, perché –  ovviamente –  non dovrebbe esserci alcuna ricompensa per un compito svolto male.

In secondo luogo, la legislazione alla base del Sistema cauzionale deve essere rafforzata sicuramente sui seguenti punti: 1) tutti i consumatori dovrebbero poter riavere i depositi anticipati (pertanto tutti i rivenditori di bevande o punti di raccolta dovrebbero essere obbligati a restituire tali depositi ; 2) l’importo del deposito dovrebbe essere di almeno 25 centesimi di euro; 3) il deposito cauzionale dovrebbe essere applicato a tutte le bottiglie di plastica, compresi i succhi e le bevande a base di latticini.

Il decremento delle bottiglie in plastica nel littering langue

Nonostante i dati di raccolta non estremamente soddisfacenti, l’effetto positivo dell’allargamento del DRS è già rilevabile nella composizione del littering (il rifiuto disperso nell’ambiente). Secondo i rilievi compiuti negli ultimi 7/8 anni da Dirk Groot, alias Zwerfinator, il numero di bottiglie di plastica nei rifiuti è diminuito del 70% rispetto al periodo precedente all’entrata in vigore del DRS. Se si considerano solo le bottiglie soggette alla cauzione (categorie di bevande restano ancora escluse dall’obbligo di partecipazione), l’effetto è una riduzione dell’80% delle bottiglie di plastica nell’ambiente.

Tuttavia anche Dirk Groot, che ha puntualmente monitorato la situazione dall’ampliamento del deposito alle bottigliette in plastica (luglio 2021) –  e poi recentemente alle lattine (aprile 2023) –  è giunto alla conclusione che l’attuale sistema di deposito non è efficace quanto potrebbe per le bottigliette.

Infatti comparando i dati riferiti alla riduzione delle lattine presenti nel littering a pochi mesi dal loro assoggettamento al DRS ( meno 55% nel primo trimestre del 2023 rispetto all’anno precedente e meno 64% a giugno rispetto a marzo), i dati riferiti al decremento delle bottiglie in plastica nel littering ristagnano.

Oltre ai miglioramenti e alle misure correttive proposte da Recycling Netwerk Benelux prima citate secondo Groot dovrebbe essere possibile per i consumatori ricevere indietro il deposito anche quando riportano contenitori (come quelli della foto) che sono danneggiati al punto da non essere accettati dai punti di raccolta automatizzati (in cui sono posizionate le RVM -reverse vending machine). Oppure quando sono integri ma senza l’etichetta che contiene stampato il codice a barre univoco che identifica tutti i contenitori assoggettati ad un sistema cauzionale rendendoli tracciabili ed idonei al riscatto del deposito.

Infatti dai rilevamenti di Zwerfinator, la quantità di bottiglie di plastica presenti nel littering è diminuito del 70% dall’allargamento del DRS del 2021 per poi stabilizzarsi. Se guardiamo invece alla quantità di bottiglie di plastica soggette a deposito obbligatorio (per acqua, bibite e limonata) presenti nel littering c’è stato una diminuzione dell’80%, mentre per le altre bottiglie di plastica non soggette al deposito è stata solo del 19%. Tuttavia, Groot rileva un aspetto positivo: “La quantità di bottiglie di succo di frutta che ho trovato si è dimezzata”. Una riduzione che Groot ascrive all’introduzione di un deposito cauzionale volontario sulle bottiglie di succo che alcune aziende hanno sposato.

Oltre ai miglioramenti e alle misure correttive proposte da Recycling Netwerk Benelux prima citate secondo Groot dovrebbe essere possibile per i consumatori ricevere indietro il deposito anche quando riportano contenitori danneggiati (come quelli della foto) al punto da non essere accettati dai punti di raccolta automatizzati (in cui sono posizionate le RVM -reverse vending machine). Oppure quando sono integri ma senza l’etichetta che contiene stampato il codice a barre univoco che identifica tutti i contenitori assoggettati ad un sistema cauzionale rendendoli tracciabili ed idonei al riscatto del deposito.

