Olanda: a distanza di tre anni dall’introduzione del deposito cauzionale i risultati sono ancora modesti

Sono passati ormai tre anni da quando è stato introdotto l’obbligo di aderire ad un sistema di deposito cauzionale anche per le bottiglie di plastica per bevande inferiori al litro. In Olanda sono stati necessari ai sostenitori del sistema oltre due decenni di battaglie per arrivare ad avere un deposito cauzionale un minimo completo, e i risultati ancora tardano ad arrivare.

Dal deposito cauzionale istituito nel 2005 per le sole bottiglie in plastica di formato superiore a 0,8 lt si è dovuto attendere il luglio del 2021 per vedere aggiunte al sistema le bottigliette di formato inferiore, e ancora arrivare all‘aprile del 2023 per l’inclusione delle lattine. Ogni anno vengono immesse al consumo circa un miliardo di bottigliette e 2,5 miliardi di lattine.

Un’operazione che è stata tutt’altro che semplice come abbiamo raccontato in precedenza con diversi colpi di scena, e nonostante le pressioni provenienti dalle organizzazioni ambientaliste, dai Comuni, dalle associazioni dei consumatori, degli allevatori e anche da membri dello stesso Parlamento.

Mentre il tasso di raccolta per le bottiglie grandi arrivava al 95% rispetto all’immesso, le bottigliette sono state per anni, insieme alle lattine, i rifiuti più comuni trovati nel littering da Dirk Groot, alias Zwerfinator , attivista e divulgatore che da diversi anni effettua un’accurato monitoraggio dei rifiuti dispersi nei territori di alcuni Comuni olandesi che raccoglie e cataloga. Già a distanza di qualche mese dall’inclusione delle bottigliette nel Sistema Cauzionale Groot aveva potuto rilevare una diminuzione della loro presenza nel littering che nel primo semestre del 2022 si era attestata ad un meno 70% rispetto a prima del DRS ( Deposit Return System) , per poi finire per fermarsi, o quasi, come documenta l’ultima rilevazione riportata da Groot in un recente articolo su Linkedin.

Tassi di raccolta deludenti

Già a distanza di quasi due anni dall’estensione del sistema di deposito il tasso di raccolta si attestava ad un deludente 68% quando paragonato ai tassi di DRS più recenti avviati dopo il 2016.

Ad esempio dopo due anni il sistema lituano è arrivato a raccogliere oltre il 90% dei contenitori per bevande, la Slovacchia il 92%, mentre Lettonia e Malta hanno conseguito l’80%.

Nel rapporto diffuso da Verpact sui risultati relativi al 2023 il tasso di intercettazione per le bottiglie è cresciuto del 3% arrivando ad un circa 71% nel 2023.

Nel caso dell’Olanda, secondo Groot e non solo, la giustificazione portata dal settore delle bevande e dall’amministratore del DRS sul fatto che i consumatori avrebbero necessitato di un certo periodo di tempo per abituarsi al sistema di deposito, non è plausibile, in quanto nei Paesi Bassi già esisteva un DRS per le bottiglie grandi con punti di restituzione attivi presso i rivenditori di bevande.

La differenza sta nella modalità di consumo dei due formati in quanto le bevande in bottiglie da mezzo litro vengono consumate fuori casa, situazione che ne complica la restituzione presso un punto vendita.

Una situazione ben nota e prevedibile che, come lamentano le Ong, non è stata affrontata sin dall’inizio con un numero di punti di raccolta sufficiente con restituiscono il deposito. Attualmente sono solamente 5.000 i punti di raccolta in cui è possibile ottenere la restituzione del deposito che non coprono luoghi molto frequentati come i cinema o i parchi divertimenti anche se vengono vendute bevande. Una situazione che, combinata ad un deposito di 15 centesimi, evidentemente poco incentivante concorre a determinare una quota di abbandono o conferimento nei cestini stradali importante. Nonostante ci siano persone che raccolgono i contenitori soggetti al deposito per riscuotere la cauzione.

Estensione dell’obbligo a ulteriori categorie di bevande

Nel febbraio del 2022, Statiegeld Nederland l’ente che amministra il DRS olandese aveva annunciato che il sistema di cauzione sarebbe stato esteso anche alle bottiglie di plastica contenenti succhi di frutta. Le aziende potevano partecipare su base volontaria, e molte catene di supermercati e alcuni grandi produttori di succhi hanno aderito al sistema. Questo ha avuto l’effetto di ridurre del 50% la presenza di queste bottiglie abbandonate per strada.

