Malta: oltre 20 milioni di bottiglie e lattine restituite per il riciclo in due mesi

Pierre Fava Presidente di BCRS Ltd la società che gestisce il DRS a Malta

A distanza di solo due mesi dalla data di avvio, il sistema di deposito cauzionale maltese ha già intercettato oltre 20 milioni di bottiglie e lattine raggiungendo l’obiettivo che era stato posto dopo due anni di attività. Quali lezioni si possono trarre per l’Italia?


L’operatore del sistema maltese BCRS Beverage Container Refund Scheme ha annunciato di aver già raggiunto in largo anticipo il primo obiettivo di raccolta. A distanza di soli due mesi dal lancio del sistema avvenuto lo scorso autunno, sono già state restituite oltre 20 milioni di bottiglie e lattine.

Ogni anno vengono immessi sul mercato maltese 230 milioni di contenitori tra bottiglie e lattine.

Il presidente di BCRS Ltd Pierre Fava ha dichiarato che questo risultato anticipa l’obiettivo di intercettazione del 70% dei contenitori di bevande rispetto all’immesso sul mercato che era stato fissato per i primi due anni di attività.
Non essendoci a Malta infrastrutture di riciclo i materiali raccolti –  come riporta il media locale Times of Malta.com –  devono essere esportati. Sono state spedite quindi in Francia 600 tonnellate di bottiglie in PET compattate in balle dal peso compreso tra 250 e 270 chilogrammi ciascuna,
Fava ha dichiarato al media maltese che BCRS Malta (la società che amministra il sistema è un consorzio senza scopo di lucro composto da alcuni dei maggiori distributori di bevande locali) che la partecipazione del pubblico al programma è stata incoraggiante. “Siamo molto soddisfatti del modo in cui i cittadini hanno accolto il programma e si sono abituati a riconsegnare i contenitori per bevande che consumano per un loro riciclo“, ha dichiarato Fava.
Il governo di Malta richiede ai produttori di bevande internazionali – entro il 2025 – di immettere sul mercato maltese bevande in contenitori che siano composti per almeno il 50% da materiale riciclato

Organizzati 320 punti di conferimento automatizzati

In tutta Malta e Gozo sono in funzione circa 320 distributori automatici inversi (o RVM) in cui i maltesi possono conferire i contenitori monouso per bevande. Le RVM accettano qualsiasi contenitore purché registrato presso il BCRS. Il codice a barre fornisce alle macchina informazioni sulla forma, il peso e il tipo di materiale di cui è composto il contenitore.

Le RVM rilasciano scontrini che permettono il riscatto del valore del deposito (10 centesimi di euro) presso i rivenditore di bevande, oppure rendono possibile donare i depositi in beneficenza.

Dove vengono esportati i contenitori raccolti a Malta?
Le RVM vengono svuotate ogni giorno e i contenitori inviati all’impianto di lavorazione di Ħal Far, dove vengono selezionati e pressati in balle destinate ai riciclatori.

Fava ha spiegato che i contenitori di plastica vengono esportati in Francia, il vetro in Italia e le lattine in Germania. L’amministratore del sistema BCRS riceve dai paesi importatori la certificazione che garantisce la tracciabilità dei materiali e che vengano effettivamente riciclati per ottenere materia prima seconda per realizzare altri contenitori.

Il successo del programma si nota dalla diminuzione del littering

Come racconta Fava nel video sia le ONG che i gestori del servizio di igiene urbana rilevano che “si stanno trovando meno contenitori dispersi nelle strade e nelle campagne, il che è un fatto molto positivo, che, abbinato al raggiungimento anticipato degli obiettivi di raccolta, testimonia il successo del programma”.

Presto contenitori posizionati accanto alle RVM per gli imballaggi “rifiutati”
Per venire incontro alle richieste dei cittadini che lamentano la presenza di imballaggi abbandonati a terra accanto alle RVM, sono stati collocati dei contenitori in cui possono essere conferiti dagli utenti gli imballaggi rifiutati dalle macchine, senza doverli riportare a casa.

Il presidente di BCRS ha annunciato che il numero dei distributori automatici inversi è destinato ad aumentare e nel giro di un mese verrà posizionata una prima macchina in grado di accogliere più imballaggi in un solo conferimento (invece di doverli inserire separatamente). Questa macchina, che sarà in prova, verrà presidiata da un addetto e, in caso di successo, altre seguiranno entro l’estate, posizionate in luoghi strategici.

