Con la pubblicazione dei dati sul tasso di raccolta selettiva delle bottiglie in plastica riferiti al 2023 da parte del Ministero per la Transizione Ecologica scatta l’obbligo per adottare un sistema di deposito cauzionale entro due anni previsto dalla legge sui rifiuti in caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo del 70% di intercettazione.
L’analisi del Ministero per la Transizione Ecologica e la Sfida Demografica (MITECO) resa nota oggi ha concluso che il tasso di raccolta selettiva per le bottiglie in PET ha raggiunto il 41,3% nel 2023, un tasso leggermente superiore al 36% stimato lo scorso maggio dallo studio “Analisi del tasso di raccolta differenziata delle bottiglie di plastica per bevande in Spagna” uno studio commissionato da Zero Waste Europe e Zero Waste Alliance alla società di consulenza Eunomia ma ben lontano dall‘obiettivo vincolante del 70% .
La “Legge sui rifiuti e sul suolo contaminato per un’economia circolare” 7/2022 approvata nella primavera del 2022 prevedeva già (all’art. 59) l’obbligo automatico di entrata in vigore del DRS entro due anni per i contenitori monouso per bevande in plastica, metallo e cartone nel caso di un mancato rispetto degli obiettivi intermedi di raccolta stabiliti per le bottiglie in plastica (70% nel 2023 e 85% nel 2027) lasciando all’industria il compito di misurare e rendicontare le quantità recuperate.
L’inserimento degli obiettivi intermedi e l’obbligo di un DRS in caso di fallimento erano stati inseriti nella legge sui rifiuti prima citata che recepiva la direttiva SUP (e nel Decreto Reale sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio) era stato deciso per assicurare al Paese entro il 2029 il raggiungimento degli obiettivi di raccolta selettiva per le bottiglie di plastica della stessa (77% al 2025 e 90% al 2029).
Come sarà il sistema di deposito spagnolo
Quali saranno gli imballaggi per bevande soggetti al sistema di deposito e la procedura per l’attuazione del suddetto sistema che dovrebbe poter partire dal 22 novembre 2026, sono stati definiti nell’articolo 47 del Regio Decreto di Legge sui rifiuti di imballaggio. Come vi avevamo raccontato in un precedente articolo verranno coperte dal DRS le bevande confezionate in bottiglie in plastica, lattine e cartoni come acque minerali, succhi, nettari, miscele di frutta e verdura appena spremute, concentrati, bevande analcoliche, bevande energetiche, bevande isotoniche e bevande alcoliche (vino, birra, sidro, liquori, ecc.)
Il modello di raccolta stabilito nella legge che stabilisce il DRS spagnolo sarà del tipo return-to-retail, con una restituzione dei vuoti e riscossione del deposito presso i rivenditori. La maggior parte (~80%) dei contenitori sarà raccolta tramite RVM, mentre il resto sarà recuperato attraverso una rete (~20.000 negozi) di punti di raccolta manuali. L’importo del deposito sarà determinato dall’operatore di sistema ma dovrà essere non inferiore a 0,10 centesimi di euro, indipendentemente dalle dimensioni del contenitore o dal tipo di materiale. Infine, così come specificato dal Progetto di Decreto Reale – che integra e completa le previsioni della legge sui rifiuti – anche l’importo dei contributi EPR (corrispondenti ai contributi ambientali CONAI in Italia) versati dai produttori all’operatore di sistema per l’immissione sul mercato dei vari tipi di imballaggio verranno stabiliti dallo stesso operatore. Lo stesso dicasi per quanto riguarda la definizione del valore economico della commissione di gestione che viene riconosciuta ai rivenditori di bevande per ogni unità di imballaggio gestita. Un rimborso che copre tutte le spese sostenute dai punti vendita per la raccolta, restituzione del deposito ai clienti, stoccaggio e altre spese per l’elettricità e il personale impiegato.
Il sistema di deposito cauzionale che – grazie ad un’incentivo economico permette di arrivare anche al 98% di tasso di restituzione per il riscatto del deposito – ricorda agli spagnoli la pratica del ‘devolver el casco’ comunemente utilizzata fino agli anni 80 per le bottiglie di vetro che venivano restituite per essere nuovamente riutilizzate per un certo numero di rotazioni. Il nostro vuoto a rendere insomma.
Un enorme passo in avanti per incrementare raccolta e riciclo e ridurre il littering
“Questa decisione rappresenta un grande passo avanti per porre fine all’abbandono quotidiano di 35 milioni di contenitori di bevande che avviene ogni giorno in Spagna e che danneggia sia la nostra salute che il nostro ambiente“, affermano le organizzazioni ambientaliste intervistate dai media spagnoli . “Si tratta di un modo per promuovere uno strumento pulito di economia circolare che aiuti a mitigare gli effetti dell’emergenza climatica e a consolidare l’impegno del nostro Paese per una vera transizione ecologica”, aggiungono. Celebra il risultato anche la Fondazione Rezero che dichiara di voler continuare a lavorare affinché l’attuazione del sistema che garantisce la massima efficacia nell’intercettazione degli imballaggi per bevande riciclabili o riutilizzabili avvenga entro i termini stabiliti.