Quantità di bottiglie contenenti succhi per chilometro per semestre raccolte da Zwefinator

Tuttavia, il numero totale di bottiglie di plastica abbandonate non è diminuito ulteriormente. Questo perché la quantità di bottiglie di plastica contenenti bevande a base di latte, che sono escluse dal DRS, è aumentata del 75%.

Quantità di bottiglie per bevande a base di latte per chilometro per semestre -Zwerfinator

La quantità di bottiglie di plastica soggette al sistema cauzionale presenti nel littering è diminuita dell’80%, ma la riduzione complessiva riferita al totale delle bottiglie di plastica presenti nel littering si è fermata al 70%.

Pertanto se l’obbligo di partecipazione al DRS fosse esteso a tutte le tipologie di bevande in bottiglie di plastica, la riduzione complessiva sarebbe dell’80%: un buon risultato ma non ancora quel 90% di riduzione richiesto dalla petizione-mozione del Plastic Soup Surfer, sottoscritta dalla maggioranza della Camera dei Deputati nel 2017 e immediatamente accolta dall’allora segretario di stato Sharon Dijksma.

Le cause per cui la riduzione delle bottiglie soggette a cauzione si è fermata all’80% sono le seguenti:

  • Solo il 24% delle bottiglie disperse ha un valore se raccolte. Il 24% delle bottiglie di plastica trovate da Zwerfinator poteva effettivamente essere restituito per riscattare il valore del deposito.
  • Il 39% delle bottiglie di plastica disperse soggette al deposito non aveva più l’etichetta. L’etichetta riporta il simbolo del deposito il codice a barre necessario per la restituzione delle bottiglie, sia meccanicamente che manualmente. Queste bottiglie di plastica che avrebbero un valore restano pertanto per strada come altri tipi di rifiuti.
  • Il 10% delle bottiglie di plastica disperse soggette al deposito aveva ancora l’etichetta, ma erano troppo danneggiate. Le macchine accettano solo bottiglie integre o leggermente schiacciate. Anche queste bottiglie restano pertanto per strada.
  • Il 26% delle bottiglie di plastica disperse aveva ancora l’etichetta ma si trattava di bottiglie provenienti dall’estero: alcune portate dai turisti, ma per lo più provenienti da supermercati “esotici” che importano la merce in vendita da altri paesi tramite intermediari. Anche queste bottiglie restano pertanto per strada.
Analisi delle bottiglie disperse nel littering – Zwerfinator

In conclusione per ridurre la quantità di bottiglie di plastica nei rifiuti del 90% rispetto all’obiettivo nazionale ma anche per raggiungere l’obiettivo di intercettazione del 90% al 2029 delle direttiva sulle plastiche monouso SUP sono necessarie secondo Groot le seguenti misure:

Applicazione della normativa che richiede un contrassegno indelebile sulla bottiglia

Alcuni marchi non rispettano il requisito della legge che prevede che l’etichettatura che contraddistingue l’appartenenza delle bottiglie al sistema di deposito sia indelebile sulla bottiglia. Zwerfinator che aveva già inviato senza successo una segnalazione sul problema tramite una lettera aperta al segretario di stato sta attualmente collaborando con l’Università di Leida per presentare una richiesta di applicazione cogente della normativa.

Obbligo di raccolta delle bottiglie di plastica danneggiate con etichetta e codice a barre

Fino al 1 aprile 2023, momento in cui è stato introdotto il cauzione sulle lattine, molti supermercati accettavano manualmente le bottiglie danneggiate. Dopo quella data, molti supermercati hanno smesso di farlo, su ordine di Statiegeld Nederland. Verpact, l’organizzazione nazionale per la responsabilità estesa del produttore che da inizio anno ha inglobato Statiegeld Nederland ha comunicato lo scorso aprile che verrà avviata una sperimentazione per la raccolta manuale degli imballaggi danneggiati.

Divieto di vendita di bottiglie di plastica senza cauzione

Il fatto che non venga vietato di commercializzare bevande in bottiglie di plastica senza che siano obbligatoriamente soggette al deposito ma lasciata la scelta alla responsabilità dei produttori, distributori e importatori lascia spazio a molte scappatoie per aggirare la legge e ne rende difficile l’applicazione.

