Deposito cauzionale in Francia: il Governo abbandona per ora il progetto

Dopo mesi di rinvii il governo ha abbandonato per ora il progetto di istituire un #DRS. La responsabilità viene imputata dal Ministro della Transizione Ecologica all’assenza di un pieno sostegno al sistema nel paese.

Dopo anni di esitazioni e mesi di consultazioni –  scrive Le Monde –  il governo ha deciso di abbandonare l’idea di introdurre un Sistema di deposito cauzionale per le bottiglie di plastica finalizzato al riciclo, come previsto nella legge anti-spreco per un’economia circolare del 10 febbraio 2020. La legge prevedeva che la decisione fosse presa entro la fine del 2023.

Il ministro francese per la Transizione ecologica, Christophe Béchu, ha annunciato questa decisione lo scorso mercoledì 27 settembre alla Conferenza nazionale sui rifiuti di Nantes. “Va detto che l’introduzione immediata di un deposito cauzionale non sta incontrando il pieno sostegno di cui abbiamo bisogno“, ha dichiarato. Questa decisione prevede che per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di raccolta della direttiva SUP ( 77% entro il 2025 e del 90% entro il 2029) per le bottiglie di plastica per bevande dovranno essere attivate altre leve, come l’estensione della raccolta differenziata il miglioramento dei sistemi di raccolta e la semplificazione della tariffa puntuale (legata al volume di rifiuti prodotti dalle singole utenze ).

Se questo non dovesse funzionare, considerano che l’intercettazione attuale si aggira intorno al 60% circa il deposito cauzionale potrebbe tornare in auge. “La questione della sua attuazione si porrebbe inevitabilmente“–  ha spiegato a Le Monde Christophe Béchu –  “Non procederemo ad istituire il sistema ma lo terremo come opzione a scaffale”.

Non c’è stata alcuna riduzione nella commercializzazione delle tonnellate di bottiglie di plastica nei Paesi in cui è stata applicata la cauzione“, ha inoltre spiegato il ministro citando studi di Ademe (Agenzia per la gestione dell’ambiente e dell’energia) che dicono che sia possibile raggiungere il 90% di raccolta senza un deposito, a condizione che vengano migliorati altri sistemi come la raccolta differenziata domiciliare che ha tardato ad essere implementata nelle grandi città.

Produttori di bevande, rivenditori e precedenti ministri a favore del sistema

Eppure distributori e produttori di bibite, succhi di frutta e acque minerali, così come la grande distribuzione, stavano spingendo molto per una rapida implementazione del sistema cauzionale con una conseguente moltiplicazione dei punti di raccolta automatizzati installati vicino ai supermercati.

Il sistema, era stato inoltre sostenuto dai Ministri e dai Segretari di Stato per la Transizione Ecologica che si erano succeduti, per l’ineguagliabile capacità di incrementare il livello di raccolta e riciclo degli imballaggi in plastica, così da raggiungere gli obiettivi di contenuto riciclato, oltre che di raccolta della direttiva SUP prima citati.

Segretario di Stato del Ministero della transizione ecologica e solidale dal 2017 al 2020

Cittadini francesi favorevoli ad un sistema di deposito

Un recente sondaggio commissionato a Ipsos ha rivelato che i francesi sono in gran parte favorevoli all’introduzione di un DRS per i contenitori di bevande, sia per il riciclo di bottiglie di plastica, lattine e cartoni, che per il riutilizzo di bottiglie di vetro, con percentuali di sostegno rispettivamente dell’86% e del 90%. Il principale fattore che motiva i francesi a favore del DRS è la sua efficacia nel proteggere l’ambiente (89%), oltre al fatto di poter recuperare la cauzione (85%). Questi risultati confermano che l’interesse e l’intenzione si sono mantenuti dal 2019 ( anno del precedente sondaggio Ipsos)

Più di 6 francesi su 10 vivono come un problema quotidiano l’abbandono dei contenitori per bevande in nella natura, luoghi pubblici, e vie commerciali .
Il 92% dei francesi conosce il principio sui cui basa un sistema di deposito cauzionale ed è favorevole a un DRS per il riciclo e il riutilizzo, con un sostegno in tutte le regioni.

Foto di: Orléans Zero Plastique


La pressione delle autorità locali che temevano un deficit
La decisione del governo è stata conseguente alla ribellione degli eletti locali che si sono opposti al sistema per timore che un DRS li privasse di partite importanti di imballaggi che generano guadagni importanti per sostenere la raccolta dei rifiuti. I Comuni sono infatti proprietari degli imballaggi che raccolgono e dei proventi che derivano dalle vendite ai riciclatori, oltre a ricevere dal regime EPR francese Citeo ( o PRO (Producer Responsability Organizer) un indennizzo economico per i costi di raccolta sostenuti.