Esulta in particolare Greenpeace Spagna che ha all’attivo quasi quindici anni di denunce sulla cattiva gestione dei rifiuti operata da Ecoembes “Ce l’abbiamo fatta! Oggi è un giorno di festa per Greenpeace dopo una lunga e faticosa battaglia. Come abbiamo più volte denunciato, Ecoembes mente da anni sulla gestione che effettua, causando danni ambientali irreversibili.” Nel suo rapporto del 2020 Ecoembes Miente aveva denunciato “gli inganni della gestione urbana dei rifiuti da imballaggio” per mettere a nudo le carenze di un sistema di gestione monopolista dai risultati a dir poco discutibili. Ecoembes, nata nel 1996 con uno statuto no-profit è formata al 60% da imprese che utilizzano imballaggi del settore alimentare, al 20% da aziende produttrici di materie prime per l’imballaggio e al 20% dal settore del commercio e della distribuzione organizzata. Come avevamo raccontato in questo articolo Ecoembes paga ai Comuni un rimborso dei costi di raccolta e trattamento da loro sostenuti per le sole quantità di imballaggi che vengono conferiti dai cittadini nei contenitori gialli o blu stradali, mentre riceve un contributo ambientale per tutti gli imballaggi immessi al consumo. Le entrate dell’ente che non vanno a finanziare la raccolta degli imballaggi non rimangono tuttavia inutilizzate nonostante lo status di no-profit.
Secondo Greenpeace vengono venduti ogni giorno in Spagna 51 milioni di contenitori per bevande (bottiglie, lattine e cartoni), di cui solamente 20 milioni vengono recuperati per essere riciclati. Il resto finisce per inquinare l’ambiente quando smaltito in discariche, bruciato o disperso nei campi, nei fiumi, nelle spiagge e nei mari.
Ecoembes difende i suoi calcoli in nome di una discrepanza tecnica sulla misurazione
Ecoembes come riporta il media spagnolo La Vanguardia riferisce da parte sua il sistema di raccolta che rappresenta (che risponde ad una governance che riunisce aziende che confezionano, producono e la distribuzione organizzata, ) ha raccolto selettivamente il 67,2% delle bottiglie di plastica per bevande in Spagna e il 73,4% nel 2023. Per arrivare a questi numeri, Ecoembes sostiene di avere aderito “ in ogni passaggio alla metodologia contemplata nella decisione di esecuzione 2021/1752 della Commissione Europea relativa al peso, al campionamento, alla registrazione e all’analisi della composizione di questa categoria di rifiuti”.
Da parte sua, anche il comunicato del Ministero specifica che i calcoli effettuati sono stati realizzati in base alla metodologia stabilita nella Decisione di Esecuzione (UE) 2021/1752. Come si può vedere dall’immagine sopra a fronte dell’immissione al mercato di 214.039 tonnellate di bottiglie di plastica ne risultano raccolte per il riciclo 74.482 tonnellate da parte degli Enti Locali (tramite contenitori e cassonetti stradali gialli) e ulteriori 14.017 tonnellate risultano raccolte attraverso una raccolta in luoghi di alta frequentazione e passaggio chiamata “fuera del hogar” (fuori casa). Numeri che portano al tasso di raccolta del 41,3%.
Ecoembes sostiene che i suoi dati sono “ufficiali, verificati e provengono da diverse comunità e gestori dei rifiuti” e che provengono da due fonti : dalle stesse amministrazioni pubbliche che forniscono i dati riferiti alle raccolte stradali tramite i contenitori gialli da loro gestiti, e da soggetti privati che gestiscono la raccolta differenziata in luoghi di grande passaggio come centri sportivi, università , ospedali, stazioni, aeroporti (“fuera del hogar”).
Secondo Ecoembes quella che definisce “una discrepanza tecnica tra dati” sarebbe dovuta al fatto che i dati del Ministero non terrebbero completamente conto delle quantità raccolte “fuori casa” nei luoghi di grande passaggio prima citati che rappresenterebbero “oltre il 40% del totale delle bottiglie raccolte selettivamente nel 2022 e 2023“. Alla luce dei fatti Ecoembes chiede ora al Ministero un chiarimento sulla metodologia di misurazione adottata da parte delle autorità pubbliche competenti “per calcolare il tasso di raccolta delle bottiglie da ora in poi”.