Alla domanda se il DRS stia trasformando i cittadini maltesi in “accattoni”, Fava ha risposto decisamente contrariato “Il programma è stato concepito per cambiare la mentalità delle persone, coloro che raccolgono imballaggi abbandonati contribuiscono al successo del sistema levando i contenitori per bevande dalle strade“.

Per conoscere cosa ha spinto i produttori e distributori di bevande ad unire le forze e a lavorare ad un sistema cauzionale leggi questo articolo sono state considerazioni di ordine economico.

Quali lezioni da trarre per l’Italia con focus sul vetro

Le lezioni da trarre rispetto alla necessità di dovere importare vetro da altri paesi collegata al fatto che le bottiglie in vetro rappresentano la tipologia di contenitore maggiormente disperso in luoghi urbani e non su tutto il territorio nazionale , a nostro parere sono principalmente quattro:

1. un DRS garantisce il raggiungimento di obiettivi di raccolta impossibili da raggiungere con la raccolta differenziata e in tempi brevissimi;

2. l’abitudine a riconsegnare l’imballaggio viene acquisita “spontaneamente” senza bisogno di sensibilizzare e convincere le persone;

3. si riduce la quantità di rifiuti abbandonati nell’ambiente, un aspetto di fondamentale importanza per i paesi a vocazione turistica come l’Italia;

4. un DRS conviene anche all’industria delle bevande ( ed è il motivo per cui ne hanno accettato l’introduzione voluta dal governo), anche se in Italia si tende a fare credere il contrario.

Probabilmente quando i produttori di bevande dovranno sostenere il 100% (80% in deroga) dei costi di raccolta differenziata degli imballaggi, attualmente sostenuti per una maggiore quota dai Comuni (e dalla bollette dei cittadini), cambieranno idea.

Per quanto riguarda l’importazione del vetro raccolto dai maltesi per essere lavorato in Italia (quantità non rivelate nell’articolo) si registra una contraddizione di fondo che dovremmo risolvere per aiutare l’economia del settore del vetro.

Secondo i dati diffusi da Coreve l’incremento della domanda di rottame da parte delle aziende produttrici italiane ha infatti reso necessaria l’importazione di ulteriori 210.000 tonnellate di rottame di vetro da altri Paesi europei(Austria, Francia e Germania) che non concorrono a determinare i risultati di riciclo nazionali.

Per compensare la mancanza di vetro e intercettare buona parte delle oltre 400.000 tonnellate che ancora oggi finiscono smaltite il Consorzio ha lanciato insieme ad Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) interventi strutturali per un investimento complessivo di circa 10 milioni di euro. Per quanto possano essere programmi strutturali è il meccanismo incentivante della cauzione che determina intercettazioni superiori al 90%.

Perché sprecare in inceneritori, discariche e disperse nell’ambiente bottiglie di vetro che potremmo invece riciclare? Tutti i movimenti spontanei di cittadini e le sedi locali di associazioni nazionali che sul territorio italiano partecipano a clean up riferiscono che gli imballaggi numericamente più presenti sono le bottiglie di vetro per bevande e di birra in particolare.

Nell’esigenza di raggiungere gli obiettivi di Carbon neutrality al 2050, scrive su Linkedin Enrico Galasso Presidente e AD di Peroni, “il vetro a perdere rappresenta una criticità fortissima (circa il 30-35% di tutta la CO2 emessa dalla filiera della birra in Italia, è causata dal vetro a perdere).

L’industria che utilizza il vetro a perdere ha davanti a sé due opzioni per mitigare o risolvere il problema degli abbandoni di cui solamente la seconda è perseguibile nella realtà ( a guardare oltre confine):

  • trovare una modalità per evitare questo spreco e assumersene la completa responsabilità finanziaria (inclusa una rimozione puntuale di queste bottiglie organizzando continui clean up dove si manifestano maggiormente gli abbandoni);
  • sostenere un sistema di deposito cauzionale e spostare la commercializzazione per alcune bevande come la birra decisamente sul vuoto a rendere ( o alla spina ma con fusto riutilizzabile e non monouso come nel caso di Carlsberg), che è già realtà in diversi paesi in cui le bottiglie in vetro ricaricabili sono presenti nei circuiti della GDO. Questo significa ricostruire sul territorio nazionale filiere di produzione, distribuzione e infrastrutture di lavaggio a corto raggio partecipate da più produttori che usano le stesse bottiglie standarizzate.
Credit: Galatonesi a raccolta movimento di cittadini che nel Salento ripulisce i territori dei rifiuti

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