Belgio: “L’approccio al littering beneficia soprattutto i produttori di articoli usa e getta”

Il nuovo studio di Recycling Netwerk Benelux (RNB) ha analizzato le iniziative messe in atto negli ultimi anni in Belgio nella gestione dei rifiuti da imballaggio e ha rilevato che la maggior parte di esse beneficia l’industria del settore e non tiene conto della gerarchia dei rifiuti, con il risultato che il littering è ancora un problema su larga scala. RNB propone delle soluzioni, tra cui l’introduzione di un sistema di deposito cauzionale e il potenziamento della responsabilità estesa del produttore.

Lo studio Review for EPR Packaging Waste in Belgium – Paper 3 Litter management pubblicato da Recycling Network Benelux (RNB) lo scorso 17 gennaio è il terzo di tre studi che esplorano lo stato dell’arte della gestione dei rifiuti da imballaggio in Belgio in relazione alle attività e politiche portate avanti da Fost Plus, la Producers Responsability Organization (PRO) nazionale.

I primi due focalizzano rispettivamente la prevenzione e il riuso degli imballaggi e la reportistica sui tassi di riciclaggio per gli imballaggi elaborati da Fost Plus che vengono inviati ad Eurostat.

Da questo studio che ha analizzato le politiche e le varie iniziative adottate sino ad oggi in Belgio per affrontare il problema del littering emerge che i risultati lasciano a desiderare. Le strade, piazze e parchi in Belgio continuano ad essere infestati dai rifiuti senza si riesca ad ottenere una riduzione del fenomeno.

A Bruxelles e in Vallonia non esistono nemmeno dati affidabili sulla quantità e sulla composizione dei rifiuti. In un momento in cui il Belgio sta recependo la legislazione europea in materia di rifiuti, lo studio della Ong prende in esame le iniziative esistenti nel paese che dovrebbero affrontare il problema dei rifiuti da imballaggio e formula alcune raccomandazioni per una migliore strategia in materia di rifiuti che include anche il ruolo che tutti gli attori coinvolti possono giocare.

In Belgio ogni regione (Fiandre, Vallonia, città di Bruxelles) ha una politica diversa in materia di rifiuti. Le Fiandre si sono prefissate un obiettivo di riduzione dei rifiuti del 20% entro il 2022 rispetto al 2015, ma tale obiettivo non è stato raggiunto. In Vallonia e nella regione di Bruxelles capitale gli accordi quadro sui rifiuti non sono ben formulati e non sono soggetti a misure regolatorie adeguate. Secondo RNB nessuna delle due regioni sta affrontando il problema dei rifiuti alla fonte.

Inoltre negli ultimi anni le aziende che immettono imballaggi hanno pagato molto poco rispetto a quelli che sono i costi di gestione dei rifiuti che causano. Ad esempio nelle Fiandre i produttori hanno pagato 9,6 milioni di euro quando i costi di pulizia ammontano a 161 milioni di euro, di cui la maggior parte è sostenuta dagli enti locali.

Ecco le principali raccomandazioni dello studio che RNB rivolge ai governi regionali.

1. Concentrare l’attenzione sui rifiuti invece che sui cittadini

Lo studio mostra come le attuali politiche belghe sui rifiuti si concentrano principalmente sulla sensibilizzazione tramite azioni di informazione ed educazione e l’organizzazione di eventi di pulizia (cleanups). Se da un lato è evidente che l’educazione è necessaria, è stato però dimostrato che da sola ha un’efficacia limitata nel combattere i rifiuti e nel ridurli alla fonte. Il 75% dei rifiuti dispersi in Belgio è costituito da imballaggi monouso, ma i produttori non sono ritenuti sufficientemente responsabili.

“Si parla molto di rifiuti, ma l’approccio è limitato alle azioni di pulizia e alle campagne di comunicazione. Le iniziative quando coinvolgono cittadini volontari sono valide, ma ci aspettiamo anche che le autorità pubbliche elaborino parallelamente una politica efficace” dice Rob Buurman, direttore di Recycling Netwerk. Secondo RNB, infatti, concentrandosi esclusivamente sull’azione dei cittadini passa il messaggio che i modelli di produzione e distribuzione industriali e commerciali non richiedono modifiche. Una modalità di azione e comunicazione che finisce per avvantaggiare l’industria.

Secondo RNB il Belgio dovrebbe applicare maggiormente la gerarchia europea dei rifiuti. Concentrarsi sui i cittadini o i Comuni che raccolgono i rifiuti anche abbandonati non dovrebbe essere l’obiettivo principale, perché si tratta dell’azione più in basso nella gerarchia (n.d.r. La destinazione finale dei contenitori dispersi o conferiti nei cestini stradali è infatti sempre lo smaltimento).