I dati di Zwerfinator mostrano che la quantità totale di imballaggi per bevande immessi al consumo non è cambiata di molto. Per il momento non si può quindi parlare di una fuga dalla plastica verso altri tipi di imballaggi per bevande per evitare il deposito cauzionale. L’unico cambiamento rilevato da Groot è invece relativo all’aumento del numero di cartoni per bevande di medie dimensioni da 0,3 a 0,5 litri nel littering. Diverse aziende sono passate dalle bottiglie di plastica a questi cartoni per bevande. “Per quanto mi riguarda, dovrebbe essere previsto un deposito cauzionale anche per i cartoni per bevande, e preferibilmente per tutti i tipi di imballaggi per bevande.” ha spiegato Zwerfinator.

Quanto costa la rimozione del littering ai Comuni?

Uno studio pubblicato nel gennaio del 2023 ha quantificato i costi di pulizia ambientale dovuti in larga parte alla rimozione del littering nei Paesi Bassi 304 milioni all’anno. La maggior parte di questa cifra, 281 milioni, ricade sui Comuni e contribuenti. Lo studio, commissionato da “Rijkswaterstaat Water, Verkeer en Leefomgeving” ovvero il braccio esecutivo/direzione generale del Ministero delle Infrastrutture e della Gestione delle Acque si riferisce all’anno 2021. I costi di pulizia, come lo spazzamento meccanico e manuale e la gestione dei cestini/contenitori stradali rappresentano la voce di spesa più consistente a cui si aggiungono i costi riguardanti la comunicazione, le politiche di gestione e la partecipazione dei cittadini. I costi mappati sono notevolmente più alti rispetto all’ultimo studio del 2018 in cui i costi a carico dei Comuni erano risultati pari a 157 milioni di euro.

Responsabilità estesa dei produttori
Lo studio dei costi è stato condotto nel contesto della direttiva europea sulla plastica monouso (SUPD Single Use Plastic Directive), che è stata recepita nei Paesi Bassi attraverso il regolamento sui prodotti monouso in plastica. I produttori verranno ritenuti responsabili dei costi sostenuti dai Comuni per la pulizia dei rifiuti a partire dall’anno di riferimento 2023.

Ciò significa che i comuni riceveranno un cosiddetto “rimborso SUP” per la parte dei costi di pulizia relativi ai prodotti monouso in plastica definiti dalla SUPD come: imballaggi, bicchieri per bevande, sacchetti di plastica leggeri, salviette umidificate, prodotti del tabacco con filtro e palloncini. Il rimborso copre solo le componenti di costo dovute alla pulizia manuale e meccanica, ai costi di trasporto e gestione del rifiuto e alla partecipazione delle organizzazioni di volontariato (ndr. quando coinvolte in tali attività).

Rimborso da erogare a partire dal 2024
Sulla base dello studio dei costi dell’RWS e di uno studio sulla composizione, il segretario di Stato Vivianne Heijnen stabilirà la “quota SUP” per i Comuni e gli altri gestori di aree di bacino. L’importo delle tasse per l’anno 2023 verrà pubblicato il 1° giugno 2024 e versato ai comuni entro il 1° novembre 2024. Nel secondo trimestre di quest’anno verrà effettuato un calcolo di prova, in modo che i Comuni possano avere un’indicazione di quanto riceveranno.

Al corrispettivo economico che i Comuni riceveranno come “rimborso SUP” si aggiunge un corrispettivo chiamato “tariffa sui rifiuti di imballaggio nei cestini pubblici” che corrisponde a 0,76 euro per abitante per il 2023. L’entità di questo corrispettivo si basa sul decreto per gli imballaggi ma non viene stabilita dal Segretario di Stato, ma dall’accordo quadro sulla gestione degli imballaggi (PKO) siglato dall’Associazione dei Comuni olandesi (VNG), con il supporto del NVRD* e “Afvalfonds Verpakkingen” (il PRO olandese Producer Responsability Organizer che corrisponde al nostro Conai). Queste due fonti di contributi economici che riceveranno i Comuni da quest’anno in poi sostituiscono l’indennità per la gestione del littering (zwerfafvalvergoeding=littering fee) che i Comuni hanno ricevuto negli ultimi 10 anni stabilita dall’accordo quadro sugli imballaggi conclusosi a fine 2022.

* La Royal NVRD riunisce i comuni olandesi e loro aziende pubbliche responsabili della gestione dei rifiuti e degli spazi pubblici.

Fonte: Recycling Netwerk Benelux; Zwerfinator.

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