Quanto la reazione dei Comuni abbia pesato sul governo lo si evince dalla dichiarazione del Ministro che afferma che una sua attuazione avrebbe “privato le autorità locali di una preziosa fonte di rifiuti, il che non era giusto nei confronti di quelle che avevano appena investito nella modernizzazione dei sistemi di raccolta e selezione”.

Si tratta infatti di un argomento spesso utilizzato dai rappresentanti degli enti locali e regionali. Accogliendo con favore questa “importante decisione del governo”, Nicolas Garnier, delegato generale della rete di enti locali Amorce, ritiene che “un sistema di cauzione per il riciclaggio delle bottiglie di plastica, spinto dalle multinazionali delle bevande, avrebbe avuto l’effetto di fare aumentare il prezzo delle bevande, limitare la raccolta differenziata, smembrare il servizio pubblico locale di raccolta differenziata senza effetti risolutivi per l’inquinamento da plastica, e con l’unico obiettivo di perpetuare il consumo di bottiglie monouso“.
Un’analisi condivisa da Sébastien Martin, presidente di Intercommunalités de France. “Siamo soddisfatti di questa decisione che significa riconoscere la necessità di dare priorità a un servizio pubblico di raccolta dei rifiuti” , afferma. Secondo l’associazione l’abbandono di quello che viene definito un “falso” deposito “fausse consigne” voluto dalla “lobby delle bottiglie di plastica e del settore della grande distribuzione e alcuni produttori di bevande ” è una vittoria per la loro e altre associazioni. La comunicazione presente sul sito chiarisce la narrativa di base adottata dalle associazioni degli enti locali (ma anche delle associazioni che promuovono il riuso) quando si legge cheun sistema cauzionale non è come il vecchio deposito che tutti conosciamo con le bottiglie di vetro. Il vero deposito è per il riutilizzo: le bottiglie vengono recuperate per essere lavate e riutilizzate“. Il deposito proposto per le bottiglie di plastica “non avrebbe nulla a che fare con questo, in quanto si tratterebbe di un deposito per il riciclaggio.

Quando “il meglio è nemico del bene”
Un secondo fronte di opposizione al sistema cauzionale esistente in Francia (e non in altri paesi) che ha pesato molto sulla bilancia, è quello delle associazioni ambientaliste che vedono nel sistema finalizzato al riciclo un rischio di vedere aumentare la produzione di bottiglie in plastica. “Sono 10 anni che spieghiamo che il riciclo della plastica non è la soluzione per ridurne la produzione“, insiste Juliette Franquet, direttrice di Zero Waste France. “La priorità è porre fine alla sovrapproduzione di prodotti monouso“. Charlotte Soulary, responsabile dell’advocacy di Zero Waste, sospira: “Era tempo di andare avanti, ora c’è l’urgenza di mettere in atto tutte le leve. La priorità è dimezzare la produzione di bottiglie in plastica“.

In realtà se ci sono ricerche che hanno dimostrato che non si verifica una contrazione nel consumo di bevande a seguito di un DRS –  ma che ci sono altri fattori che determinano trend in salita o discesa delle vendite –  non esistono studi a dimostrare che la mancanza di un DRS contribuisca a ridurre l’immissione al mercato di contenitori di bevande.

Preoccupazioni simili rispetto al sistema cauzionale (che è stato poi confermato per il 2025 ) si erano palesato anche in Austria che la ministra all’Ambiente Leonore Gewessler, del partito dei Verdi ha affrontato e fugato almeno in parte inserendo nella legislazione sulla gestione dei rifiuti dell’Austria (2021) degli obiettivi di riuso obbligatori per contenitori di bevande differenziati a seconda del settore.

Enti locali di fronte a quella che può essere definita una missione impossibile

Per quanto riguarda la posizione dei Comuni ci sono indubbiamente una serie di rischi all’orizzonte, non esistendo in pratica casi studi che confermino che con un’implementazione dei sistemi di raccolta domiciliari – come prospettato in uno studio di Ademe –  si possa arrivare al 90% di raccolta per le bottiglie in plastica. Considerando poi che la piaga dell’abbandono dei rifiuti da bevande esiste anche in Francia, e che i costi di rimozione sono sempre stati a carico dei contribuenti, è curioso che proprio i Comuni sottovalutino la potenzialità del DRS nel ridurre il littering quasi a zero per questi contenitori.