La “gestione dei rifiuti” conferiti nei cestini stradali o la rimozione del littering, è ovviamente necessaria, ma la prevenzione e il riutilizzo degli imballaggi dovrebbero diventare le azioni prioritarie da promuovere. Gli imballaggi monouso dovrebbero essere sostituiti da imballaggi riutilizzabili, in particolare per il take-away. Se e quando gli imballaggi monouso sono necessari dovrebbero essere meglio intercettati, ad esempio attraverso un sistema di deposito cauzionale.

2. Migliorare il monitoraggio dei rifiuti

Lo studio mette in luce la mancanza in Belgio, di un buon monitoraggio dei rifiuti, che è di estrema importanza per l’elaborazione di politiche efficaci. Tale monitoraggio dovrebbe essere effettuato nelle tre regioni attraverso standard elevati e metodologie coerenti che analizzino e misurino analiticamente i i flussi dei diversi tipi di rifiuti, considerando i rifiuti da imballaggio separatamente rispetto agli altri. I rifiuti dovrebbero essere categorizzati secondo categorie coerenti e tutti i dati dovrebbero essere riportati in modo trasparente e su base annuale, così da poterne studiare l’evoluzione nel tempo. Lo studio sottolinea come questo approccio alla raccolta dei dati sui rifiuti sia essenziale per determinare i costi dei contributi di responsabilità estesa EPR e per monitorare lo stato dell’arte della produzione dei rifiuti rispetto agli obiettivi e alle metriche contenute nel piano di gestione dei rifiuti.

Nonostante non esistano monitoraggi e misurazioni adeguate, alcuni indicatori mostrano che i rifiuti da imballaggio risultano un problema più grave soprattutto nelle regioni di Bruxelles e della Vallonia, piuttosto che nelle Fiandre. Secondo RNB le due regioni dovrebbero ispirarsi alla metodologia di misurazione più dettagliata adottata nelle Fiandre per mappare i rifiuti, sia in termini di costi di pulizia che di quantità riscontrate.

3. Far pagare all’industria i costi associati al littering e ridurne influenza

Lo studio mette in evidenza come organizzazioni quali Mooimakers nelle Fiandre e Be WaPP in Vallonia sono in gran parte finanziate e gestite dall’industria degli imballaggi. Ad esempio, il comitato direttivo di Mooimakers (che riferisce al governo) è composto da rappresentanti di Comeos, Fevia e Fost Plus. Quest’ultima è la Producers Responsability Organisation responsabile in Belgio della gestione dei rifiuti. Secondo RNB non c’è quindi da stupirsi se vengono organizzate solo campagne a vantaggio delle aziende. 

Secondo RNB non dovrebbero essere i produttori a determinare i tipi di azioni sui rifiuti che devono intraprendere le autorità. Sarebbe pertanto necessario ridurre il controllo dell’industria degli imballaggi sulle politiche dei rifiuti e rendere i produttori responsabili dei costi totali causati dagli imballaggi che finiscono nel littering. D’altro canto una diminuzione dei rifiuti dispersi nel littering significa che anche i costi a carico dei produttori devono diminuire. RNB porta l’attenzione sul fatto che secondo l’accordo quadro di cooperazione sui rifiuti e sull’EPR attualmente in fase di conclusione tra Fiandre, Bruxelles e Vallonia, i costi potrebbero diminuire drasticamente se venisse introdotto un sistema di deposito cauzionale

4. Mettere fine a progetti pilota rivelatisi inefficaci per impegnarsi in soluzioni collaudate

Lo studio ha anche valutato il progetto pilota Clic promosso da Fost Plus nel quale i cittadini guadagnano sconti e premi quando scansionano un rifiuto prima di gettarlo nei cestini. Clic è stato introdotto in 12 città e, come raccontato in un nostro precedente articolo, la città di Anversa è stata una delle prime ad abbandonarlo perché non ha avuto alcun effetto positivo sull’abbandono dei rifiuti. Infatti nei 12 mesi di sperimentazione sono stati registrati solamente 27.459 clic che in media equivale ad un solo clic ogni due giorni per ogni cestino. Inoltre, durante lo stesso periodo di sperimentazione i rifiuti dispersi nelle zone pilota di Anversa non sono diminuiti. Nello studio viene confermato che Clic non ha avuto un impatto significativo sui rifiuti nemmeno nella altre 11 città in cui era stato introdotto.

Secondo RNB per affrontare il problema del littering è necessario abbandonare progetti incentivanti come Clic, ed implementare invece soluzioni collaudate come l’introduzione di un sistema di deposito cauzionale, che esiste già in 16 paesi europei e ha dimostrato di essere l’unico strumento capace di ridurre il littering di diverse decine di punti percentuali.

Gli articoli dedicati ai due studi precedenti parte di questa indagine si trovano alla sezione “Leggi anche”.

-Sul caso studio del Belgio è uscito un approfondimento dal titolo Case study on introducing a deposit return system in Belgium di ACR+ che accompagna il rapporto : “Deposit Refund Systems in the EU – 2023 Update”, pubblicato nel dicembre 2023.

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