Come si può vedere dalla foto dei contenitori per bevande trovati da Groot in una settimana nell’arco di 31,7 km , solo il 10% poteva essere restituito ad un punto di raccolta per la riscossione del deposito. Il gruppo al centro era troppo danneggiato, o sprovvisto da etichetta per essere restituito, e il terzo a sinistra comprende tutte bevande che sono escluse dal DRS : come tipo di confezione ( brick ) o di bevanda, come è nel caso dei succhi e delle bibite a base di latte.

La reazione della Fair Resource Foundation al rapporto di Verpact sui dati del DRS

A seguito della presentazione del rapporto di Verpact sui risultati di raccolta raggiunti dal DRS nel 2023 dello scorso aprile la Ong Fair Resource Foundation FRF (precedentemente Recyclig Netwerk Benelux) ha emesso un comunicato stampa in cui denuncia le scarse prestazioni del sistema e invoca l’intervento della politica.

In sintonia con le osservazioni di Groot nel comunicato stampa la fondazione richiama l’attenzione sul mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta del 90% per le bottiglie di plastica e le lattine previsti per legge. L’obiettivo del 90% per le lattine doveva essere conseguito a partire dall’anno in corso ma i dati di Verpact mostrano che questo obiettivo è lungi dall’essere raggiunto.

Secondo la fondazione i dati provvisori sull’intercettazione delle lattine nell’ultimo quadrimestre che indicano un 65% di intercettazione potrebbero essere sovrastimati e che, contrariamente a quanto suggerito nel rapporto di Verpact, i progressi nella raccolta delle lattine non sono così veloci rispetto ai tempi che sono stati necessari per progredire nella raccolta delle lattine.

Lattine immesse al consumo per milione di pezzi dall’aprile del 2023

I paragoni con paesi come Norvegia e Danimarca riportati da Verpact come giustificazione, che hanno impiegato dagli 8 agli 11 anni per raggiungere il 90% di raccolta degli imballaggi per bevande, non sono pertinenti. In quei Paesi non esisteva un obiettivo di raccolta statutario come nei Paesi Bassi, quindi questi esempi non sono rilevanti. Ci sono d’altro canto paesi nei quali è stato raccolto oltre il 90% dei contenitori per bevande dopo solo un anno e mezzo, come nel caso della Lituania”, afferma Suze Govers portavoce della Fair Resource Foundation.

Il tesoretto dei depositi non riscossi
Dai dati di Verpact emerge che , tra il 2021 e il 2023 non sono stati restituiti ai consumatori 374 milioni di euro di depositi non riscossi; un importo addirittura superiore a quanto precedentemente stimato e calcolato.

Secondo Verpact, questa importante fonte di entrata viene in gran parte investita nel miglioramento del sistema di deposito ma l’impressione della FRF, e di altri addetti ai lavori, è che miglioramenti ed investimenti in nuovi punti di raccolta per rendere il DRS facilmente accessibile ai cittadini non siano rilevabili. Al contrario risulta che il contributo EPR che i produttori/utilizzatori di imballaggi pagano al sistema sia stato ridotto a partire dal 2023 fino al 10%. Nel 2018, una nota del ministero affermava che fosse “necessario stipulare accordi chiari sul numero di Reverse Vending Machine da installare precisando le tempistiche “. Una prima stima approssimativa del Ministero quantificava come necessarie 10.000 macchine per la sola raccolta delle bottiglie in plastica ma con l’aggiunta delle lattine era evidente che sarebbero state necessarie più macchine. In realtà la quantità minima indicata di 5000 macchine è stata raggiunta solo di recente a distanza di più di due anni dall’avio del sistema nel 2021.

Se in precedenza il costo dovuto alla rimozione dei numerosi imballaggi per bevande veniva trasferito sulle comunità ora sono i consumatori a dovere sostenere il costo di un sistema di deposito inadeguato che causa bassi tassi di raccolta. È tempo di chiedere al governo di farsi carico del problema, un’esigenza che sta diventando sempre più forte e condivisa e che ci vedrà impegnati”, conclude Govers.

