Belgio: nuove regole di riduzione e riuso per gli imballaggi e accordo per l’introduzione di un Sistema di Deposito

Le tre regioni del Belgio hanno trovato un accordo per l’introduzione di un sistema di deposito cauzionale per contenitori di bevande, i cui dettagli verranno chiariti prossimamente. Introdotti anche degli obblighi di riduzione e di riutilizzo per tutti gli imballaggi domestici che Fost Plus la PRO nazionale dovrà garantire.

Con una decisione del 2 febbraio 2024, la Commissione Interregionale Imballaggi (IVC, CIE) delle tre regioni del Belgio ha rilasciato il nuovo accreditamento per il 2024-2028 per Fost Plus, la Producers Responsability Organisation (PRO) che si occupa della gestione dei rifiuti da imballaggio domestici in Vallonia, Fiandre e nella città di Bruxelles.

La decisione della Commissione è arrivata con qualche settimana di ritardo, ma contiene importanti novità sul piano della gestione imballaggi in Belgio, prima tra tutte l’accordo tra le regioni per l’introduzione di un Sistema di deposito cauzionale per contenitori per bevande monouso in plastica e in metallo. L’art. 2 della decisione stabilisce infatti che: “Un sistema di deposito per questi contenitori per bevande, la cui definizione sarà chiarita, verrà introdotto […] Non appena possibile e previo accordo tra i tre governi regionali, la Commissione interregionale per gli imballaggi adotterà i termini e le condizioni per l’attuazione del sistema di deposito, tenendo conto di un certo numero di principi […].”

Prevenzione, riduzione e riuso per tutti gli imballaggi

Importanti novità anche sul fronte della prevenzione e della riduzione degli altri imballaggi parte del rifiuto urbano. L’art. 33, relativo alla riduzione degli imballaggi, prescrive infatti una riduzione del 5% in peso entro la fine del 2028 rispetto ai numeri del 2023, specificando che tale riduzione non può essere ottenuta sostituendo i materiali incidere negativamente sulle performance di riciclaggio del settore.

L’art. 34 sulle quote di riutilizzo, introduce invece l’obbligo di un aumento del 5% della quota di riutilizzo entro la fine del 2028. Prescrive inoltre che i dati sul riutilizzo devono essere forniti ogni anno da Fost Plus e inoltre che almeno il 2% del budget della PRO per il 2024 deve essere destinato ad un programma di azioni volte ad “eliminare e ridurre l’impatto degli imballaggi monouso“.

Lotta all’overpackaging

I cittadini potranno dare il loro contributo segnalando gli imballaggi superflui ( come è il caso del sovraimballaggio) e il tramite il servizio di segnalazione preposto sul sito di Fost Plus che, secondo quando prescritto dall’art. 35 della decisione, dovrà essere ottimizzato. In particolare, per ogni caso segnalato Fost Plus dovrà rispondere offrendo soluzioni e alternative concrete nel caso in cui venga accertata la presenza di sovraimballaggio (imballaggio supplementare esterno) e imballaggio eccessivo in genere. La PRO dovrà inoltre fornire una relazione annuale sul servizio che includa informazioni quantitative e qualitative sul lavoro svolto.

Per sollecitare Fost Plus a prendere sul serio il nuovo compito, un gruppo di Ong tra le quali Recycling Netwerk Benelux RNB (partner della nostra campagna) ha lanciato una specifica campagna : #EndDoublePackaging che incoraggia a segnalare il sovraimballaggio presente sugli scaffali nel paese tramite il prima citato servizio web di Fost Plus, oltre a voler rifiutare l’acquisto di tali confezioni.

La lunga attesa per un DRS in Belgio

Come raccontato in diversi nostri articoli precedenti, sono anni che in Belgio va avanti una discussione sul sistema di deposito cauzionale per contenitori monouso di bevande. Da un lato ci sono le associazioni di consumatori, gli enti locali, e alcuni rappresentanti dei governi regionali (Vallonia, Fiandre, città di Bruxelles) che sono a favore di un sistema di deposito cauzionale “classico” con restituzione dei contenitori di bevande presso i rivenditori (return-to-retail) così come esiste nella maggior parte dei 16 paesi europei che hanno un DRS  e che consente di raggiungere tassi di restituzione dei contenitori soggetti al sistema che superano il 90%.

Dall’altro c’è Fost Plus che invece si è opposta in vari modi all’introduzione di DRS, proponendo varie iniziative incentivanti e sperimentali come il DRS digitale che ha prodotto risultati deludenti e che rappresenta un vicolo cieco alla gestione dei rifiuti da contenitori per bevande. All’idea di un DRS digitale si sono opposti i sindaci di 55 municipalità del Belgio scrivendo ai tre ministri regionali dell’Ambiente e denunciando il fatto che tale DRS digitale promosso dall’industria scaricherebbe sulle amministrazioni comunali la maggior parte della responsabilità sul suo funzionamento, in totale contrasto con il principio di responsabilità estesa del produttore (EPR).