Nonostante le municipalità siano al momento convinte nella propria posizione e stiano festeggiando, nella dichiarazione del presidente Marin qualche dubbio sulla complessità dell’operazione di implementazione della raccolta domiciliare traspare quando cita il “sistema di bonus-malus” annunciato per il 2024 da Christophe Béchu che verrà applicato alle autorità locali in base ai risultati ottenuti nella raccolta e nel riciclaggio delle bottiglie di plastica. “Sebbene sia normale incoraggiare le autorità locali a migliorare, dovremo discutere le modalità precise, poiché alcune aree potrebbero avere delle difficoltà”, spiega.

Considerando il ruolo che tutte le parti coinvolte devono giocare nella complessa e soprattutto onerosa implementazione della raccolta domiciliare il futuro nella realtà dei fatti si presenta per le Municipalità più pieno di incognite che mai. Soprattutto perché non sarà possibile contare sul ruolo chiave del cittadino nella restituzione dell’imballaggio senza l’incentivo economico del deposito.

Eppure la proposta del governo si era basata sulle indicazioni contenute nel Rapport sur la consigne des emballages de boissons”noto anche come “Rapporto Vernier” dal nome del suo autore, che aveva messo in risalto come la raccolta selettiva propria dei Sistemi Cauzionali, fosse un elemento chiave nel massimizzare la circolarità degli imballaggi.

L’opposizione delle autorità locali francesi ad un sistema cauzionale trae origine dal timore di perdere le bottiglie in PET nelle raccolte domiciliari e di subirne gli effetti negativi sui bilanci dei programmi comunali. Negli ultimi anni, i centri di selezione gestiti dalle autorità locali hanno investito in costose tecnologie per ottimizzare i processi di selezione e riciclo. Il PET rappresenta la frazione merceologica di maggior valore tra gli imballaggi in plastica che i Comuni rivendono sul mercato, incassando proventi che di fatto vanno a sovvenzionare anche i costi di gestione e trattamento di altre frazioni di rifiuti con minore o scarso valore. La precisazione inclusa nel Rapporto Vernier, che spiegava perché e in quale modalità le municipalità non avrebbero subito in realtà contraccolpi finanziari negativi, non è stata tuttavia considerata sufficiente o credibile dalle stesse autorità locali. In pratica, secondo il rapporto il problema non si poneva in quanto la legislazione francese aveva già previsto una maggiore contribuzione ambientale a carico dei produttori per quelle tipologie di imballaggi che hanno un minor valore di mercato a fine vita, e che anche con un DRS rimarrebbero nella raccolta domiciliare. Infatti, queste maggiori entrate derivanti dai contributi EPR versati a Citeo dai produttori, verrebbero trasferite dall’ente ai Comuni per compensare nei bilanci la perdita di un flusso pregiato delle raccolte domiciliari come il PET.

Il tasso di raccolta scende e le aspettative salgono

Invece di aumentare, il tasso di raccolta per il riciclaggio delle bottiglie di plastica è diminuito lo scorso anno di quasi un punto percentuale, passando dal 61,1% del 2021 al 60,3% del 2022. Questo risultato negativo pone fine a tre anni di progressi ininterrotti, che hanno visto il tasso di raccolta delle bottiglie di plastica aumentare di poco più di nove punti rispetto al 2018 (52% di raccolta).

Questi risultati sono stati pubblicati da Ademe in concomitanza con l’annuncio del Ministro Christophe Béchu sullo stop al sistema cauzionale.

Sono oltre 8 miliardi le bottiglie in plastica e le lattine che sfuggono al riciclo

Intanto che si rimanda una decisione sul sistema di anno in anno otto miliardi di contenitori finiscono in discarica, inceneriti oppure abbandonati nell’ambiente in Francia.
Le stime dicono che nell’anno in corso solo il 60% delle bottiglie di plastica e il 45% delle lattine sarà riciclato e meno del 5% delle bottiglie in vetro sarà riutilizzato.
Una performance che rimane troppo bassa rispetto agli obiettivi ambientali di riduzione, riutilizzo e riciclaggio (3R) stabiliti nella legge anti-spreco per un’economia circolare (Loi AGEC) del febbraio 2020.

Per informare i cittadini francesi, che sono al 92% favorevoli ad un sistema cauzionale finalizzato al riciclo e al riuso, e per convincere i soggetti nazionali ad appoggiare l’introduzione del sistema è stata lanciata recentemente la campagna #OUI LA CONSIGNE.

Il comunicato congiunto di singoli produttori di bevande, dell’associazione francese dei produttori di bibite e altri portatori di interesse.

Secondo I dati compilati nel factsheet di Reloop “Public support for deposit return systems”, la maggioranza dei cittadini europei sono a favore dell’introduzione di un DRS (valore mediano 82%). Considerando i paesi dove il DRS è già in vigore, il supporto è ancora maggiore, con nove cittadini su dieci (92%) che supportano i sistemi di deposito cauzionale.

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