L’appello al governo si riflette anche in due mozioni recentemente approvate dalla Tweede Kamer (seconda camera = camera dei deputati). La mozione del parlamentare Bamenga (D66) e colleghi richiede a Verpact di riferire annualmente sull’impiego dei depositi non riscossi mentre una mozione del parlamentare Kostic (PvdD) prevede che aspetti come l’applicabilità della legge e la sua natura giuridica siano inclusi nella valutazione della legge sul Deposito cauzionale prevista per il 2024.

Secondo la FRF la revisione della legge sul deposito prevista per l’anno in corso dovrebbe essere colta dal Parlamento come un’occasione per riprenderne il controllo e rimediare a quanto è andato storto. In particolare per garantire che i consumatori possano restituire bottiglie e lattine in qualsiasi punto vendita e riscattare il deposito e per garantire che l’ammontare dei depositi non riscossi non venga più utilizzato in modo improprio rispetto all’obiettivo.
I suggerimenti della FRF per migliorare il sistema si concentrano in particolare su due aspetti: la revisione dell’attuale meccanismo di finanziamento del sistema e il miglioramento dei tassi di raccolta.

Rispetto al finanziamento del sistema la Fondazione suggerisce l’eliminazione dell’incentivo definito perverso di cui Verpact ora beneficia, che all’interno di un sistema mal progettato causa bassi tassi di restituzione. L’entrata proveniente dai depositi non riscossi non dovrebbe più avvantaggiare Verpact e sarebbe compito dei politici secondo la FRF indicare dove e come impiegare queste risorse finanziarie in modo sostenibile. Sul miglioramento delle prestazioni di raccolta i suggerimenti di FRF coincidono con quelli di Groot rispetto all’ampliamento dei punti di raccolta, all’obbligatorietà di partecipazione al sistema anche per altre categorie di bevande ora escluse, al ritiro obbligato dei contenitori danneggiati e alla necessità di aumentare l’importo della cauzione.

Multa da 250 milioni di euro

Verpact ha dichiarato che utilizzerà i quasi 400 milioni di euro dei depositi non riscossi per finanziare campagne di informazione e l’istallazione di oltre 5.000 nuovi punti di raccolta, e che raggiungerà l’obiettivo del 90% di intercettazione entro il 2026, ma l’Ispettorato per l’ambiente e i trasporti (ILT) ritiene che non sia sufficiente.

ILT ha richiesto all’amministratore del DRS un piano di azione che garantisca miglioramenti più rapidi, altrimenti Verpact rischia una sanzione fino a 250 milioni di euro. L’Ispettorato vuole anche aumentare a 50 centesimi di euro il valore della cauzione per tutti i tipi e formati di contenitori ma Verpact ha minacciato di opporsi legalmente. La procedura è ancora in corso.


Avvisi sui cestini stradali ad Amsterdam che informano che non è consentito conferire bottiglie o lattine

Da tempo il comune di Amsterdam sperimenta opzioni (come si vede nella foto) per invitare a non buttare nel cestino contenitori soggetti al deposito e mette a disposizione piccole strutture a disposizione per i consumatori che non intendono riportarli presso un punto di raccolta per riscattare la cauzione . Questo per evitare svuotamenti impropri e rottura dei sacchi all’interno dei cestini che si sono inaspettatamente verificati da parte di persone alla ricerca di contenitori cauzionati. Multe per i trasgressori e opzioni simili per i cestini stradali adottati anche a Eindhoven.

Questo fenomeno ha colto di sorpresa anche Rob Buurman, direttore della ONG Fair Resource Foundation, profondo conoscitore dei sistemi di deposito che ha fatto notare che all’estero tali episodi diffusi non si erano verificati in paesi comparabili all’Olanda.

Secondo Buurman le cause sono da cercarsi in primis nel fatto che alcuni consumatori rinunciano a riportare i contenitori ad un punto di raccolta in quanto il valore del deposito a 15 centesimi è poco incentivante, ma anche perché i punti di raccolta a disposizione sono troppo pochi. “Quando si compra una bevanda da asporto e poi il contenitore va tenuto con se per parte della giornata sino a che non si trova un punto di raccolta, oppure riportato a casa per restituirlo in occasione di una prossima spesa al supermercato diventa per molte persone è chiedere troppo.”

Di conseguenza succede che , come ipotizza Buurman, nei cestini dei rifiuti si accumulino quantità importanti di bottiglie e lattine che spingono persone che vivono in situazioni di difficoltà economica a cercare di recuperarle da bidoni della spazzatura.

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