Secondo Chloé Schwizgebel, coordinatrice delle campagne di RNB, l’accordo per l’introduzione di un sistema di deposito cauzionale nelle tre regioni, presente nella decisione Commissione Interregionale Imballaggi (IVC, CIE) è un “passo avanti altamente simbolico anche se “Fost Plus si guarda bene dal menzionarlo” nell’articolo sul suo sito web annuncia il nuovo accreditamento. “Anche se la strada da percorrere è ancora lunga, sosteniamo e seguiremo con attenzione i lavori di questo progetto” conclude Schwizgebel.

Il ruolo e la responsabilità delle PRO europee nella prevenzione dei rifiuti da imballaggio

Approfittiamo di questa notizia dal Belgio per aprire un piccolo inciso sulle responsabilità e sul ruolo delle PRO europee rispetto alla crescita nella produzione di imballaggi, anche se esula parzialmente dal focus della campagna. Parzialmente perché sia Fost Plus che Conai si sono schierate da subito contro l’art.44 del nuovo Regolamento UE su imballaggi e rifiuti da imballaggio PPWR.

L’iter legislativo del PPWR, giunto nella fase finale di Trilogo (il negoziato tra Consiglio, Parlamento e Commissione Ue), è stato caratterizzato da una fortissima lobby da parte delle aziende del settore fast-food e degli imballaggi in carta in particolare, a difesa delle opzioni monouso nel settore del cibo e alimenti da asporto, ma non solo. A farne le spese sono stati gli articoli come il 22 e il 26 che prevedevano obiettivi di prevenzione e riutilizzo che ne sono usciti sono stati annacquati in alcuni casi e potrebbero rischiare una cancellazione. “Delle 3R, solo il riciclaggio è uscito indenne” aveva dichiarato la relatrice per il Parlamento Ue Frédérique Ries (Renew, Belgio) dopo il voto della proposta di testo in commissione per l’ambiente e la sicurezza alimentare (Envi) approvata il 24 ottobre scorso.

Non ci resta che aspettare a questo punto la conclusione del Trilogo ( fissata er il 4 marzo la fase finale) per potere avere una risposta su questo possibile epilogo

Prima di Fors Plus in Belgio, Citeo in Francia era la sola PRO ad avere l’obbligo di investire il 2% dei contributi EPR versati dai produttori che immettono imballaggi in progetti di riuso. Una misura istituita dalla legge “Loi anti-gaspillage pour une économie circulaire (Loi nr. 2020-105 art.72 ) – Lutte contre le gaspillage et à l’économie circulaire ” entrata in vigore nel febbraio del 2020, insieme ad altre disposizioni a favore del riuso. In particolare la definizione di standard sugli imballaggi riutilizzabili per la ristorazione e prodotti freschi, e un target del 5% di imballaggi riutilizzabili da conseguire entro nel 2023 e del 10% al 2027.

Tornando al Regolamento Europeo, qualora venisse approvato l’emendamento 282 al paragrafo 2b dell’articolo 45 presente nella sola versione del PPWR adottata dal Parlamento Europeo, tutte le PRO per i rifiuti da imballaggio europee, e quindi anche il sistema di Consorzi Conai dovrebbero ottemperare a questo obbligo.

Ad oggi le iniziative per la sostenibilità del packaging attuate in Italia sono state principalmente mirate al miglioramento dell’Eco-design ai fini del riciclo. Un obiettivo importante che ha portato ad iniziative mirate all’alleggerimento del peso, e ad altri miglioramenti finalizzati all’ottimizzazione dei trasporti.

Tuttavia nonostante queste iniziative possano avere apportato un miglioramento riducendo l’impatto su qualche indicatore ambientale, non hanno portato ad una riduzione della produzione di packaging e del sovraimballaggio.

In Italia, così come in altri paesi europei, il consumo di imballaggi è in costante crescita. Parallelamente si sta assistendo ad una progressiva ed incessante sostituzione degli imballaggi in plastica con corrispettivi in carta, che, oltre ad aumentare complessivamente il peso quando comparati con i precedenti in plastica, presentano sfide per la raccolta ed il riciclo nel settore della ristorazione.

Tra le aziende premiate mancano i casi di dematerializzazione dell’imballaggio, che sono quelli che maggiormente beneficiano l’ambiente e le comunità che pagano la maggior parte dei costi dovuti al fine vita degli imballaggi quando raccolti in modalità differenziata. Costi che arrivano al 100% nei casi in cui gli imballaggi vengano conferiti con il rifiuto indifferenziato, nei cestini stradali o abbandonati nell’ambiente.

In conclusione non esiste attualmente alcun vantaggio per i produttori nel diminuire ulteriormente il consumo di materiale e il prelievo di risorse e/o nell’adottare sistemi di riuso per i quali, a differenza che in Francia o altri paesi, non esistono infrastrutture di servizio e agevolazioni fiscali per favorire economie e implementazioni di scala. Tra le aziende vincitrici dei bandi i casi di riuso sono infatti irrilevanti rispetto al resto riguardano soprattutto il settore dell’imballaggio B2B. Come imballaggi primari riportano invece esempi di confezioni ricarica ma monouso che andrebbero in altra categoria, e qualche esempio di packaging ricaricabile cosmetico. Un settore questo altamente impattante che andrebbe interamente ripensato, e non solamente come packaging.

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