Mentre anche la città di Bruxelles si schiera a favore di un sistema di deposito cauzionale nazionale, alcuni soggetti industriali vogliono convincere il governo ad adottare un DRS (deposit return system) digitale dagli esiti e costi incerti al posto di un sistema ormai collaudato con successo in quasi mezza Europa.
Al Consiglio comunale di Bruxelles di lunedì sera è stato deciso che la città diventerà membro del fronte che promuove il DRS in Olanda e Belgio ovvero l’Alliance pour la Consigne (Statiegeld Alliantie in fiammingo) iniziativa lanciata in Benelux dalla Ong Recycling Netwerk Benelux (RNB) a partire dal 2017. La città si unisce così alle oltre 1300 organizzazioni tra associazioni, aziende e enti locali che chiedono una soluzione strutturale al problema dei rifiuti, e una politica comune a favore dei depositi cauzionali su lattine e bottiglie di plastica. Nel 2022, la città di Bruxelles ha dovuto rimuovere 2.334 tonnellate di rifiuti abbandonati ( il cosiddetto littering) di cui lattine e bottiglie costituiscono il 40% circa del volume totale. Dal 2017 l’ Alliance pour la Consigne riunisce in Belgio e Olanda tutti i soggetti di varia natura che vogliono eliminare i rifiuti da contenitori di bevande dal littering e godere dei vantaggi ambientali ed economici offerti dai sistemi cauzionali.
Ha aderito all’alleanza circa il 60% dei comuni del Belgio mentre nelle Fiandre sono il 70%. Alla stessa iniziativa aveva aderito nei Paesi Bassi il 98% dei Comuni olandesi che hanno raggiunto l’obiettivo di avere un sistema cauzionale per le bottiglie in plastica nel 2021. Per quanto riguarda l’inclusione delle lattine nel sistema cauzionale c’è stata un’opposizione da parte dei produttori di bevande e GDO che ne a ritardato l’introduzione. Gli olandesi avranno finalmente un DRS completo entro aprile-maggio di quest’anno.
La richiesta che arriva forte e chiara da Bruxelles ai governi delle regioni delle Fiandre, di Bruxelles e della Vallonia è di introdurre un sistema di deposito per lattine e bottiglie di plastica di qualsiasi formato.
La città di Bruxelles si impegnerà in particolare di coinvolgere anche la regione di Bruxelles attraverso diverse iniziative. Tra queste, una campagna di informazione, prevenzione e sensibilizzazione sul giornale dei residenti “Brusseleir” e la diffusione del logo dell’Alleanza in occasione di eventi organizzati dalla città che prevedono anche un rafforzamento della raccolta differenziata di bottiglie e lattine.
La mozione per l’adesione della città di Bruxelles è stata presentata da diversi capigruppo dei partiti presenti in consiglio comunale. N-VA e il gruppo dei liberali di Open VLD si sono astenuti dal voto non essendo neanche tra i proponenti. A riprova che per i liberali parte dell’attuale maggioranza il problema del littering e i costi collegati alla sua rimozione non viene ancora considerata una priorità da affrontare.
Fiandre: governo decide di introdurre un DRS dopo consultazione con le altre due regioni
Poco prima di Natale, il governo fiammingo ha deciso di introdurre un deposito cauzionale per bottiglie di plastica e lattine entro il 2025, in consultazione con le altre due regioni. L’industria belga degli imballaggi non si rassegna e sta promuovendo un “deposito digitale” come alternativa al “normale” sistema di deposito ormai rodato in 13 Paesi Membri che offre risultati certi in termine di intercettazioni altissime che superano il 90% dei contenitori di bevande immesse al consumo. Il Ministro dell’Ambiente Zuhal Demir (N-VA) ha preso questa decisione quando i dati di OVAM l’agenzia pubblica per i rifiuti e l’economia circolare della regione delle Fiandre hanno mostrato che ogni anno nella regione vengono abbandonate 18.171 tonnellate di rifiuti.
A fine dicembre il governo fiammingo ha dato il permesso all’industria degli imballaggi di testare la loro proposta attraverso progetti pilota di applicazione di un DRS digitale. Trattasi di un sistema che richiede all’utente la scansione di due codici prima di poter conferire un imballaggio nel sacco blu della raccolta domiciliare o nei “contenitori blu pubblici”.
Il ministro ha chiesto che la valutazione di questo sistema venga effettuata nel 2023 ma che l’obiettivo finale è quello di introdurre un deposito cauzionale per bottiglie e lattine entro il 2025 che sia tecnicamente fattibile e facilmente accessibile a tutti i cittadini e che riduca drasticamente il littering, promuovendo nel frattempo la circolarità di materiali che hanno un elevato valore di mercato.