Come raccontato in un precedente articolo sullo studio “Analisi del tasso di raccolta differenziata delle bottiglie di plastica per bevande fino a tre litri in Spagna” prima citato, per calcolare il tasso di raccolta delle bottiglie in PET raccolte separatamente si considera in Spagna il peso delle bottiglie target che vengono conferite da famiglie e imprese nei contenitori gialli e nel flusso chiamato “fuori casa” .
Tuttavia ad oggi il Ministero non ha ancora implementato la metodologia richiesta della Decisione di Esecuzione (UE) 2021/1752 per consentire alle Comunità Autonome di riportare i dati richiesti, che sono essenziali per garantire una rendicontazione affidabile, omogenea e attendibile sulle performance di raccolta ai fini della direttiva SUP.
A vedere le immagini dei cassonetti e contenitori stradali sorgono non pochi dubbi sul fatto che una raccolta stradale inevitabilmente sporca dovuta anche a conferimenti errati e di imballaggi di vari tipi che possono avere contenuto possibili contaminanti e sostanze pericolose possa soddisfare i requisiti della Decisione di esecuzione Europea. (1)
I benefici di un sistema di deposito per la Spagna
Sono stati diversi gli studi condotti negli anni per stimare le ricadute positive in termini di impatti ambientali ed economici conseguenti all’introduzione di un sistema di deposito nel paese e i costi che ne potevano derivare. Lo stesso governo spagnolo aveva commissionato nel 2021 uno studio indipendente di fattibilità sull’implementazione di un sistema DRS per contenitori monouso di bevande alla società pubblica Tragsatec che ha preso in considerazione tre scenari: raccolta differenziata (tramite i “cassonetti gialli” stradali) che corrisponde al sistema attuale , DRS1 (un sistema di deposito che include tutti i tipi di contenitori di bevande monouso) e DRS2 (che include solo bottiglie in plastica e lattine ).
Lo studio aveva rilevato un aumento importante in quantità e in purezza dei materiali recuperati per un riciclaggio a ciclo chiuso “bottle to bottle” e “can to can” dovuto all’introduzione del DRS ed un risparmio di emissioni climalteranti pari a mezzo milione di tonnellate di anidride carbonica. Un risparmio che corrisponde a un miglioramento dell’impatto ambientale della gestione attuale di circa il 45% “dovuto principalmente all’aumento del riciclo dell’alluminio, del PET (e di altri materiali), che evita le emissioni associate alla produzione primaria di questi materiali“.
Lo studio di fattibilità aveva dimostrato tra le altre evidenze che – solamente grazie all’introduzione di un sistema DRS – la Spagna sarebbe riuscita a raggiungere gli obiettivi della direttiva SUP per le bottiglie in PET al 2029, e che l’attuale sistema (SCRAP-Sistemas Colectivos de Responsabilidad Ampliada del Productor) non avrebbe raggiunto gli obiettivi di raccolta comunitari al 2025 e al 2030 per i diversi materiali da imballaggio per bevande.
Una stima condivisa dalla Piattaforma Reloop sui social attraverso la seguente infografica mostra il potenziale impatto dovuto all’introduzione del DRS per le bottiglie in PET in termini di un maggiore riciclo e una minore produzione di rifiuti da bottiglie, comparato allo scenario in cui il sistema non venisse implementato.
In buona sostanza se non venisse introdotto un DRS in Spagna le bottiglie in PET sprecate dal 2025 al 2029 ammonterebbero a 24,3 miliardi di unità.
Qualora invece la Spagna implementasse un DRS nel dicembre 2026, ipotizzando una raccolta del 90% entro il 2029, lo spreco si ridurrebbe a 14,9 miliardi sempre considerando lo stesso arco di tempo (2025-2026). Con un sistema di deposito la Spagna potrebbe destinare nei prossimi cinque anni 9,4 miliardi di bottiglie a sicuro riciclo sottraendole all’ambiente e allo smaltimento.
(1) Decisione di esecuzione (UE) 2021/1752 della Commissione del 1° ottobre 2021 5(cfr. articolo 2 c. 4 lett. b) stabilisce che, qualora i rifiuti di bottiglie monouso siano stati raccolti insieme ad altre frazioni di rifiuti urbani di imballaggio o ad altre frazioni di rifiuti urbani, i rifiuti di bottiglie monouso sono considerati raccolti separatamente solamente se vengono soddisfatte specifiche condizioni e segnatamente se:
i. il sistema di raccolta non raccoglie rifiuti che possono contenere sostanze pericolose;
ii.la raccolta dei rifiuti e la successiva cernita sono concepite e realizzate in modo da ridurre al minimo la contaminazione dei rifiuti raccolti di bottiglie monouso da parte dei rifiuti di plastica non generati da tali bottiglie e da parte di altri rifiuti;
iii. i gestori dei rifiuti istituiscono sistemi di garanzia della qualità (certificati da una terza parte indipendente) per verificare che siano soddisfatte le condizioni di cui ai punti i) e ii).