Negli anni, proposte per l’introduzione di un sistema di deposito cauzionale obbligatorio sono arrivate sia dal partito Die Mitte a livello del Consiglio nazionale che dai Verdi, a livello del Canton Soletta che non sono state accolte. Il governo federale e l’industria sono contrari, ma continuano a levarsi voci a favore.
Secondo l’industria l’introduzione di un DRS per contenitori di bevande monouso apporterebbe dei costi aggiuntivi e distruggerebbe l’infrastruttura di raccolta esistente, che “funziona bene così com’è”. Ma i sostenitori del DRS dicono che i dati dell’industria sono “un po’ abbelliti” e non rispecchiano i tassi effettivi di riciclo per bottiglie in PET e lattine in alluminio.
In Svizzera la discussione sull’introduzione di un Sistema di deposito cauzionale non ha ancora messo d’accordo la politica. L’ultima volta che è stata presentata una proposta per un DRS in Consiglio nazionale è stata nel 2020, sotto forma di un’iniziativa parlamentare di Alois Gmür del partito Die Mitte (partito politico di svizzero di centro-destra) che chiedeva l’introduzione di un sistema di deposito obbligatorio per contenitori di bevande monouso. La Commissione per l’ambiente, la pianificazione territoriale e l’energia del Consiglio nazionale, ha discusso la proposta ed è giunta alla conclusione che il problema del littering e la promozione di imballaggi riutilizzabili e del riciclaggio non dipendono dall’adozione di un sistema di deposito cauzionale. L’iniziativa parlamentare è stata così respinta.
Anche a livello cantonale non si è ancora trovato un accordo. A marzo di quest’anno, il Parlamento del Canton Soletta ha discusso l’introduzione di un Sistema di deposito cauzionale per lattine e bottiglie. Il Consiglio cantonale ha respinto a larga maggioranza la proposta di mandato al governo per preparare una proposta da sottoporre all’attenzione del Parlamento federale.
Secondo Marlene Fischer dei Verdi – che aveva votato a favore della proposta – i flussi di utilizzo dei materiali sono al momento lineari ” consumiamo e buttiamo via. Dobbiamo cambiare questa traiettoria per sviluppare un’economia circolare. Con un sistema di deposito non sarebbe più necessario rincorrere i cittadini per verificare se conferiscono correttamente una bottiglia in PET nel sacco della plastica o la gettano nel rifiuto indifferenziato perché il deposito farebbe si che le bottiglie in PET venissero tutte restituite per diventare risorse che rimangono in nuovi cicli di utilizzo.”
Secondo la rappresentante dei Verdi, candidata al Consiglio nazionale nel 2023, applicare un prezzo ad un prodotto ne determina un consumo più consapevole e l’esempio più calzante è stata la riduzione dell’86% in tre anni del consumo di sacchetti in plastica da Migros [n.d.r. una delle più grandi catene di supermercati in Svizzera].
L’opposizione delle organizzazioni di riciclaggio
Swiss Recycling, l’associazione che riunisce le organizzazioni di riciclaggio svizzere, descrive il sistema di deposito cauzionale come “un’arma miracolosa spesso propagandata“. La Svizzera ha un sistema di rifiuti unico nel suo genere, che crea incentivi non solo ecologici ma anche finanziari. “Non ci limitiamo agli imballaggi per bevande, ma applichiamo questo concetto a tutti i rifiuti domestici”, afferma la responsabile della comunicazione Viviane Pfister. “Siamo convinti che questo concetto olistico sia più sensato di un deposito che si applica solo agli imballaggi per bevande in alluminio, vetro e PET”.