Il ministro dell’Ambiente Zuhal Demir (N-VA) ha inoltre precisato che a meno che non venga dimostrato che un sistema digitale abbia prestazioni superiori a quelle di un sistema di deposito ordinario è quest’ultimo che verrà implementato. Tesi che viene confermata nell’invito che OVAM ha inoltrato alle aziende che intendono partecipare alle fasi di sviluppo del sistema.
Studio commissionato dall’industria del packaging
Un sistema di deposito digitale non è ancora stato implementato in nessuna parte del mondo. Non esistono esempi pratici di funzionamento. Non sono disponibili dati empirici per stabilire se con questo sistema si possono ottenere gli stessi risultati dei depositi tradizionali. Esistono solo alcuni studi sull’argomento, tra cui lo studio “Every Packaging Counts – DDRS Blueprint” che l’industria belga degli imballaggi ha commissionato alla società di consulenza PricewaterhouseCoopers (PwC).
Nonostante lo studio di PwC fosse già stato consegnato alla fine di settembre 2022 l’industria del packaging lo ha tenuto segreto. Solamente dopo la decisione del governo e sotto la pressione dell’opposizione e dei media, il ministro Demir ha disposto che lo studio fosse reso pubblico. Ciò è avvenuto il 13 gennaio 2023, tre settimane dopo la richiesta del governo fiammingo.
L’analisi di RNB sullo studio di PwC sul DRS digitale
Gli esperti di Recycling Netwerk Benelux (RNB) hanno studiato e analizzato tutta l’evidenza esistente sul deposito digitale ad oggi e anche lo studio prima citato che l’industria dell’imballaggio ha commissionato a PwC in modo che potesse “servire da argomentazione chiara e corredata di numeri sul perché questo approccio sia migliore del sistema di deposito tradizionale”. Mentre l’analisi completa in inglese può essere letta qui seguono alcune delle principali considerazioni del documento che – secondo RNB – non trovano risulta invece poco convincente.
L’analisi mette a confronto entrambi i sistemi, compresi i rispettivi costi e tempi di implementazione allo scopo di verificare se il sistema digitale sia efficace quanto quello convenzionale in termini di: riduzione dei rifiuti da contenitori di bevande dispersi nell’ambiente, tasso di restituzione di materiali di alto valore (come sono i contenitori di bevande) e di potenziale di riutilizzo. Secondo l’analisi di RNB lo studio di PwC oltre a non dimostrare che l’introduzione di un deposito digitale entro il 2025 sia fattibile, non offre risposte attendibili su aspetti che sono invece dirimenti in un’eventuale scelta tra i due sistemi :
- Al contrario del DRS tradizionale lo studio non offre prove sull’efficacia di un DRS digitale nel ridurre il littering da contenitori di bevande. L’effetto sulla riduzione del littering non è stato dimostrato dallo studio mentre è proprio uno degli argomenti che ha maggiormente pesato nella decisione presa dal Ministro Zuhal Demir di adottare un sistema di deposito;
- Esistono numerosi criticità per i cittadini/utenti : l’esclusione delle persone che non hanno accesso a Internet o a un conto bancario. Solo la metà della popolazione belga possiede le competenze digitali necessarie. Anche la necessità di condividere i dati personali e i rischi di frode o abuso connessi al sistema digitale sono uno degli aspetti critici rispetto ad un’implementazione del sistema digitale ( che ne può pregiudicare il successo);
- I depositi digitali non soddisfano gli obiettivi di migliorare la qualità del riciclo e di allinearsi agli standard europei quando l’Europa sta pianificando una rapida transizione verso un’economia più circolare a livello europeo;
- Infine, lo studio di PWC dimostra che un sistema digitale richiederebbe investimenti economici significativi da parte delle municipalità – vuoi per l’installazione di ulteriori 136.000 contenitori stradali per il conferimento dei contenitori di bevande – che per un’eventuale dotazione di scanner da utilizzare a domicilio dalle famiglie.
Conclusioni
Nelle conclusioni del documento si legge che la fattibilità del sistema digitale è ancora ben lungi dall’essere dimostrata e che pertanto non è realistico pensare di poterlo lanciare entro la scadenza del 2025. Lo studio di PwC – secondo gli autori dell’analisi – presenta dei limiti tra i quali un’analisi dei costi-benefici carente di dati, con calcoli errati e l’assenza della parte sulla governance del sistema.
Restano pertanto aperti interrogativi sul perché istituire un sistema digitale di cui non è stata dimostrato l’efficacia a diverse livelli come che comporterebbe un inutile onere finanziario e organizzativo per le municipalità. Soprattutto quando il sistema “classico” invece funziona non ricade sui cittadini come onere finanziario essendo operato e gestito dall’industria delle bevande insieme alla GDO e rivenditori di bevande. Non per nulla diversi Paesi europei ne hanno previsto l’implementazione entro il 2025.