Secondo Pfister di Swiss Recycling, l’introduzione di un sistema di deposito cauzionale obbligatorio “distruggerebbe eccellenti sistemi di riciclaggio” dal punto di vista ecologico ed economico, senza creare alcun valore aggiunto per l’ambiente o la popolazione. Secondo l’associazione [n.d.r. che evidentemente non conosce bene il funzionamento dei sistemi di deposito che vengono peraltro decisi nella loro architettura da una legge del governo concordata con tutte le parti] un DRS oltre a “distruggerebbe l’infrastruttura di raccolta esistente” renderebbe impossibile ai cittadini restituire i contenitori negli esercizi commerciali dove sono state acquistate le bevande. Inoltre, sempre secondo Swiss Recycling, i costi di gestione annuali leviterebbero dai 90 milioni di franchi a 290 milioni di franchi che ricadrebbero sui consumatori. E infine le municipalità perderebbero una compensazione di circa 30 milioni di franchi all’anno, perché il sistema cauzionale dirotterebbe grandi flussi di materiali dalla raccolta domiciliare verso una gestione separata [n.d.r. intendendo qui il funzionamento di un sistema cauzionale che solitamente viene promosso da un ente no profit che gestisce e finanzia il sistema organizzando i punti di raccolta per i contenitori presso i rivenditori, soprattutto supermercati. ]
Il punto più importante per Swiss Recycling è che in Svizzera esiste una soluzione di riciclaggio di successo e non c’è quindi motivo di introdurre un DRS. Tra l’altro, perché le “percentuali di riciclaggio” del 75% richieste dal governo federale sono chiaramente superate da tutti e tre gli imballaggi per bevande (alluminio, vetro, PET).
Il mancato supporto dell’Ufficio federale per l’ambiente
Secondo le stime dell’Ufficio federale per l’ambiente (Das Bundesamt für Umwelt, BAFU) vengono intercettate dalla raccolta differenziata oltre l’80% delle bottiglie per bevande in PET e il 90% delle lattine di alluminio e bottiglie di vetro. Anche il BAFU condivide la posizione negativa rispetto ad un DRS di Swiss Recycling allertando sui presunti svantaggi del sistema, ma tacendo sui vantaggi ormai conclamati senza andare troppo lontano nella vicina Germania, dove i tassi di intercettazioni dei contenitori arrivano al 98%.
I poster della campagna “Ogni bottiglia paga” dimostrano che anche in Svizzera le bottiglie in PET ( o lattine) possono essere buttate con il rifiuto indifferenziato, nei cestini stradali o abbandonati in natura generando costi per le municipalità.
La perdita di compensazioni che Swiss Recycling menziona vengono solitamente compensati come dimostrano diversi studi da minori costi di gestione dovuti a meno imballaggi da gestire sia come raccolta differenziata domiciliare che nei cestini stradali che abbandonati nell’ambiente. Poi i vantaggi ci sarebbero anche per l’industria del riciclo che godrebbe di maggiori volumi di imballaggi pregiati raccolti separatamente che non necessitano di costose operazioni di selezione e trattamento ma vanno immediatamente ai riciclatori.
L’ordinanza sugli imballaggi per bevande (Verordnung über Getränkeverpackungen, VGV) del 5 luglio 2000 stabilisce che il governo federale può introdurre un sistema di deposito cauzionale se non viene raggiunto un tasso di riciclaggio del 75% per gli imballaggi per bevande.
L’Ufficio Federale, interpellato della redazione di Today, su cosa succederebbe qualora non si riuscisse a raggiungere il tasso di riciclaggio ha risposto che avrebbero indagato sulle cause ed esaminato le varie opzioni per arrivare all’obiettivo precisando che “L’introduzione di un deposito è una delle molteplici possibilità”.
I dati dell’industria presentano un quadro “un po’ abbellito”
La consigliera cantonale di Soletta Marlene Fischer controbatte a queste argomentazioni. I dati dell’industria presentano un quadro “un po’ abbellito”, afferma. In definitiva, l’industria non ha interesse a introdurre un sistema di deposito. “Nella maggior parte dei comuni, ad esempio, le lattine di alluminio non vengono raccolte separatamente come in deposito, ma insieme ai metalli per una successiva selezione. Dato che determina una stima approssimativa più che un dato certo. Non ci sono ragioni a mio parere per cui il tasso di restituzione delle lattine di alluminio debba essere significativamente più alto di quello delle bottiglie in PET”.
Nonostante il voto negativo del Parlamento del Canton Soletta a marzo, l’opposizione dell’industria e il mancato sostegno dell’Ufficio federale per l’ambiente (BAFU), Fisher non perde la speranza e cita l’Austria che dopo anni di discussioni ha finalmente deciso di introdurre un sistema di deposito cauzionale che prenderà avvio nel gennaio 2025 “L’esempio dell’Austria dimostra che il cambiamento è possibile”.